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L’elettronica di consumo è un bene essenziale?

I dispositivi informatici e dell’ICT sono essenziali per l’uomo di oggi. Non solo per la comodità e la capacità di “portarci ovunque”, decantata ormai da decenni. Il punto è che da lì ormai passa la maggior parte del flusso informativo. Forse non è così scontato, soprattutto per chi ha una visione pessimistica di questi strumenti. Però, in questi anni e in quelli a venire, non avere (almeno) uno smartphone significa essere potenzialmente tagliati fuori da vita sociale, news, servizi, carriera. Il fenomeno è ancora più amplificato da Covid-19: in questo periodo infatti viaggiano sul web anche informazioni che normalmente passerebbero per altri canali. Fortunatamente il nostro governo si è mostrato consapevole di tutto ciò, dichiarando l’elettronica di consumo come un “bene di prima necessità”.

illustrazione di dispositivi elettronici: smartphone, tv, gamepad, eccetera

Le decisioni del governo in materia

L’elettronica di consumo è stata inserita tra i beni di prima necessità durante l’emergenza Covid-19 nel DPCM 11 marzo 2020 e nei decreti seguenti, soprattutto per quanto riguarda le riparazioni. Sono autorizzati infatti:

  • negozi specializzati (codice ateco 47.4), come ad esempio Unieuro;
  • negozi non specializzati (codice ateco 47.19), come i supermercati;
  • store online, da cui potete acquistare qualsiasi tipo di merce. Vi consigliamo comunque di non sovraccaricare troppo i corrieri se non necessario, in un periodo tanto complicato. A tal proposito, cercate di acquistare solo ciò che vi serve davvero e di raccoglierlo in un solo ordine. Inoltre, i ritardi nelle consegne sono dietro l’angolo, a causa delle misure igienico-sanitarie adottate dalle aziende.

scatole di dispositivi elettronici

Non tutto va a gonfie vele…

Un potenziale problema risiede nella distribuzione all’ingrosso. Infatti, per le imprese che si occupano di rifornire i negozi fisici, l’autorizzazione ad operare non è esplicita nei decreti. Anzi, il DPCM 22 marzo delega la decisione ai prefetti delle singole province. Nel caso in cui il prefetto decida di interrompere determinati rifornimenti, dice l’AIRES, alcuni prodotti potrebbero mancare dagli scaffali (prima che vi fiondiate nel negozio più vicino a casa, però, informatevi sulla decisione della vostra provincia).

Il caso di Amazon, invece, è diverso: molti dei suoi articoli arrivano da fornitori esteri, quindi non soggetti alla legge italiana. La mancanza di alcuni prodotti è dovuta ad una politica interna ad Amazon, volta a dare la priorità a beni primari come la spesa e la cura della casa.

Cosa stanno decidendo le singole imprese di elettronica?

Tutto ciò non toglie alle imprese la facoltà di prendere in autonomia misure più restrittive di quanto previsto: sia Mediaworld che Apple Store sono chiusi e si affidano esclusivamente alle vendite online. Unieuro, invece, tiene aperti alcuni negozi dal lunedì al venerdì.

negozio elettronica di consumo

In conclusione, il nostro consiglio è: mettete la mascherina, rispettate sempre la distanza di sicurezza e, se possibile, acquistate online: d’altronde, attendere la consegna del vostro ultimo device non è forse la parte più bella?

FONTI: AiresItalia, DDAY.it, TechPrincess, LaStampa

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