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DOOM Eternal: The Ancient Gods – Parte 1, la recensione

DOOM Eternal: The Ancient Gods – Parte 1 mostra il ritorno del DOOM Slayer in un’ambientazione meravigliosamente nuova, ma molto più complessa

Se DOOM Eternal ha dimostrato di essere la vera sfida videoludica in un mercato quasi stantio e saturo di roba abbondantemente vista e rivista, il primo DLC DOOM Eternal: The Ancient Gods – Parte 1 lascerà completamente a bocca aperta per la sua realizzazione. Il DOOM Slayer è tornato in tutta la sua aggressività e violenza con una nuova espansione così frenetica da mettere in difficoltà anche coloro i quali credono di aver padroneggiato a sufficienza le meccaniche del gioco base. Questo DLC è molto più complesso di DOOM Eternal e vediamo insieme perché non è tutto oro quel che luccica.

Tre nuove aree, grande longevità

Iniziamo questa recensione con un dettaglio molto importante: questo DLC è venduto sia gratuitamente per possessori del gioco base, sia al prezzo di 19,99 euro in versione standalone. Molti potrebbero pensare che si tratti di un gioco abbastanza breve, in realtà, sebbene ci siano solo tre nuove aree, i contenuti di gioco non mancano assolutamente. Ogni volta che si visita un ambiente nuovo, infatti, ci vogliono dalle 6 alle 7 ore di tempo per completare l’area, quindi in sostanza parliamo di un’aggiunta al gioco base (o, ripetiamo, in versione standalone) di circa 20/25 ore di gioco in più. Il DLC è quindi in realtà un pacchetto molto sostanzioso che riprende la narrazione dal finale di DOOM Eternal, ma che può essere giocato anche da coloro i quali non abbiano ancora provato il titolo base.

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Ebbene sì, se non ci aveste fatto caso, DOOM non è solo violenza gratuita, ma ha un’interessante storia sebbene non sia l’aspetto principale. Nel caso di The Ancient Gods, ci ritroviamo in un altro mondo dove, in seguito agli eventi del gioco base, si è creato uno squilibrio di potere nell’universo. Noi continuiamo ad essere alla ricerca del Serafino, l’unica figura in grado di guidarci verso un temibile nemico che sta invadendo Urdak. In questo nuovo viaggio, il protagonista, ormai divenuto una vera e propria leggenda vivente, deve farsi strada a suon di proiettili e pugni tra orde di demoni e ambienti ostili da superare.

Gameplay e divertimento invariato

Lungo il nostro viaggio faremo la conoscenza di classiche orde di demoni ancora più aggressive di quelle osservate nel gioco base, ma anche noi saremo più forti. Infatti avremo quasi tutti i potenziamenti che si ricevono nei livelli più avanzati di DOOM Eternal. Il gameplay intenso e veloce rimane comunque invariato e resta fedele e ancorato alla classica filosofia del franchise. Lo studio di sviluppo, infatti, non ha modificato ciò che ha funzionato nel gioco base e questo si traduce in una completa immersione del protagonista nell’azione. Le Glory Kill ritornano a ripristinare la salute, il lanciafiamme rilascia pezzi di armatura quando i nemici incendiati vengono sconfitti e la motosega genera munizioni per tutte le armi. Insomma, tutto resta invariato.

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I cambiamenti reali sono invece nell’ambientazione e nei demoni, oltre che nella complessità del gioco. Quest’ultimo aspetto ha reso il già frustrante gameplay del gioco base, ancora più complesso soprattutto per i meno avvezzi al genere. Se già in DOOM Eternal molti utenti si erano lamentati della mancanza di munizioni sufficienti per portare a termine uno scontro complesso e le sezioni platform si sono rivelate pressoché inesistenti, in DOOM Eternal: The Ancient Gods – Parte 1 le munizioni saranno ancora meno, tuttavia la componente platform è ritornata viva rendendo le aree più dinamiche, divertenti e maggiormente esplorabili alla ricerca di qualche elemento utile.

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Le nuove location aiutano a dare una boccata d’aria fresca a quei meccanismi collaudati e l’espansione non delude sotto questo aspetto. Prima siamo su una gigantesca piattaforma petrolifera, poi sott’acqua in una gigantesca tana sotterranea e poi ancora in un ambiente palustre infernale. Le ambientazioni sono impressionanti e costringono il videogiocatore a fermarsi un attimo per apprezzare le meraviglie demoniache e non solo che ci circondano. Queste aree introducono anche nuovi modi di approcciarsi alla battaglia grazie ad una gestione del level design meno lineare e più improntato all’azione a 360 gradi.

Una complessità forse un po’ troppo alta

Come accennato, tuttavia, è in realtà il livello di difficoltà generale che sembra il più grande punto di svolta di The Ancient Gods se confrontato con l’esperienza base. Se non avete giocato a DOOM Eternal aspettatevi comunque di morire più e più volte almeno nella prima mezz’ora di gioco prima di comprendere realmente come approcciare lo scontro. Il DLC non ha paura di buttare il giocatore nella mischia più infernale fin dall’inizio e questo potrebbe portare ad abbassare la difficoltà anche ai giocatori più navigati.

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DOOM Eternal: The Ancient Gods – Parte 1 è un concentrato di ondate su ondate di nemici, ma non demoni semplici, bensì i più complessi già visti e altri del tutto nuovi. Questo porta anche a picchi di complessità ingiusti che rendono alcune aree non più divertenti, ma semplicemente frustranti e confusionarie. Uno scontro con un boss nel secondo livello, ad esempio, è a dir poco estenuante e folle: l’area di gioco è piccola, i nemici sono tantissimi al punto tale che la nostra console, PlayStation 4 PRO, stava a sua volta chiedendo pietà per il numero di elementi poligonali su schermo, e quando pensiamo che finalmente abbiamo completato l’area ecco che arriva il boss, tra l’altro uno dei più forti dell’intero DLC. Qualcuno sicuramente si divertirà, ma a noi è sembrato un tantino esagerato.

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Come se non bastasse, le legioni dell’inferno sono state anche rafforzate da tre nuovi tipi di nemici. Ognuno al centro della scena nei tre diversi livelli, comprendono delle torrette fisse, delle arpie immortali per un breve tempo e uno spirito che aiuta altri mostri a migliorare i danni e la loro riserva di salute. Tutti hanno una caratteristica unica, il che significa che dovrete imparare rapidamente la loro debolezza e incorporarla nella caratteristica danza offensiva e difensiva. Nonostante il nostro protagonista abbia tutte le potenzialità sbloccate, è un po’ un peccato che non abbia accesso a nessuna nuova arma che possa in qualche modo controbattere efficacemente questi nuovi nemici.

Non c’è Mick Gordon e si sente

Nota dolente per quanto riguarda la colonna sonora: dopo la rottura pubblica tra id Software e lo storico compositore Mick Gordon, quest’ultimo non ha diretto la colonna sonora del DLC e si nota tantissimo. Al suo posto ci sono una serie di tracce generiche che sembrano più un’emulazione del compositore come se fossero realizzate da qualche tribute band.

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Tutto diviene dimenticabile ed è un vero peccato. Menzione d’onore, invece, per il comparto tecnico che mantiene un frame rate granitico e non presenta alcun problema degno di nota. L’intelligenza artificiale è improntata sull’aggressività, ma anche sul tatticismo e la logica, quindi la complessità sta anche in questo frangente.

In conclusione…

DOOM Eternal: The Ancient Gods – Parte 1 quindi non porta nulla di fortemente diverso dal gioco base, ma riprende tutti gli aspetti più importanti e positivi di DOOM Eternal e ne aumenta notevolmente la longevità. Preme ancora più forte l’acceleratore della complessità, al punto che i giocatori occasionali potrebbero abbandonare il titolo dopo pochi minuti, ma forse lo scopo del DLC è proprio quello di avvicinare i grandi appassionati del franchise creando una linea di demarcazione netta con i casual gamer. Non ci resta che attendere la seconda parte per capire la direzione effettiva seguita da id Software.

Pro

  • Aree nuove e meravigliose
  • Gameplay frenetico e frame rate stabile
  • Impegnativo e complesso…

Contro

  • …ma a volte in maniera ingiusta ed esagerata
  • Level design a volte troppo punitivo
  • Manca Mick Gordon e si sente

VOTO: 8/10

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Giovanni Arestia

Giovanni Arestia

Ingegnere informatico con la strana passione per la scrittura. Essa, unita alla passione per la tecnologia, mi ha portato ad essere qui. Chiamatemi pure Gioare, ormai anche i miei genitori mi conoscono così.

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