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Miniavventura di Ener: Analisi e Teorie

Le miniavventure in One piece

Le miniavventure in One Piece sono un modo di raccontare pezzi di storia che vanno al di là delle vicende dei protagonisti, spesso riprendendo personaggi minori o secondari lasciati indietro, oppure utilizzate per portare avanti le storyline di alcuni villains principali dopo la loro sconfitta.


E’ così che ha visto la luce la miniavventura di Ener, una delle storie più discusse e più interessanti mai presentate all’interno del manga, realizzata tra il volume 44 e 49, nello specifico a partire dal capitolo 428 al 474. Vi do questi dati perché è importante che “Ener e le grandi manovre nello spazio” venga recuperata, prima di proseguire nella lettura dell’articolo.

La peculiarità di questa miniavventura è quella di introdurre tra le sue pagine informazioni di importanza potenzialmente vitali per conoscere il macro universo di One Piece.
Prima di essa infatti, non sapevamo dell’esistenza di altre forme di vita nello spazio al di fuori del pianeta del Mare Blu. Come detto, questa è stata introdotta nel volume 44.

La saga di Enies Lobby giungeva quasi al termine, da poco avevamo letto il flashback di Ohara con Nico Robin, scoprendone all’interno una scan, un’unica immagine, col mappamondo completo del pianeta, circondato da ben sei lune, una di queste collegata ad un altro piccolo satellite a sua volta.

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Da quel momento, la community è letteralmente impazzita nelle speculazioni.
Perché nelle notti in One Piece vediamo sempre e soltanto una sola luna per volta? Come influenzano tutti questi satelliti le maree? Quali sono le fasi lunari?

Ma forse l’unica domanda veramente importante da porsi è: perché ad un certo punto nella storia del manga Eiichiro Oda ha sentito il bisogno di introdurre tutti questi elementi?
Per cercare di rispondere, dobbiamo fare un passo in avanti ed addentrarci nell’analisi delle informazioni a cui la miniavventura di Ener ci ha introdotto.

NON SIAMO SOLI

Con questa affermazione non si sta facendo riferimento agli automi divenuti poi il nuovo esercito di Ener, piuttosto ci si riferisce ai pirati dello spazio che ci fanno intuire quanto in realtà il mondo di One Piece sia vasto e ancora misterioso.
A Sabaody infatti abbiamo scoperto che le razze conosciute in One Piece sono schedate alla casa d’asta, dalle più rare ed inestimabili fino a quelle più comuni e meno appetibili.
Da nessuna parte si fa cenno agli esseri apparsi sul warth fatato che oltretutto è bene precisare sono tutti dissimili tra loro.

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Non solo: a giudicare dal serpentone sullo sfondo che sembra lavorare anch’esso agli scavi, lo spazio in One Piece non è abitato solo da creature umanoidi ed intelligenti, ma anche da alcune specie di animali.
Collegandoci a quanto riportato sopra, è assai probabile, ma non scontato, che queste creature provengano da un altro dei satelliti che abbiamo visto sul planisfero e, a giudicare dal fatto che stessero scavando sulla luna per riportarne alla luce le antiche rovine, sono a conoscenza delle stesse.

Di certo non sembrano brave persone: sono armati e non hanno avuto scrupolo nei confronti dei robottini che vigilavano sulla Luna prima del loro arrivo.
Resta da capire i motivi di questi scavi: sono interessati alle ricchezze della città sotterranea un po’ come l’oro a Shandora? o c’è dell’altro nascosto nelle profondità della terra?

Purtroppo per loro gli scavi sono stati bruscamente interrotti ma chissà, se era davvero importante ai fini della storia, nulla vieta in un possibile ritorno dei pirati dello spazio. Magari proprio in assenza di Ener.

LE INCISIONI

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Il punto focale della miniavventura di Ener si concentra su due scan in particolare che raffigurano presumibilmente la nascita dei popoli del mare blu, o per lo meno di alcuni di essi.

In breve infatti ci viene svelato che in origine questi tre esseri umani (non sappiamo se fossero davvero tre, oppure se ognuno di essi simboleggiasse un popolo a sé) abbandonarono la Luna per atterrare sul Pianeta Blu alla ricerca di risorse, lasciando che a custodire la Luna e la città sotterranea restassero i robottini da loro creati.
Tra l’altro occorre domandarsi: perché è così importante che qualcuno rimanga a proteggere tali rovine? Ci ritorneremo.

Se osserviamo i tre esseri umani nello specifico, saltano all’occhio diversi particolari davvero sorprendenti.
Innanzitutti, i copricapi.
L’uomo sulla sinistra difatti indossa un copricapo molto simile a quello degli Shandia, quello più a destra invece veste delle antenne simili a quelle che abbiamo già visto indossare dagli abitanti di Skypeia.

Non esiste ad oggi ancora un corrispettivo che ricordi il copricapo dell’uomo al centro, pertanto possiamo solo fare delle ipotesi a riguardo: se diamo per assodato che queste incisioni ci stiano raccontando un’antichissima storia di origini delle civiltà, allora potrebbe avere un senso immaginare che l’uomo al centro rappresenti un popolo del Mare Blu, magari proprio il popolo del Grande Regno che andò distrutto nel Secolo Buio.

Si nota inoltre che l’uomo a destra presenta orecchie piuttosto allungate, non tanto quanto quelle di Ener, ma comunque anomale.
Difficile che si tratti di orecchini, anche perché ne vengono indossati dall’uomo sulla sinistra e sono decisamente diversi.
E qui entra in gioco la didascalia delle cover: scopriamo infatti che l’antica città lunare si chiama Bilca. Guarda caso, proprio come la Bilca su cui è nato Ener.

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LA TECNOLOGIA

Esistono una serie di indizi piuttosto lampanti che ci indicano come questi antichi abitanti lunari fossero in possesso di capacità tecnologiche avanzate.
Innanzitutto, i robottini sono stati creati dalle loro stesse mani. Esseri talmente avanzati in grado di provare emozioni, a giudicare dal fatto che stessero piangendo quando i tre umani raffigurati li abbandonarono per raggiungere il pianeta.

Oltretutto, quando il tenente Spacey decide assieme ai propri commilitoni di raggiungere la luna per scoprire cosa sia accaduto in merito all’esplosione osservata con Tsukimi, lo fa aggrappandosi a quelli che sembrano essere dei palloncini.
Questa idea però non è di sua invenzione. Molto probabilmente viene infatti tramandata da tempo immemore, e siccome Tsukimi era uno scienziato terrestre, è molto probabile che sia stato lui ad aver insegnato a Spacey questo bizzarro modo di spostarsi volando.

Scopriamo infatti che i palloncini erano un’invenzione antichissima, tant’è che anche nelle raffigurazioni di cui parlavamo sopra ne fecero uso i tre capostipiti.
Non solo: sembra che questo studio sia talmente diffuso tra alcuni popoli da essersi trasformato addirittura in un modo per sorreggere le isole nel cielo.
Insomma, non è cosa da poco.

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Arriviamo al nocciolo della questione.
Questi indizi ci danno già un’idea del livello tecnologico in dotazione a questi antichi progenitori, e l’ultimo tassello l’abbiamo proprio sulla Luna.

Quando infatti Ener scaglia la propria elettricità addosso alla vecchia città sotterranea, questa si riattiva totalmente: l’energia viene incanalata attraverso i corridoi da dei macchinari appositi, ed improvvisamente gli antichi robottini preposti alla guardia si risvegliano.

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E’ assurdo immaginare che la città si sia riattivata per una casualità, pertanto si può ipotizzare che già in tempi antichi questa sia stata costruita proprio con l’intento di rispondere in caso di una grande forza elettrica. Una come il rombo rombo.
Nella cover 34, immediatamente prima delle immagini con le incisioni, troviamo infatti sullo sfondo alle spalle di Ener una sorta di ampolla dove l’energia elettrica va a riversarsi ed immagazzinarsi.
Una sfera che guarda caso ricorda tantissimo quella presente nella cover successiva, sopra al robot in fase di costruzione.

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Insomma, sembra proprio che l’elettricità abbia ricoperto un ruolo fondamentale in passato per far prosperare questo popolo.

Ad oggi però, che noi sappiamo solo il rombo rombo è in grado di produrre questo tipo di energia.

Cerchiamo di collegare quindi i pezzi.
Degli antenati di Bilca abbandonano la Luna alla ricerca di risorse. Uno di questi si stabilisce in un’isola nel cielo e la rinomina alla stessa maniera.

Qualcuno che di aspetto oltretutto è simile a Ener. Centinaia di anni dopo questi nasce proprio sull’isola nel cielo di Bilca e la distrugge. Ha sentito parlare di una “Terra degli dei”, il Warth Fatato, e decide di raggiungerla. In qualche modo, Ener è in possesso del frutto Rombo Rombo, probabilmente dunque era custodito proprio sulla sua isola natale.
E guarda caso, lo stesso Ener è in grado di costruire un’imbarcazione, l’Arca Maxim, in grado di volare a raggiungere il warth fatato proprio grazie al Rombo Rombo.
Non possono essere tutte coincidenze.

TEORIE A RIGUARDO SULLA MINIAVVENTURA

Sulla Luna in tempi antichi è possibile che fosse custodito il Rombo Rombo, magari si tratta di un frutto che di generazione in generazione veniva tramandato, tanto che la città sotterranea era in grado di alimentarsi solo grazie ad esso.


Ma anche se fosse, restano diverse domande: che cos’è davvero quella città? perché è così importante per i pirati dello spazio? perché i robot sono rimasti per tutto quel tempo a proteggerla?
Forse dunque c’è qualcosa di più. Difficile che i pirati dello spazio fossero lì solamente per le rovine, forse queste rappresentano qualcos altro. Magari un’arma?
Si tratterebbe di un’arma che può essere attivata solo da un custode specifico, il possessore del frutto del diavolo rombo rombo, magari proprio un’arma ancestrale.


Costui fungerebbe da chiave di sicurezza in caso in cui venga a mancare, poiché in sua assenza la città si spegnerebbe totalmente. E questo potrebbe essere anche un secondo motivo per il quale all’epoca queste persone decisero di abbandonare il suolo lunare.
Insomma, i robottini potrebbero star obbedendo senza fiatare ad Ener non tanto per una qualche forma di lealtà verso colui che ha scacciato gli invasori, ma perché il custode del tanto ambìto frutto.

Se davvero questa città, o la luna stessa, fosse un’arma ancestrale, allora il ritorno di Ener non sarebbe più poi così improbabile.
In un precedente articolo si faceva riferimento alla questione della luna parlando del magnete che ha assorbito prima del timeskip la nave Nostra Castello di Capone. Secondo voi parliamo dello stesso oggetto?

La domanda sorge spontanea se si torna ancora una volta a mirare le incisioni delle cover 35 e 36: se osserviamo la struttura su cui viene costruito il robot nella prima, e su cui poggiano i robottini nella successiva all’addio dei progenitori, notiamo infatti una sorta di forma sferica, quasi come se i personaggi si trovassero all’interno di una nave o astronave.

Pensate che sia così assurdo immaginarsi un’imbarcazione volante molto più grande di Maxim che in tempi antichi venisse alimentata da un frutto del diavolo e si trasformasse in un’arma?
Uranus per esempio?

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Magari è questo il motivo per i quali i pirati dello spazio stavano scavando così insistentemente. Magari è a questo che miravano.
Ma chiaramente sono solo ipotesi. Fateci sapere qual è la vostra idea in merito!

Chiudiamo quindi con la domanda di partenza: perché ad un certo punto nella storia del manga Eiichiro Oda ha sentito il bisogno di introdurre tutti questi elementi?

Forse perché questi elementi faranno prima o poi parte della storia principale.
E’ indubbio che la miniavventura di Ener sia stata una mosca bianca tra tutte le altre miniavventure che sì, in alcuni casi hanno comunque portato avanti la trama principale o alcuni personaggi, ma mai in questo modo.
Tutto lascia pensare che le incisioni trovate nella città sotterranea sulla Luna siano importanti ai fini della storia, pertanto non possono più essere ignorate.

Oltretutto lo scenario che si prospetterebbe sarebbe davvero cupo: avremmo un dio possessore di un rogia e allo stesso tempo l’unico essere in grado di azionare un’arma (ancestrale?) in arrivo sul finale del manga.
Insomma, si può davvero speculare un sacco a riguardo. Ener avrà ancora un ruolo nella storia? In che maniera verrebbe reintrodotto?

E del resto dello spazio, o almeno dei satelliti intorno alla terra, si saprà mai null’altro?
Abbiamo scoperto quanta vita c’è lassù nei cieli, sarebbe davvero un peccato che niente di questo venisse approfondito.
E voi Commodoriani che ne pensate di tutta questa faccenda? Fatecelo sapere commentando qui sotto o sui nostri canali social!

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Lorenzo Suigi

Lorenzo Suigi

Appassionato fruitore di One Piece da quasi 15 anni, amo discuterne in ogni angolo del web tra forum, pagine Facebook, dirette Youtube e gruppi.

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