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Yooka-Laylee and the Impossible Lair – recensione della nuova avventura di Playtonic

Yooka e Laylee tornano per affrontare Capital B e l’Impossible Lair in un platform che è riuscito a sorprenderci. Sarà questo il futuro della saga?

A due anni dall’uscita del primo capitolo, Playtonic Games ritorna alla ribalta confezionando una nuova avventura per il suo dinamico duo che, dopo tanti anni, riprende le redini lasciate orfane da Banjo e Kazooie. Tuttavia, Yooka-Laylee and the Impossible Lair non si configura come un seguito diretto del primo capitolo, bensì uno spin-off a causa della svolta non indifferente che la serie ha intrapreso a livello di gameplay. Se questa sia una mossa definitiva da parte del team di sviluppo per “rivitalizzare” la saga, che ha visto un inizio non proprio entusiasmante, non ci è dato saperlo per il momento e con tutta probabilità ciò potrebbe dipendere dal successo di questo secondo capitolo.

Se avete letto la nostra anteprima al titolo, saprete già su quali basi si poggia la nuova avventura del dinamico duo: Capital B è tornato e questa volta vuole allungare la longa manus del capitalismo sul Royal Stingdom, un magico regno dominato dalle api e governato da Queen Phoebee. Il titolo comincia proprio con Yooka e Laylee evocati all’interno del regno e impegnati a superare l’Impossible Lair. Nonostante i nostri sforzi, Capital B risulterà essere troppo arduo da sconfiggere e saremo sbalzati fuori dal livello sconfitti. Paradossalmente, l’Impossible Lair è a tutti gli effetti un livello impossibile da superare senza qualche cheat e risulterà anche la nostra destinazione finale per sventare i piani del capitalista che vuole schiavizzare le api. Starà quindi a noi rigenerare il Beettalion perduto e affrontare nuovamente il cattivone.

Yooka-Laylee and the Impossible Lair

Così come per il suo predecessore, la trama è molto semplice e non presenta particolari risvolti, va avanti lineare e risulta gradevole. Ma non è questo l’aspetto più importante di Yooka-Laylee and the Impossible Lair , quanto più una piccola scusa per tutto ciò che verrà dopo quali le modalità di gameplay.
Come già illustrato, usciti dal livello impossibile possiamo già osservare i primi cambiamenti. Il vasto mondo del vecchio capitolo, che tanto strizzava l’occhio al buon vecchio Banjo, lascia il posto ad un overworld che fungerà da hub centrale e dal quale accedere ai vari livelli (definiti chapter). L’overworld si presenta ampio e soprattutto si presenta pieno di cose da fare. Non sarà necessario semplicemente avanzare per i livelli per completare il gioco, la progressione si presenta su due livelli: quella relativa ai vari stage e quella relativa alla mappa principale. All’inizio saranno disponibili una piccola mangiata di Chapter e per proseguire saremo costretti a muoverci nel Royal Stingdom, superare i suoi ostacoli e i suoi enigmi per accedere ad altri livelli ancora e via discorrendo.

L’overworld si presenta bene, esteticamente colorato e gradevole, cartoonesco nel suo design come ci si aspetterebbe, ma nonostante ciò curato, recuperando così tutti gli stilemi che abbiamo già visto nel capitolo precedente. Gli enigmi all’interno sono tra i più disparati e ci richiederanno di attivare meccanismi, spostare oggetti, distruggere muri, far crescere piante e bruciarne delle altre e così via, in uno stile che ci ricorda vagamente i bei tempi passati a risolvere i puzzle nei dungeon 2D dei Zelda per GameBoy. In questa grande festa non manca di certo nemmeno la presenza, disseminata qua e là, dei personaggi della saga. Ecco che incontriamo dopo pochi minuti di gioco Vendi, che ci fornirà i tonici dai più disparati effetti (e fidatevi che alcuni sono davvero fuori di testa), vere e proprie abilità passive che ci aiuteranno nei livelli; o il serpente Trowzer che con una nuova veste ci sbarrerà la strada con una serie di paywall da pagare (naturalmente con delle speciali monete in-game), superati i quali ci verrà sbloccata una nuova macro-area dell’overworld oppure come non citare le Pagie che, attraverso un minigame (alcuni anche piuttosto carini) vanno a modificare il level design della mappa. I segreti da scoprire nel mondo di gioco sono davvero tanti e ogni sezione offre sempre nuove soluzioni e rompicapi per sbloccare o salvare questo o quello. Le stesse sezioni sono intervallate da piccoli boschi, case e altri elementi che all’interno rivelano altri enigmi da risolvere, NPC da salvare e aiutare e stage da completare.

Yooka-Laylee and the Impossible Lair

La mole di cose da fare nella mappa principale vi ruberà non poco tempo alla parte platformica, andando a equilibrare il tempo di gioco tra le due componenti del gameplay. È il caso di discutere della seconda di esse, quella relativa agli stage. La vera novità del titolo è proprio in essi: Yooka e Laylee saranno chiamati a superare le sfide che si nascondono nel regno delle api in una soluzione squisitamente 2D. I livelli funzionano sotto ogni punto di vista. Stupisce in particolar modo il level design per una serie di scelte assolutamente azzeccate in grado di rendere più complesso e più semplice il completamento a seconda delle proprie intenzioni. In alcuni casi, infatti, ci si dovrà ingegnare per recuperare tutte le piume e le monete TWIT sparse in giro. I livelli offrono anche stanze segrete, luoghi vuoti solo in apparenza e simili, con tanto di piccoli spunti o aiutini da parte di un uso ottimo del level design che, strizzando l’occhio al giocatore per suggerirgli che “potrebbe” esserci qualcosa, permette all’esplorazione di essere sempre appagata nella sua volontà di curiosare. La difficoltà in sé degli stage, sebbene tarata verso il basso nei livelli iniziali, risulta essere ben calibrata man a mano che si progredisce con l’avventura, dimostrando che la semplicità iniziale fosse solo un espediente tecnico per permettere a tutti di entrare nelle meccaniche di gioco.

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Meccaniche che andranno via via imparate e affinate per superare al meglio tutte le sfide. Seghe elettriche, piattaforme a forma di mulino, getti d’acqua, corde da usare come liane e dirupi innevati attenderanno la strana coppia di eroi. Gli elementi che compongono i livelli non sono tantissimi, c’è da dirlo, ma sono ben sfruttati per rendere il meglio possibile da essi e la creatività ai Playtonic di certo non è mancata. A proposito di creatività, un elemento davvero interessante che costituisce una vera chicca di design è la possibilità di influenzare i livelli dall’overworld attraverso di qualche di oggetti o la risoluzione di qualche enigma ambientale. Ad esempio, con una bomba glaciale è possibile ghiacciare un livello con una folta presenza di acqua e trasformare così l’acqua al suo interno in ghiaccio cambiando drasticamente lo stage e permettendo di giungere in punti non accessibili prima. Questo discorso può valere al contrario, cioè completare lo stage va sconvolgere l’overworld, ad esempio ci verrà chiesto di ripercorrere un livello a ritroso per aprire un cancello all’esterno. Una volta modificato un livello attraverso l’ambiente non sarà possibile scegliere quello che si desidera, bensì sarà necessario andare a modificare all’esterno le condizioni di quel chapter (bloccando l’acqua o scongelando il livello), questo permette di impegnare il giocatore da un punto di vista “strategico” per scegliere bene di che cosa lui abbia bisogno in quel momento, visto che si potrebbe aver bisogno di inondare un livello ma un altro e così via.

Yooka-Laylee and the Impossible Lair

Se non l’abbiate capito, ci riserviamo di chiarire le cose in chiusura: Yooka-Laylee and the Impossible Lair ci ha divertito e parecchio anche. Il titolo non è esente da difetti, sia chiaro, tra tutti spicca la già citata semplicità (sebbene le difficoltà non manchino, sia chiaro) e una poca propensione a innovare o quantomeno a uscire dagli schemi di un genere già bello consolidato e cristallizzato nel tempo. Il punto su cui premiamo però è: c’è davvero così bisogno di innovare? La risposta giocando a Yooka-Laylee è no. Il team di sviluppo aveva delle idee interessanti che potevano funzionare bene col titolo, ma è chiaro che l’intento di creare qualcosa di nuovo è sempre stato e rimane marginale (non dimentichiamo, inoltre, che Playtonic Games è giovane e ancora non del tutto esperta). Tuttavia, se vogliamo considerare di per sé la saga del camaleonte e della pipistrellina, questo è un notevole cambiamento che potrebbe andare a modificare il franchise stesso.
Se siete rimasti orfani di Banjo e compagnia, con Yooka e compagni potreste cominciare a sentire un certo sollievo. Se la saga dovesse continuare su questi livelli, ci sarà davvero da divertirsi.

VOTO: 8.2

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