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Le 10 regole per vincere a 4 Ristoranti di Alessandro Borghese

Il vademecum definitivo per ribaltare il risultato e vincere a 4 Ristoranti di Alessandro Borghese

Nel 2019 a questi lidi avevamo raggiunto la gloria eterna, con il pezzo sui 5 momenti più trash di 4 Ristoranti. Forse perché siamo stati pagati per farlo, o abbiamo salvato un cucciolo di nutria nel mentre? Nulla di tutto ciò: perché Sir Alessandro Borghese in persona aveva condiviso l’articolo nelle sue stories su Instagram, salvando la nostra anima più del bonus da 5 punti o dell’assicurazione che copre noi e il sito per un anno.

E allora ci siamo detti, perché non bissare il successo, magari dando un aiuto concreto a qualcuno nel farlo? Visto che l’internet a gran voce chiedeva una guida con le 10 regole da seguire per vincere a 4 Ristoranti, abbiamo pensato di dargliela. Perché in effetti ci si chiede come alcune cappe sembrino ancora un sobborgo di Manila.

Perciò, ristoranti e ristoratori, state pronti a fare il colpaccio: eccovi le 10 regole auree da seguire per vincere a 4 Ristoranti. Attenzione: saper cucinare almeno le spinacine è dato per certo.

10 – Pulisci quella stramaledetta cappa

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I casi sono due, o sotto sotto ai ristoratori piace vedere le dita di Borghese strisciare dentro anfratti unti nei quali si annidano sacche di scorbuto, oppure non hanno capito niente di 4 Ristoranti. La cappa deve brillare, Borghese potrebbe rovesciarla, riempirla di Leffe (non è un product placement ma se la Leffe vuole darci due lire ben venga) e usarla per fare i gargarismi. E, soprattutto, non mentite: se il buon Alessandro vi chiede “da quant’è che non la pulite” e voi nel panico ve ne uscite con “ieri”, occhio che nella maggior parte dei casi ci sono almeno due uova di Alien incrostate in un angolo.

9 – I coltelli vanno nei cassetti

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O eventualmente appesi ma nella cassettina sterile. Se li attaccate così come fossero balocchi da fiera potrebbero prendere polvere, sporcarsi, o magari tranciarvi un dito come è successo a Chandler. Che poi Alessandro Borghese in queste situazioni è l’unico che fa uno sforzo per non menarvi, ed è quello che poi, alla fine, (non) vi menerà perché è un gran signore. Lo è proprio da normativa.

Ah, bonus track: se provate a causare setticemia al caro Alessandro con i vostri cucchiai di legno sarete penalmente perseguibili dal tribunale europeo. Teneteli a casa. O ben nascosti.

8 – La promiscuità in frigo non va bene

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A volte la pazienza di Borghese fa invidia al Dalai Lama. Quante volte deve ripetervi che la promiscuità in frigo non va bene? Se apre l’anta e ci sono le uova dentro i pesci di fianco a tiramisù babbà fagiani struzzi cefali e panda forse avete un piccolo problema con il vostro frigo. Mettete tutto a posto, dentro i gastronorm, etichettato e con la stramaledetta data di scadenza, che poi magari avete un pezzo di lingua sottovuoto, però è di mammuth.

Ultima chicca proprio da ricevere i complimenti di Alessandro: fasciate i tappi delle squeeze bottle, o chiudeteli in qualche maniera, altrimenti spruzzano come… beh, spruzzano.

7 – Specifica sempre da dove arrivano i prodotti

foto alessandro borghese

Non c’è niente di male se il pesce è surgelato. O se le anatre arrivano dal Kirghizistan. Oddio, forse non è proprio il massimo, però c’è una formula magica incredibile che ogni ristoratore di 4 Ristoranti può imparare: dirlo, e basta. Nessuna arrampicata folle sugli specchi e per favore evitate lo slogan elettorale “solo prodotti italiani comprati qua dietro”, perché finire di faccia nello sterco è un lampo. E, soprattutto, Borghese vi sgama sempre, tipo occhio di Sauron.

6 – Servi prima le donne

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Noi tendiamo più a stare dalla parte del Sergente Hartman, con l’eguaglianza “non conta un ca**o nessuno”, però Alessandro Borghese ci tiene, quindi vi costa così tanto servire prima le donne? Alla fine è un galateo sociale minimo, e se lui deve ancora riprendervi poi non ci fate una gran bella figura.

Ah, per favore, tutte le pietanze devono arrivare assieme al tavolo, possibilmente calde, soprattutto se c’è qualcosa di fritto. Sentire Borghese dire “io non comincio a mangiare se la signora non ha il suo piatto” è sempre una stilettata al cuore.

5 – Siate coerenti con quello che dite a tavola

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Nelle ultime stagioni di 4 Ristoranti il buon Alessandro Borghese ha iniziato a dirlo più volte. Perché se finito di mangiare azzanni anche il tavolo come fosse una succosa cadrega, ma nei voti dai “un 3 al menu perché le porzioni erano piccole”, poi magari ad Alessandro vengono i cinque minuti. Soprattutto se sciaboli 1 e 2 manco avessi mangiato un panino con la sugna da Tony O’ Scarrafone.

4 – Le mille bolle blu

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Sempre, ma sempre eh, avere la bolla di accompagnamento. Un qualcosa che certifichi da dove arrivano i prodotti. Ci vuole poco, carta canta: Borghese vede la sua bolla, ti spiega magari che la zona da cui provengono le tue telline non è proprio Adriatico ma è più verso il distretto di Te Kao in Nuova Zelanda, e siamo tutti contenti.

3 – Niente granulari, niente dadi, niente glasse pronte

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La morte nel cuore di Borghese quando vede un granulare per il brodo è pari a quella dell’impero Inca quando ha capito che Pizarro non era un simpatico avventuriero. Aprite bene le orecchie: se spunta in una cucina di 4 Ristoranti un dado, una glassa già pronta e tutta quella roba lì il caro Alessandro vi sorride, consigliandovi amorevolmente di non usarla mai, ma nel suo cuore è come se gli aveste appena servito gli spaghetti con il ketchup.

2 – Onesti con quel conto

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Forse l’elemento più complicato su cui fare punti: se è troppo basso sembra che abbiate fatto i furbi, se è troppo alto che la foglia d’oro nel soufflé potevate evitarla. L’unica vera regola è di non aggiustarlo mai, che un 6 è già un successone. Piccola postilla: se per caso portate a Borghese la cara vecchia sogliola con tutte le interiora, magari, ma magari eh, sarebbe carino toglierla dal conto.

1 – Babbo Natale al tavolo di 4 Ristoranti non c’è

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Ripetetelo ancora e ancora, è l’unica regola aurea per vincere a 4 Ristoranti: Babbo Natale al tavolo non c’è. Nessuna barba bianca, cappotti rossi o renne che defecano per tutto il locale. Niente musichette gioiose o elfi al seguito, e soprattutto non c’è un sacco pieno di regali parcheggiato in un angolo. Perché a quel punto sappiate che la fatality di Alessandro Borghese si abbatterà su di voi, spiriti persi in attesa di giudizio, ribaltandovi anche l’anima, mica solo il risultato.

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Edoardo Ferrarese

Edoardo Ferrarese

Nato a Novi Lugubre l’11/11/92, anche se nessuno lo ha interpellato sulla questione. Laureato in Lettere Moderne senza infamia e, soprattutto, senza lode, capisce che magari gli piace la critica cinematografica e il Cinema tutto, anche se troppo tardi, e che vuole scriverne, perciò prende pure un diploma alla Scuola Holden (tanto per non continuare a sembrare un radical chic di merda). Finirà per insegnare letteratura italiana nel liceo del suo diploma, però questo non ricordateglielo mai.

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