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Creed II, la recensione: Ti spiezzo in 2.0 [NO SPOILER]

Il secondo spin-off/sequel della celebre saga di Rocky Balboa ha un’arduo compito: quello di soddisfare le aspettative di milioni di fan

Tutto si può dire, tranne che Creed II non fosse atteso. Ad oggi, tra fan vecchi e nuovi, la saga di Rocky Balboa e il primo film di questo nuovo corso a metà tra il sequel e lo spin-off con protagonista Addonis Creed sono conosciuti ed amati in tutto il globo.

Ma Creed II saprà accontentare sia i nuovi arrivi che i vecchi aficionados dello “Stallone Italiano”?

Samuele Malloci (fan duro e puro) e Lorenzo Marcoaldi (non al suo primo approccio con la saga, ma quasi) hanno visto il film in anteprima e sono pronti a rispondere a questa domanda.

La Recensione di Samuele

Attendevo con discreta ansia Creed II, un po’ perché il primo film di questa nuova serie di spin-off mi aveva conquistato, un po’ perché, forse più del precedente, prometteva di essere molto collegato alla (ormai conclusa) saga di Rocky Balboa, in particolare al capitolo forse più traballante sotto molti aspetti, ma diventato comunque un cult, Rocky IV.

Lo dico fin da subito: questo è un bel film. Ha i suoi difetti, certo, ma risulta godibile e riesce a mettere in gioco una trama che mescola sapientemente la storyline sportiva con sotto-trame legate ai singoli personaggi, gestite comunque in modo eccellente e che, a volte, riescono anche a creare momenti toccanti. Non dico nulla per non spoilerare ma fossi in voi porterei i fazzoletti.
Ad una trama, quindi, buona per il tipo di film che si voleva fare viene in aiuto un comparto tecnico non incredibile ma che si attesta su di un buon livello. Steven Caple Jr. adotta uno stile abbastanza standard per questo tipo di film (quindi non aspettatevi i bellissimi piani sequenza del primo capitolo) regalando una regia che non si può definire particolarmente ispirata, ma che, se escludiamo qualche svarione, risulta abbastanza solida.
Come detto sopra, però, il film ha i suoi difetti, riscontrabili sopratutto nella caratterizzazione dei Drago (Ivan ed il figlio Viktor) approfondita solo il minimo sindacale e in alcuni momenti in cui le scene presentano passaggi e tagli abbastanza confusionari. 

Creed II

Parlando del cast i due a spiccare di più in assoluto sono Michael B. Jordan (Adonis Creed) e Tessa Thompson (Bianca), perfettamente calati nelle loro parti; un gradino sotto, ma solo a causa dello screen-time più basso, altre due performance molto interessanti ce le regalano Phylicia Rashad (Mary Ann Creed) e Wood Harris (Tony Evers); Sylvester Stallone (Rocky Balboa) e Dolph Lundgren (Ivan Drago), nonostante siano un pochino migliorati, rimangono quel che sono: attori di film action figli degli anni ’80 fantastici quando si deve menare le mani o fare la faccia incazzata, ma per il resto praticamente incapaci di risultare credibili (o, nel caso di Stallone, comprensibile) quando si tratta di scene dialogate; Florien Munteanu (Viktor Creed) non pervenuto, avrà meno di 10 battute (le recita malissimo) e forse 2 espressioni per l’intera durata della pellicola.

Concludendo

Creed II è un bel film per gli amanti del genere, un po’ troppo simile a Rocky IV, ma comunque godibile e divertente. Una maggiore caratterizzazione dei Drago non avrebbe guastato, ma la trama è talmente ben orchestrata ed emozionante in determinati punti che ci si può tranquillamente passare sopra. Quindi se siete titubanti seguite il mio consiglio e fiondatevi in sala, non ve ne pentirete!

VOTO: 7

Creed II

La recensione di Lorenzo

Chi scrive in questo momento non è di certo un fan storico dello stallone italiano. Eppure, nonostante abbia recuperato in tempi pressoché recenti la storica saga di Rocky, sono rimasto a dir poco ammaliato dalla scrittura del primo e dalla qualità tecnica di Creed.
Sostanzialmente tutto questo preambolo serve per dire con quali occhi ho visto Creed II, o forse un po’ per giustificarmi.
Già da subito è impossibile non notare una cosa: nonostante sia cambiato il direttore della fotografia ed il regista, scopo primo di questo seguito è stato sicuramente quello di replicare l’appeal del tanto amato predecessore (elogiato sia da pubblico e critica per la sua bellezza estetica).
Basterà però poco per rendersi che la formula si funziona, ma semplicemente non è quella originale.

Altro cambiamento radicale rispetto il precedente, lo troviamo proprio alla penna che firma la sceneggiatura. Dietro la macchina da scrivere è difatti tornato nuovamente il leggendario Sylvester Stallone (insieme a Juel Taylor), che, per quanto negli anni sia stato in grado di delineare una sua poetica ben definita, forse non era quello che ci voleva per questo secondo capitolo.

In un certo senso, la storia si ripete. Fra una ripresa e l’altra, in alcuni momenti sembra veramente di assistere ad una riedizione del tanto ambiguo quanto amato Rocky IV (impossibile non notare però i parallelismi con gli altri capitoli, ovviamente).

Laddove i Drago (padre e figlio) vengono quasi presentati come super cattivi di un cinecomic, pronti a meditare vendetta mentre lavorano nel più nefasto dei cantieri ucraini, mai come adesso Rocky dispensa perle di saggezza nei confronti del suo eletto. E proprio come un temibile fantasma del passato, ritroviamo un vendicativo Ivan Drago, dedito più che mai a rovinare quello che resta dell’ormai vetusto Stallone.
Ovviamente, per forza di cose, non sarà di certo uno scontro diretto, bensì avverrà attraverso i pupilli dei rispettivi allenatori (e qui si può proprio tracciare un parallelismo con uno degli elementi fondamentali di Rocky IV: la Guerra Fredda).
Senza fare spoiler possiamo dirvi però di stare tranquilli: nonostante le somiglianze con il cult dell’85, non ci sarà alcun robot cameriere impegnato a refrigerare i protagonisti. 

Creed II
Fondamentalmente questo secondo capitolo di questa nuova serie di spin-off condivide lo stesso problema col suo predecessore. Creed II cerca continuamente di crearsi una sua identità, ma, in maniera abbastanza evidente, resta perennemente legato col passato.

Inoltre, come già detto, non torna di certo la spettacolarità tecnica orchestrata dal giovane Coogler. Non per essere frainteso: la solidità tecnica del film è indiscutibile. Dalla scrittura fino al montaggio, ne esce sicuramente un prodotto quasi inattaccabile. 
Essendo però un secondo capitolo, risulta abbastanza impossibile non confrontarlo col precedente. Sarà ovvio, ma va assolutamente tirato in causa lo scontro interamente girato in piano sequenza del primo Creed. 

Concludendo

Alla fine della visione non si può di certo dire che il film non riesca nel suo intento. Nel complesso le interpretazioni sono senz’altro convincenti, ed i momenti commoventi saranno sicuramente in grado di scalfire anche il più duro dei fan.

Con un Rocky decisamente più malinconico del solito, non c’è dubbio che il film sappia emozionare nelle sue parti più toccanti.

Voto: 6 ½

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