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P.T.S.D. – Lontana da casa | La nostra recensione senza spoiler

Quando non hai nessun luogo a cui tornare, puoi davvero dire di essere lontano da casa?

Il 14 aprile è uscito P.T.S.D. – Lontana da casa, di Guillaume Singelin, una storia che nasce dalle strade di Tokyo, segue l’autore in Francia per poi arrivare in Italia grazie ad Edizioni BD.

Il luogo o il tempo di questa storia non sono definiti, non sono importanti, o almeno non è importante dare loro un nome, una definizione, o uno spazio fisico che sia reale; anche la guerra di Jun, la nostra protagonista dai capelli rosa, è senza nome, senza giusti e senza vincitori. Una guerra simile a tante altre, dove i soldati si somigliano tutti a loro volta, che stiano da l’uno o l’altro lato del fucile. Cambia la terra che battono, cambia quella che viene bombardata, ma ciò che una guerra lascia si somiglia sempre incredibilmente, proprio come tutte le sue vittime, senza fare distinzioni tra uomini, donne, anziani o bambini, che sia ieri, domani o oggi.

P.T.S.D. _Guillaume_Singelin

Disturbo Post Traumatico da Stress

P.T.S.D. (Post-traumatic stress disorder) a un primo impatto potrebbe suonare come una sigla familiare ai più, proprio come il suo significato.
È vago a chi non ha mai saputo dare a questo disturbo un nome, ma per chi ci è riuscito è impossibile non riconoscerlo. C’è un infelice ironia nel fatto che il Disturbo Post Traumatico da Stress, che da il titolo a questa graphic novel, e i protagonisti di questa storia siano spesso associati entrambi all’aggettivo invisibile.

Per chi se lo stesse chiedendo, no, non si tratta di un complicato saggio su questo specifico disturbo, l’argomento della malattia mentale non è affrontato in maniera analitica; ci viene presentato in maniera abbastanza diretta, in una delle sue tante forme indefinite, grazie alla voce di alcuni tra i tanti che ne soffrono, in questo caso i veterani di guerra.

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Jun è una di loro, abbandonata dallo Stato dopo averlo servito, ignorata da coloro per cui ha creduto di combattere, sola assieme a tante voci simili, ma incapace di ascoltarle. Ognuno col proprio incubo. Tutti con gli stessi desideri e paure inconsce.

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Un cecchino che ha sempre avuto chiaro e a fuoco i propri nemici come può combatterne uno invisibile? Come può affrontarlo se si mostra solo al suo inconscio? Come puoi capire te stessa, se la persona che sei diventata non la conosci affatto?

La vera meraviglia di questo volume, a parer mio, risiede nei colori che riempiono dapprima le pagine e poi gli occhi del lettore, confondendolo e colpendolo all’improvviso, dopo averlo immerso nel caos delle vicende. La vita può essere piena di sfumature, il nostro umore può cambiare con la stessa velocità con la quale possiamo girare la pagina di un libro, così come la nostra vita.

Disegni che raccontano il caos della città e quello interiore di chi la abita, un caos ordinato da i margini spessi che caratterizzano il tratto dell’autore, dai quali però ogni tanto il colore fuoriesce per confondersi con il resto della tavola, quasi impercettibilmente, proprio come le storie dei suoi personaggi.

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Quello che resta di Jun

Certo Jun dice qualche parolaccia, in P.T.S.D ci sono calci, pugni e sangue, ma la poetica e la dolcezza con la quale viene raccontata la sua storia rende le sue emozioni facilmente accessibili al lettore, cosa che invece non potrebbe essere più diversa per gli altri personaggi che condividono con lei le pagine di questo libro.

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Jun ha perso una parte di sé in guerra, e sempre nell’ottica di rendere tutta la propria narrazione chiara e diretta, l’autore rimarca questa perdita rendendola cieca da un occhio.

Jun era un cecchino abilissimo, un soldato esemplare, degno della stima dei propri compagni, ma era anche un’assassina, e continua ad esserlo anche dopo essere tornata. L’assassinio in guerra viene spesso tacitamente assolto al ritorno, ma Jun in realtà non fa ritorno a nessun luogo; Lontana da casa, perché l’unica famiglia e luogo dove avesse una dimensione di sé era in guerra, e una volta fatto ritorno scopre che non ha nessuno da cui tornare, nessuno a cui fare ammenda, perciò nessuno che può assolverla dai suoi crimini. Jun non ha perso solo se stessa, ha perso tutto ciò che aveva ed era.

Non è un’eroina, non è facile perdonarla nel suo continuare a sbagliare. Non cerca neanche assoluzione; quando l’ombra del passato cala sul presente, non c’è futuro che possa essere desiderato. Ogni giorno diventa condanna, e zittire le voci e il dolore nella propria testa con farmaci è sicuramente più semplice che affrontare il dolore, più semplice per se stessi e più semplice per gli altri.

P.T.S.D. 04

Essere gentili con chi ha bisogno di aiuto non è da tutti, ma è sicuramente più semplice dell’esserlo con chi non vuole essere aiutato, pur avendone inconsapevolmente bisogno.

P.T.S.D. 02

Saranno personaggi come Leona e Grey a mostrarcelo.

Quella di P.T.S.D. è una storia di redenzione indesiderata ma necessaria per poter sopravvivere, perché le armi della nostra psiche possono essere più letali di un colpo d’arma da fuoco.

Nessuno si salva da solo e sarebbe bene ricordarlo sempre.

Specifiche tecniche

ptsd lontana da casa drc

Autore: Guillaume Singelin
Editore: Edizioni BD
Data di pubblicazione: 14/04/2021
Formato e rilegatura: 17,7x24cm – cartonato
Disponibilità: Edizioni BD| Amazon
Volume Autoconclusivo

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Chiara Porru

Chiara Porru

Eterna nostalgica degli anni ‘90, cresciuta immaginando un futuro lontano forse 1000 anni e che probabilmente non vedrò mai se non grazie ad anime, film e videogiochi. Qui su DrCommodore scrivo di anime e manga, dando finalmente voce a quella parte di me cresciuta leggendo Kappa Magazine e guardando anime su MTV.

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