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Ecco perché sarà Armin a salvare la razza umana ne l’Attacco dei Giganti

L’Attacco dei Giganti e i suoi protagonisti

Oltre ad un incredibile storia e ad una magnifica lore, un grande punto di forza di Shingeki No Kyojin è sicuramente la presenza di tanti personaggi caratterizzati in maniera impeccabile, tutti con una propria personalità, un carattere ben definito e degli obiettivi e moventi ben precisi. Questo vale tanto per i personaggi principali, quanto anche per i personaggi secondari. Ovviamente, questo non significa che ci debbano necessariamente andare a genio tutti i personaggi, anzi. Per quanto ben scritti e per quanto le loro azioni possano essere comprensibili, non è detto che si possa empatizzare con loro o che si riesca a capirli e ad immedesimarsi.

Tra tutti i personaggi però, anche L’Attacco dei Giganti ci presenta fin dall’inizio tre protagonisti: Eren, Mikasa e Armin. Se all’inizio sembrano un pochino stereotipati, ci accorgeremo subito che non è assolutamente così e che ognuno di loro ha una personalità assolutamente unica.

Eren è, all’inizio, un po’ il classico protagonista che vuole sconfiggere tutti i suoi nemici e trovare vendetta per ciò che gli è stato fatto, salvo poi diventare letteralmente l’unica speranza per la razza umana, un adolescente tormentato dal senso di dovere che si chiede perché deve essere lui a farsi carico di questo compito e soprattutto se ne sarà mai in grado. Eren avrà poi uno sviluppo incredibile e un’evoluzione radicale, ma questo sarebbe un discorso da affrontare un’altra volta.

Mikasa è invece il classico personaggio super forte e cazzuto, che sgomina giganti a destra e a manca, che non ha paura di nulla e che rischierebbe tutto pur di proteggere i suoi amici e soprattutto Eren, che le ha letteralmente salvato la vita.

Al contrario di Eren e Mikasa, che hanno subito trovato grossi consensi all’interno del fandom, il personaggio di Armin è sempre stato un po’ bistrattato e a lui è sempre stato rivolto dell’odio gratuito. Armin è all’inizio un ragazzino fifone, poco coraggioso, che deve sempre aspettare che Eren e Mikasa lo salvino. Anche come soldato, non è un granché, durante l’attacco a Trost rimane praticamente paralizzato dalla paura e spicca solo per il suo grande intuito e la sua intelligenza.

Ma Armin è diventato molto di più e non tutti sembrano essersene accorti. Armin ha probabilmente il percorso di crescita più grandioso e più faticoso rispetto a tutti gli altri, crescita segnata da particolari eventi che analizzeremo nel dettaglio.

Con l’arrivo del finale dell’opera è giusto analizzare bene la personalità di Armin, innanzitutto per capire la grandezza di questo ragazzo e anche per speculare un po’ su quale possa essere il suo ruolo nel finale dell’opera. Il percorso di Armin è infatti molto travagliato e intenso e, insieme ad alcuni elementi lasciati qua e là da Isayama, sembra che lui possa avere il ruolo decisivo nel finale dell’opera. 

Nell’articolo ci saranno spoiler dal manga, quindi continuate solo se siete in pari almeno con il capitolo 127.

Armin e la rinuncia all’innocenza. 

Il primo passo vero della crescita di Armin lo abbiamo in un punto abbastanza avanzato dell’opera, ovvero durante il colpo di stato. In questo punto della storia, l’armata ricognitiva è praticamente al pari di ricercati dato che vogliono rovesciare il governo, togliere di mezzo il re fantoccio e mettere sul trono la vera regina Historia Reiss.

Durante questo arco narrativo, nel capitolo 58 abbiamo un inseguimento in cui il corpo di ricerca è sulle tracce di Eren e Historia, precedentemente rapiti, ai quali viene tesa un’imboscata dalla squadra di soppressione anti-uomo. Durante questo inseguimento, Jean sarà messo alle strette da una ragazza del corpo di gendarmeria che gli punta contro una pistola. Il capitolo finisce con uno sparo, ma non vediamo né chi spara né chi muore. Nel capitolo successivo scopriremo che è stato Armin ad ucciderla, sparandole. 

Il tutto è emblematico: fino a questo punto della storia Armin non aveva mai sconfitto nessuno, gigante o umano che fosse. Inoltre fino a questo momento la personalità di Armin era quella di un pacifista, se così vogliamo dire, sempre pronto al dialogo, al capire la situazione degli altri, ad analizzare bene la situazione prima di agire.

Una particolare enfasi viene posta al fatto che Jean abbia mostrato riluttanza nell’uccidere un altro umano e che, quando effettivamente si è trovato contro un nemico, abbia esitato… mentre Armin no. Armin spara senza esitazione, sa bene però quanto gli costa e lo vedremo infatti tormentato nel capitolo successivo, pur essendo conscio del fatto che, se non avesse agito, Jean sarebbe morto. 

Armin rinuncia alla sua innocenza, ammazzando qui, per la prima volta, per salvare un suo amico.

Armin e la rinuncia all’umanità.

Il secondo passo della crescita di Armin si ha nell’arco narrativo successivo, quello della battaglia per la riconquista della città di Shiganshina. Mentre Erwin e Levi sono impegnati contro il gigante Bestia e Mikasa, Jean, Hanjie e gli altri tengono occupato Reiner e il suo corazzato, Armin si ingegna per trovare un modo per sconfiggere definitivamente il gigante Colossale.

Il piano di Armin è letteralmente fare da esca e morire, per permettere ad Eren di infliggere a Berthold il colpo finale. E il suo piano funziona.

Sappiamo che Armin tornerà in vita mangiando Berthold, ma tant’è, questa era per lui un’opzione che nemmeno esisteva al momento della sua decisione di sacrificarsi. Armin mentre è lì che brucia a causa del vapore emanato dal gigante Colossale, pensa davvero che ormai l’unica cosa che abbia di valore sia solo la sua vita, che non abbia e che non potrà mai avere nessun altro ruolo, nessun’altra qualità… che non potrà dare alcun contributo alla vittoria della razza umana se non sacrificandosi.

Armin decide liberamente di spingersi oltre i propri limiti, di fare forse l’unica cosa che poteva avere senso, ovvero donare la propria vita.

Armin sacrifica completamente se stesso qui, per dare una chance di vittoria e di sopravvivenza ad Eren e i suoi amici. Così facendo, e rinascendo poi come Gigante Colossale, Armin rinuncia anche alla sua umanità nel senso stretto del termine, diventando un mostro con un potere devastante.

Armin e la rinuncia ai suoi ideali e ai suoi valori. [Spoiler Manga]

E una volta data la tua vita, cosa può esserci di più grande da donare? Forse nel nostro mondo potrebbe essere considerato il sacrificio ultimo, ma non nel mondo di Shingeki No Kyojin.

Gli ideali infatti rimangono forse il concetto più importante per i personaggi de l’Attacco dei Giganti. I soldati sacrificano la loro vita in onore di essi: la libertà, la speranza, il desiderio di far trionfare la verità, la possibilità di andare oltre le mura e vivere davvero… Ma pensiamo anche al culto delle mura, ai quali viene estorta qualche informazione non con la tortura, ma con l’inganno. E questo vale anche per Marley, dove pur di portare in alto l’onore della madrepatria, Gabi, Falco e tutti gli altri sono pronti a dare tutti sé stessi, mentre Rainer, Annie e Berthold hanno ucciso migliaia di persone pur di inseguirli, pur sapendo di sbagliare. Se c’è qualcosa in cui credono, giusto o sbagliato che sia, i nostri daranno tutti se stessi per proteggere ciò in cui credono.

Ed è esattamente ciò che ha fatto Armin a Shiganshina. Morire per permettere ai suoi amici di vedere il mare. Ma Armin è di più, Armin ha di più.

Lo abbiamo già detto, Armin è quello che vuole sempre parlare, vuole sempre cercare una soluzione pacifica. Pensiamo a quando prova addirittura a capire Berthold e cercare di convincerlo a desistere nel fare quella battaglia che, col senno di poi, lo avrebbe visto sconfitto e divorato dallo stesso Armin.

E anche quando l’isola di Paradis inizia ad avere contatti col mondo esterno, Armin rimane sempre riluttante all’idea di andare in guerra. Salvo poi rinunciare a qualsiasi cosa abbia creduto usando il potere del gigante colossale.

Armin per tutti gli anni in cui è stato un soldato, ha ucciso un’unica persona per salvare un amico. Quattro anni dopo, Armin userà il potere del gigante colossale per distruggere un intero porto militare uccidendo anche centinaia di civili. E l’espressione di Armin nell’istante prima della trasformazione non lascia libera interpretazione. 

Al nemico, che un po’ rozzamente ma con un filo di preoccupazione gli chiede cosa ci faccia lì, solo su una barchetta, Armin volge uno sguardo dispiaciuto, che chiede perdono, perdono per un’azione che mai avrebbe pensato di compiere. Un’azione che va contro tutto ciò che fino a quel momento lo aveva guidato. Ma anche qui, Armin è un po’ vittima delle circostanze e deve farlo, deve uccidere. 

L'attacco dei giganti

Armin e il sacrificio finale. 

E infine eccoci qui. Armin, quel ragazzino codardo e fifone, che forse tutti noi avremmo deriso, è in realtà il più coraggioso di tutti. Nelle situazioni più pericolose, dove non c’era da esitare, dove era lui contro la morte, sua o dei suoi amici, Armin si è sempre fatto valere, dimostrando sempre il suo valore e il suo coraggio.

Ma ora, cosa è rimasto ad Armin? Quale potrebbe il suo ruolo nel finale de l’Attacco dei Giganti?

Il percorso di crescita di Armin inizia con l’uccisione di un umano per salvare un amico, prosegue con il sacrificio della sua vita per salvare tutti i suoi compagni e infine troviamo la contemporanea uccisione di un intero porto militare e di una moltitudine di civili e la rinuncia a tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento per salvare l’isola di Paradis.

Armin piano piano rinuncia ad una parte sempre più importante di se stesso per salvare sempre più persone. E a questo punto, l’unica cosa che è rimasta ad Armin… sono Mikasa ed Eren. I suoi due amici di infanzia, coloro che l’hanno sempre sostenuto e aiutato, supportato, che si sono battuti per la sua vita. E d’altra parte abbiamo tutto il resto del mondo. 

Seguendo un po’ questa scia, possiamo pensare che, in qualche modo, Armin rinuncerà definitivamente a Eren e Mikasa (forse uccidendoli?) per salvare la razza umana. Tra l’altro, ci sono anche alcuni discorsi emblematici che, visti da un’ottica diversa e decontestualizzati, possono essere visti un po’ come dei foreshadow di questo sacrificio finale che Armin potrebbe compiere.

Nel capitolo 27, l’armata ricognitiva è riuscita ad intrappolare il gigante femmina. Qui Armin fa un discorso sul sacrificio umano, riferendosi ad Erwin e Pixis, dicendo “le persone che possono cambiare il mondo sono anche quelle che riescono a separarsi di ciò che hanno di più caro. Sto parlando anche di rinunciare alla propria umanità se si tratta di tener lontani dei mostri“. Ed è incredibile quanto calzi con la crescita di Armin.

Ancora, nel capitolo 84, mentre c’è un’accesa discussione su chi, tra Erwin ed Armin, dovrà mangiare Berthold per tornare in vita, Floch dice che “solo un demone potrà sconfiggere tutti i giganti”. E invece Eren, ovviamente qui per convincere Levi a dare il siero ad Armin, dice un’altra cosa che, nell’ottica di questo articolo e ragionamento, potrebbe appunto essere letta in chiave diversa…

L'attacco dei giganti

Nel capitolo 97 infine, Eren parla con Falco dicendogli che a volte le persone compiono delle azioni che le portano verso l’inferno, azioni che possono essere anche dettate sia da loro stesse che dalle circostanze e che, talvolta, non si ha scelta. Eren conclude dicendo che solo chi avanza può vedere cosa c’è oltre l’inferno: ancora più inferno o la speranza. Speranza che, nel caso stretto di Eren, gli è sempre stata data da Armin fin dall’inizio, con i suoi discorsi sul mare e su tutto ciò che c’è al di fuori delle mura.

L'attacco dei giganti

Ovviamente, facendo riferimento anche alla traduzione letterale del titolo (Il Gigante che Avanza) e anche a ciò che farà Eren nei capitoli 121 e 122, è facile pensare che qui stia parlando di se stesso. Ma possiamo pensare ad un dualismo: se Eren è colui che avanza oltre l’inferno e lo fa perché è lui a deciderlo e oltre quello vedrà altro inferno, possiamo pensare che invece Armin è colui che avanza perché costretto dalle circostanze e che, superato l’inferno, vedrà la speranza. 

E quindi, Armin potrebbe essere la chiave per salvare la razza umana? Questa è una domanda molto spinosa in fin dei conti. Probabilmente avrà un ruolo decisivo però. Il fatto che sia praticamente l’unico propenso sempre al dialogo ma che ogni volta è stato malamente snobbato dà da pensare: pensiamo al momento in cui prova a difendere Eren dopo la sua prima trasformazione in gigante, dialogo subito dopo il quale gli è stata sparata una cannonata addosso, o al già menzionato tentativo fallito di dialogare con Berthold, o quando prova a parlare con Eren dopo la battaglia a Liberio ma viene riempito di pugni dall’amico.

Probabilmente alla fine Armin riuscirà ad avere un qualche dialogo e a farsi ascoltare e capire (forse con Ymir nei sentieri, o, nel caso di sconfitta di Eren, con qualcuno al di fuori delle mura) e, rinunciando ancora ad un’altra parte di se stesso, riuscirà a salvare il mondo… o quel che ne rimane. Se, rimane.

E voi cosa ne pensate di Armin? Credete che avrà un ruolo decisivo nel finale o che avrà lo stesso contributo degli altri?

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Lorenzo De Padova

Lorenzo De Padova

Laureato in economia aziendale, appassionato di manga, anime, videogames e pop music e in generale di ciò che non è mai scontato e banale.

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