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Droni mandano in tilt il secondo aeroporto più grande del Regno Unito

La tecnologia è bene prezioso, ma non in mano di tutti. E ne sono un chiaro esempio gli eventi che da diversi giorni stanno colpendo l’aeroporto di Gatwick di Londra, il secondo più grande di tutto il Regno Unito. Da mercoledì infatti, l’avvistamento di droni “sospetti” nell’area dell’aeroporto ha provocato non pochi disagi, costringendo la cancellazione di decine di voli e la chiusura della struttura.

L’aeroporto di Gatwick

La vicenda

Come riportato da The Verge, la vicenda ha avuto inizio alle ore 21 di mercoledì, dopo che l’aeroporto è stato chiuso per la prima volta a causa di un “avvistamento sospetto di droni”. L’aeroporto ha riaperto poche ore dopo, alle 3 di notte, ma ne è stata ordinata la chiusura appena dopo 45 minuti per il ritorno dei droni. L’aeroporto ha poi riaperto alle 6 del mattino, ma consentendo solamente un numero limitato di voli. La stessa sera, però, l’aeroporto è stato chiuso per la terza volta alle 20.16. I voli sono stati ripristinati poco più di un’ora dopo, utilizzando “misure militari”.

I disagi sono stati notevoli, come riportato dal Guardian. Alcuni aerei, impossibilitati ad atterrare, hanno continuato a volare in circolo. Altri, invece, sono stati dirottati verso gli altri aeroporti di Londra, ma anche a Parigi e ad Amsterdam, senza contare tutti i voli cancellati. In totale, il disagio ha coinvolto 760 voli contenenti più di 110 mila passeggeri, solo nella giornata di giovedì.

La ricerca dei responsabili

La polizia non è riuscita ancora a identificare i responsabili.
I droni sono stati avvistati più di 50 volte dalla prima chiusura. Data la breve ma frequente durata delle loro apparizioni, si pensa che l’attacco possa essere stato in qualche modo premeditato; le autorità escludono, però, la base terroristica.

I responsabili dell’accaduto rischiano ora di dover scontare fino a 5 anni di galera, ed è prevista una ricompensa di 100.000 sterline per chiunque sappia fornire più informazioni sui possibili autori dell’”attentato”.

Nuove misure di sicurezza sui droni

A supporto della polizia del Sussex è intervenuto anche l’Esercito per cercare un modo di disattivare i droni. Una delle opzioni sarebbe stato sparargli, idea però subito esclusa dato il pericolo di proiettili vaganti. Le autorità inglesi, in collaborazione con le compagnie produttrici di droni, stanno ora lavorando per evitare che simili eventi accadano di nuovo in futuro.

Alcune delle idee proposte prevedono l’utilizzo di una combinazione di radar, rilevatori di immagini e frequenze per abbattere il volo illegale di droni; altri invece propongono di installare nei droni un software di geo-fencing, che consentirebbe di riconoscere un “perimetro” virtuale di un’area geografica e impedirne il volo al suo interno.

Come funziona il geo-fencing

 

AGGIORNAMENTO 23/12

Paul Gait, 47 anni, e la moglie Elain Kirk, 54, sono stati arrestati dalla polizia inglese venerdì sera, poco dopo le 22. Il maggiore sospettato era l’uomo, che di professione è un installatore di finestre ma che nel tempo libero coltiva la passione per i modellini di aerei. La coppia però è stata rilasciata, dopo aver pienamente collaborato con la polizia, in quanto dalla perquisizione dell’appartamento non sono emersi elementi utili che potessero confermarne i sospetti. Inoltre, il datore di Paul afferma che nell’orario incriminato l’uomo era a lavoro.

Le uniche prove a disposizione della polizia del Sussex sono ora i resti di un drone danneggiato, ritrovato nei pressi dello scalo londinese. C’è anche  la testimonianza di un uomo che afferma di aver visto una persona “sui trent’anni, in abiti da ciclista fluorescenti armeggiare in modo sospetto con un grosso drone” in un campo non lontano dalla pista di Gatwick.

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