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Il problema di QUELLA morte ne L’Attacco dei Giganti

Attenzione agli spoiler: non proseguite se non siete al passo con l’anime!

L’Attacco dei Giganti è una serie in cui la drammaticità non manca. Dai primi episodi ci ha sempre abituato a morti atroci e tanti traumi per i nostri protagonisti. Dobbiamo riconoscere un merito ad Isayama: è bravissimo a sconvolgere i lettori. In passato abbiamo parlato di quelle che secondo noi sono le morti più sconvolgenti di tutto il manga, ma ce n’è una… che sfigura: la morte di Sasha, forse quella meno sentita fino ad ora, persino se messa a confronto con le morti di personaggi secondari. 

Già Lorenzo nel commento settimanale all’episodio ha affrontato perfettamente la questione relativa al suo carnefice, Gabi. E se Isayama è riuscito a “giustificare” molto bene quel gesto, facendoci entrare nella mentalità dei personaggi di Marley per almeno capire la prospettiva di Gabi, ciò che forse non è stato in grado di fare –- almeno, non con lo stesso pathos ed epicità del solito –- è stato dare a Sasha una morte degna.

Non è brutta, per carità, ma in mezzo a tutte le emozioni e i traumi che Isayama ci ha regalato in questi anni semplicemente… non funziona.

Le morti di Erwin e Mike, per citarne due, sono state morti epiche che i fan non scorderanno ma. Morti che, al di là dell’atmosfera, hanno aggiunto qualcosa di significativo ai personaggi coinvolti o hanno smentito delle certezze, dando sfaccettature in più alle vittime o ponendo l’accento su altre.

La dipartita di Erwin è uno dei punti più alti di tutta l’opera per la dignità con cui è andato incontro alla morte abbandonando il suo sogno e per il modo in cui ha trascinato centinaia di soldati a morire con lui, a offrire un’ultima volta il loro cuore. Quella scena rappresenta l’intero personaggio di Erwin: da un lato c’è tutta la sofferenza che prova nel sapere che non realizzerà mai il suo sogno di scoprire la verità sul mondo oltre le mura, dall’altra Isayama accentua degli elementi sul personaggio e ne chiarisce dei tratti.

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Erwin è un egoista, è un uomo che non ha mai esitato nel sacrificare vite umane finché questo fosse servito a realizzare i suoi scopi. E l’ultimo cadavere che Erwin ammassa su quella collina che sperava lo avrebbe portato al suo sogno è proprio il suo.

Con Mike, viceversa, Isayama ci mostra come di fronte alla morte siano tutti miserabili, persino i migliori. È il secondo soldato più forte dell’umanità dopo Levi. Mike non si è mai arreso e, cosa più importante, ha sempre spronato gli altri a fare lo stesso: l’umanità perderà solo quando smetterà di lottare, dice. E queste poche parole incarnano perfettamente la determinazione di un soldato che ha visto tante battaglie e che è disposto a vederne ancora altrettante.

La sua morte capovolge l’immagine che avevamo di lui: viene divorato urlando che non vuole morire, piegato dalla paura e dal terrore, come se Isayama volesse mostrare che la forza non basta. Che spesso la paura paralizza anche i più forti e li rende dei bambini rannicchiati in un angolo che piangono perché più di ogni altra cosa loro non vogliono morire.

Mike

Queste sono solo due delle morti più emozionanti e cariche di significato che Isayama ci ha regalato in questi anni ne L’Attacco dei Giganti. La morte di Sasha, se messa a paragone con queste o con tante altre, sembra sfigurare.

Sasha è morta a causa del fondamentalismo e dell’odio imposto a dei ragazzini, lo sappiamo. Ma che cosa ha aggiunto al personaggio? Con questa scena, che cosa ci ha detto Isayama di Sasha?

Il motivo per cui la morte di Sasha sembra non funzionare rispetto a tutte le altre dell’opera è proprio che non ci dice niente di nuovo sul personaggio. Sembra una morte inutile, priva di significato, e in effetti lo è: nessuno se lo aspettava, neppure lei, perciò le sue ultime parole sono le più semplici e scontate che potesse dire. “Carne”, proprio ciò che ci saremo aspettati dalla Sasha pre-time skip, che mangia una patata al primo giorno di allenamento per le reclute e ruba la carne ai propri superiori per dividerla con i compagni.

Morte

La verità, però, è che Isayama ci ha abituati a standard ben più alti sotto tutti i punti di vista, a colpi di scena, capovolgimenti di ideali e a un’atmosfera coinvolgente oltre ogni limite, e la morte di Sasha in mezzo a tutto ciò non va.

Non dice niente di nuovo sul personaggio, non ci lascia nessun messaggio, anzi, la ragazza patata abbandona i lettori con la stessa semplicità e naturalezza con la quale era sempre stata rappresentata nel manga. Farle sussurrare “carne” come ultima parola è tremendamente in linea con il personaggio e proprio per questo lascia un senso di… vuoto. Quel vuoto fastidioso, che si percepisce quando un avvenimento non ci lascia nulla, al punto da sembrarci fuori posto.

È una morte che sicuramente ricalca ciò che il personaggio era sempre stato fino ad ora, con la sua spontaneità e ingenuità anche a un passo dalla guerra, ma… va davvero bene così?

Che ne pensate voi della morte di Sasha? E quali morti ritenete le migliori di tutto L’Attacco dei Giganti? Fatecelo sapere con un commento!

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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