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Google VS Europa: Google Apps a pagamento e nuove tasse di licenza

Ricordate la multa inflitta a Google lo scorso luglio per abuso di posizione dominante? In sostanza, per dar la possibilità ai produttori di installare il Play Store, l’azienda imponeva regole molto stringenti e limitanti, come l’obbligo di rendere predefiniti Chrome e Ricerca Google sui propri dispositivi. Per noi utenti può sembrare un dettaglio, ma queste imposizioni stroncavano sul nascere eventuali servizi dei concorrenti. L’azienda di Mountain View ha dichiarato che ricorrerà in appello, ma nel frattempo ha reso noto il cambiamento delle proprie politiche in Europa, al fine di evitare nuove sanzioni.

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Cosa cambia per i produttori che vogliono utilizzare Android?

Alcune informazioni su questo cambiamento ci arrivano da Hiroshi Lockheimer – SVP della sezione Piattaforme e Ecosistemi – che fa un elenco di 4 punti:

  1. Aggiornamento dell’accordo di compatibilità: ora i produttori potranno realizzare dispositivi con fork di Android – cioè delle personalizzazioni – installando le applicazioni Google. Questo aggiornamento vale solo per l’Area Economica Europea.
  2. Le Google Apps verranno offerte con licenze a pagamento e vari bundle
  3. Chrome e Ricerca Google faranno parte di un bundle diversi rispetto a YouTube, Gmail e, molto probabilmente, il Play Store. Questo significa, banalmente, che non ci sarà più l’obbligo di impostare questi due servizi come predefiniti.
  4. I produttori potranno pagare per personalizzare la lista delle app presenti nei bundle. Sarà quindi possibile escludere quelle ritenute inopportune.

Non ci sono informazioni specifiche sul costo dei pacchetti e rimane poco chiaro anche il destino del Play Store. Ciò che invece è certo è che Android continuerà a restare gratuito e open source.

Cosa cambia per gli acquirenti?

In termini di costi non è chiaro quale sarà l’impatto per gli acquirenti, dal momento che non conosciamo i prezzi dei bundle, ma non ci sentiamo di escludere che potrebbero esserci dei rincari per i consumatori.
Ci possono però essere cambiamenti di altro tipo, in particolare nelle interfacce di alcuni dispositivi. L’esempio più lampante è quello di Amazon, che sui propri device non poteva installare il Play Store. Beh, con questa novità potrà farlo in modo ufficiale, dietro il pagamento della licenza. Tutti i produttori, in generale, potranno ridurre la presenza delle Google Apps preinstallate sui propri dispositivi, personalizzando l’interfaccia come meglio credono.

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Insomma, c’è molta flessibilità, e proprio per questo è difficile capire cosa succederà.

Quando saranno effettivi questi cambiamenti?

Tutti gli smartphone e tablet Android venduti nell’AEE dovranno sottostare alle nuove regole a partire dal 29 ottobre. Il cambiamento è quindi imminente, e a brevissimo sapremo sicuramente tutti i dettagli sulle nuove politiche di Google.

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