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Bitcoin: muore fondatore di un exchange, ma è l’unico che conosce la password

Dopo il boom dei Bitcoin, il mondo delle criptovalute è diventato sempre più accessibile, e può rivelarsi piuttosto redditizio. Tuttavia, c’è un lato negativo: mancano ancora delle regolamentazioni, e anche il più banale degli imprevisti potrebbe mandare in fumo migliaia e migliaia di dollari. Ed è ciò che è successo ad alcuni investitori dopo la morte del proprietario di un exchange di criptovalute, unico custode della password necessaria per la gestione del denaro digitale.

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L’accaduto

Siamo in Canada. Nel 2014 Gerald Cotten fonda QuadrigaCX, un exchange di criptovalute destinato a diventare il più importante del Paese. Così importante che Cotten prende ogni tipo di precauzione possibile, premurandosi di esserne l’unico gestore e di effettuare le operazioni solo e unicamente dal suo computer personale, di cui solo lui conosce la password.

Cotton però è affetto dal morbo di Chron, condizione che lo porta alla morte prematura. Muore il 9 dicembre all’età di soli 30 anni, mentre si trovava in viaggio in India per aprire un orfanotrofio destinato ad accogliere i bambini bisognosi.
Insieme a lui se ne vanno anche la password e 26.500 bitcoin, 11.000 bitcoin cash, 11.000 bitcoin SV, 35.000 Bircoin gold, 200.000 litecoin e 430.000 ethereum, per un valore stimato di 150 milioni di dollari.

Le conseguenze

La vicenda ha destato non pochi sospetti: in molti hanno pensato che si trattasse di una truffa, e che Cotten fosse solamente fuggito con tutti i soldi. Tuttavia, la moglie ha subito smentito le voci presentando un certificato di decesso, e mettendosi all’opera per cercare la password, seppur con scarsi risultati.

“Il laptop che Gerry usava per gestire l’azienda è criptato e io non ho idea di dove sia la password. «Nonostante le mie diligenti ricerche non ho trovato password o key private da nessuna parte. Ho assunto un esperto di sicurezza altamente qualificato, Chris McBryan, per cercare di recuperare le informazioni. Il signor McBryan è riuscito a recuperare alcuni dati dai telefoni e da altri pc di Gerry ma non è riuscito ad accedere al computer principale».

A differenza dei normali conti bancari, non esiste nessuna norma che regoli le criptovalute. Per questo, nel caso di furto un eventuale ladro non sarebbe perseguito penalmente, ed è proprio questo il motivo che avrebbe spinto Cotton ad essere così meticoloso.

Ma non solo: le criptovalute non sono ereditabili, e l’unico modo che i familiari hanno per accedere ai soldi è possedere la chiave del portafoglio digitale del parente defunto. Gli investitori non hanno quindi altra scelta se non rassegnarsi: per molti esperti infatti, nelle condizioni attuali, il denaro è irrecuperabile.

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La speranza è almeno che questo incidente – che non è il primo del suo genere – possa mettere in luce la necessità di un intervento, spingendo per una regolamentazione delle criptovalute.

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