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Stranger Things 3: come è andata?

Stranger Things 3 avrà fatto centro? Scopriamolo insieme

La terza stagione di Stranger Things, pubblicata su Netflix nel luglio 2019, si è appena conclusa lasciando la critica piacevolmente colpita dopo una non del tutto positiva seconda stagione.

Trama

La trama è stata spezzata in più sotto trame, le quali dimostrano una maggiore attenzione nei dettagli, non solo con i personaggi principali ma anche con i secondari. Possiamo, infatti, trovare 4 sotto trame: Joyce e Hopper, Nancy e Jonathan, Undici e gli altri ragazzini e infine Steve e Robin. Ogni gruppo è separato dagli altri per buona parte della trama, andando poi a ricongiungersi soltanto alla fine.

Ogni piccola trama ha il proprio obbiettivo, la propria evoluzione dei personaggi e un proprio modo di portare avanti gli eventi.  Quindi l’intreccio degli eventi è decisamente aggrovigliato, però restando sempre chiaro e facile da seguire. I quattro gruppi separati affrontano aspetti diversi dello stesso problema: gli esperimenti dei russi nella cittadina di Hawkins, ambientati a metà degli anni ottanta. L’evento davvero interessante è come dopo buona parte della serie, i vari gruppi si incontrino e mettano insieme le proprie conoscenze riguardo al problema comune. Pur avendo seguito strade totalmente opposte, tutti i gruppi risultano utili agli altri.

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Direzione artistica

È impossibile parlare di Stranger Things senza nominare: colonna sonora, ambientazione, costumi e riferimenti alla cultura degli anni 80.

  • La colonna sonora si riconferma un punto cardine della serie tv. Non solo moltissimi brani, ma la stessa sigla di apertura ha colpito gli spettatori, raggiungendo risultati più che soddisfacenti nelle piattaforme di streaming per canzoni. Le quali sono in pieno stile anni 80, spolverate al punto giusto e riproposte in chiave più contemporanea.
  • L’ambientazione è decisamente il punto cardine di questa stagione. Maniacale non solo nei dettagli ma anche nello sguardo generale. Spicca fra tutti il centro commerciale, dove i protagonisti passano moltissimo tempo, il quale trasporta lo spettatore a rivivere quegli anni. In particolare, le luci non sono mai fuori posto, soprattutto nelle scene buie. Da segnalare l’uso di luci al neon con la gamma cromatica della bandiera americana, colori decisamente in voga in quel periodo.
  • Anche i costumi fanno centro. Sono sempre adatti alla situazione, aiutando lo spettatore a calarsi nell’atmosfera di quegli anni.
  • La serie è piena di riferimenti alla cultura, non solo cinematografica, degli anni 80. Moltissimi dei quali sono apertamente mostrati allo spettatore, in primis Ritorno al Futuro, altri sono ben nascosti, come le riprese che ricalcano e omaggiano scene e pellicole horror di quel periodo.

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Recitazione

La recitazione è generalmente di buon livello, ma spiccano due attrici: Winona Ryder e Millie Bobby Brown. Winona, nel ruolo di Joyce Byers, è finalmente tornata ad avere un ruolo centrale, dopo una seconda stagione nella quale fu messa in ombra, così da poter far splendere l’attrice. Infatti nel ruolo di Joyce troviamo, sulle orme della prima stagione, molte scene iconiche recitate dall’attrice. Millie Bobby Brown, nel ruolo di Undici, ha sorpreso la critica stessa, poiché nonostante la giovane età ha dimostrato di poter reggere il peso di una serie importante come Stranger Things, fruttandole numerosi contratti con altre produzioni. Seppur le poche linee di dialogo è impossibile non provare empatia per Alexie, che ha conquistato buona parte dei cuori degli spettatori.

Commento

Una stagione che tutto sommato è stata decisamente apprezzata da pubblico e critica, non solo per quanto riguarda i personaggi ma anche per trama e regia. Eleven, finalmente, non è più l’unica vera protagonista. Questa stagione ha infatti esaltato tutti i personaggi dando loro una propria sotto trama da seguire. Mentre nella prima stagione Undici ha sconfitto il Demogorgone da sola, nella seconda ha chiuso la porta praticamente da sola, qui, nella terza stagione, c’è stata una forte cooperazione tra i personaggi per risolvere il problema. Da segnalare anche la volontà della produzione di calarsi negli anni in cui è ambientata la serie, attraverso alcuni riferimenti (come la lotta di genere che una donna doveva affrontare e l’opposizione ideologica al comunismo) tipici di un America nell’85.

Stranger Things, si riconferma la serie di punta di Netflix con traguardi più che stupefacenti, consigliata a grandi e piccoli.

Voto: 9+

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Andrea Masciarelli

Andrea Masciarelli

21 anni, studente di Ingegneria Informatica, da sempre con la passione per Serie Tv, Film e Videogiochi

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