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Final Fantasy 7 Remake è un videogioco, non un episodio

Final Fantasy 7 non è Life is Strange, non abbiate paura

“Ma non vale 70 €, è solo la prima parte”
“No, non lo compro, è un titolo castrato” 
“Ma gli episodi sono un furto, il gioco lo volevo completo” 
“Sarà anche bello, ma mi gioco la GOTY con tutti gli episodi

Queste sono solo alcune delle lamentele dell’utenza che, trepidante, attendeva il lancio di Final Fantasy 7 Remake, arrivato oggi su PlayStation 4 in esclusiva temporale. Lamentele che non poggiano su alcuna base, utili solo a generare confusione tra i tanti videogiocatori che non vedevano l’ora di mettere le mani sul nuovo titolo targato Square Enix. Sembra doveroso dunque fare un po’ di chiarezza, e ribadire un concetto chiaro e conciso: Final Fantasy 7 Remake è un videogioco, non è un episodio.

Final Fantasy 7

Partiamo dal definire la concezione di videogioco ad episodi. Telltale, con il suo The Walking Dead, DontNod, con il suo Life is Strange, così come tantissime altre software house, utilizzano da tempo un tipo di pubblicazione che avvicina il medium videoludico al mondo delle serie TV. I loro titoli infatti vengono pubblicati, esattamente come un qualsiasi show di HBO, ad episodi; ciò non perchè il titolo non fosse pronto ad essere messo sul mercato come un unicum ma perchè la narrativa ideata dagli sviluppatori è volutamente intrisa di cliffhanger ed altri espedienti, molto ben riusciti, utili a generare hype nel videogiocatore/spettatore. Siamo quindi davanti ad una scelta ben precisa e pensata, che d’altronde ha riscosso enorme successo in particolare con i titoli menzionati in precedenza che da rivoluzionari sono diventati la norma. L’utente che però acquista Life is Strange o The Walking Dead, non acquista un episodio; acquista un videogioco pubblicato ad episodi, sia che esso decida di comprarli singolarmente, sia che invece preferisca acquistare l’intero pacchetto. Nessuno dunque si sognerebbe mai di dire che Life is Strange è solo l’episodio 3, ma è l’episodio 3 ad essere parte di Life is Strange. Può sembrare un discorso complicato, ma così non è. Un episodio, da solo, non fa QUEL tipo di videogioco; sono l’insieme degli stessi a creare un titolo nella sua interezza. Come diceva qualcuno, “è la somma che fa il totale“.

La concezione di gioco ad episodi va ovviamente distinta con quella di sequel. Per riprendere l’esempio fatto in precedenza, l’episodio 2 di Life is Strange non è un sequel, mentre Life is Strange 2 è effettivamente il naturale seguito del primo. Siamo sommersi da esempi di sequel, quindi non c’è bisogno di dilungarsi più di tanto su questo concetto estremamente semplice. Basti dunque pensare al mondo della letteratura, dove i seguiti, perdonate il gioco di parole, FANNO PROSEGUIRE una storia con un nuovo libro, mentre i capitoli, che in questo caso sono assimilabili agli episodi, raccontano la storia di QUEL libro. Nessuno dunque si sognerebbe mai di dire che il recentemente rinviato sequel di The Last of Us, che ironicamente ha il sottotitolo di Part II, non valga i soldi che costa perchè “è un episodio”. Lo stesso varrebbe per un ipotetico God of War 2: nessuno si azzarderebbe ad affermare che il primo, data la secret ending, sia un gioco incompleto e che quindi il secondo episodio sia una mossa di Santa Monica utile solo a spillare soldi all’utenza.

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Chiariti questi due concetti, arriviamo dunque a Final Fantasy 7 Remake. Il ritorno di Cloud e compagni è senza alcun dubbio, come avrete già avuto modo di capire, uno dei migliori videogiochi attualmente sul mercato. Un titolo ricco, vario, e divertente, che meriterebbe di essere giocato da tutti gli appassionati. Un titolo che ci ha stupito, e tanto, e che ha sfamato la voglia di rivedere Midgar e di rivivere una storia meravigliosa. Storia che è stata ampliata, resa più ricca di sfaccettature, e che eleva i comprimari dell’originale a qualcosa di più di comparse e/o macchiette. Basti pensare a Jesse, meravigliosa componente di Avalanche, che ha ricevuto una caratterizzazione ottima, fatta di linee di dialogo piuttosto interessanti e di un background di tutto rispetto. È vero che il titolo si ferma alla fuga da Midgar, ma è altrettanto vero che il percorso che porta verso i titoli di coda, anche, ma non solo, dal punto di vista narrativo, è stato allungato in maniera eccellente e per certi versi naturale, tale da rendere una sezione originaria di poche ore un videogioco completo sotto tutti i punti di vista, lungo ben 30 ore. Il viaggio di Cloud scorre dunque in maniera ritmata, incessante, ma comunque naturale e senza momenti di stanca. Non vi è stato dunque il tanto temuto “allungamento di brodo” utile a dividere il gioco originale in tre parti. Ed è qui che vogliamo arrivare. Come abbiamo già spiegato in sede di recensione, Square Enix ha fatto di Final Fantasy 7 Remake una saga vera e propria, una totale reinvenzione del titolo che ci fece sognare nel lontano 1997. Una saga che, come tante altre, non racconta la sua storia in un’unica istanza, ma lo fa prendendosi i suoi tempi. Tempi che richiedono, per forza di cose, non un secondo episodio ma un vero e proprio sequel. Un titolo unico, data la mole del progetto, non avrebbe mai potuto sostenere il peso dell’ambizioso progetto che la software house nipponica aveva in cantiere, nè avrebbe potuto reggere un impianto narrativo rivoluzionato, approfondito e rinnovato. Alcuni potrebbero accusare Square Enix di mancanza di chiarezza comunicativa, ma rileggendo le interviste dei vari soggetti coinvolti nel progetto, appare chiara la loro volontà di creare qualcosa di più di un semplice remake, sfruttando l’enorme portata mediatica propria di un titolo che ha fatto la storia del videogioco nei gloriosi anni ’90.

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Certo, alcuni di voi potrebbero obiettare quanto detto fino ad ora, dato che un Final Fantasy VII già esiste e mette in scena una storia completa, facendo di questo remake, appunto, un episodio; vero, ma quello era UN ALTRO Final Fantasy 7, era un altro prodotto, un altro videogioco, nato in un’altra epoca e rispondente ai canoni ludici e narrativi di quell’epoca. Essendo questo remake un titolo che punta non a riproporre ma ad evolvere in tutti gli aspetti l’opera da cui prende spunto, bisogna considerare lo stesso come un nuovo videogioco, una nuova opera, un nuovo inizio di una saga meravigliosa. Il freno imposto all’acquisto dalla parola “episodio” dunque, nasce dal semplice fatto che l’utente appassionato già conosce tutte le vicissitudini vissute da Cloud, Aerith e compagni; conosce Sephirot, Jenova, conosce addirittura il finale del gioco. Il punto è che quelle vicende fanno parte di un altro titolo, che appartiene alla storia del videogioco e che può essere rigiocato su praticamente qualunque piattaforma. Final Fantasy 7 Remake è un’altra storia. È l’inizio di una nuova saga, di una nuova storia, ed è un grande, grandissimo videogioco, superbo sotto quasi tutti i punti di vista. Un gioco che meriterebbe di essere acquistato a scatola chiusa solo per l’importanza da lui ricoperta all’interno del medium. Un videogioco che è molto più di un episodio.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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