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Muore milionario di criptovalute, dove finisce l’eredità?

Lo One Piece del nuovo millennio è una fortuna in criptovalute. I codici di accesso? Li conosce solo il proprietario… ormai defunto.

Quando una persona con un ricco patrimonio muore si va dal notaio, si legge il testamento e si dividono i beni tra i parenti del defunto.

Ma quando l’eredità in questione è una fortuna in criptovalute, cosa succede?

Se lo sono chiesti in modo disperato i familiari del miliardario Matthew Mellon, 54enne morto lo scorso aprile a Cancun.
Il Paperon de Paperoni delle criptovalute (davvero non sapete ancora cosa sono? Leggete qui!) possedeva dei token Ripple per il “misero” valore di 250 milioni di dollari.
C’è un grosso, enorme, mastodontico problema: solo Mellon conosceva i codici di accesso alla fortuna virtuale. 

Insomma, c’è un tesoro sepolto in un’isola in mezzo al mare delle valute virtuali, e la chiave è persa, per sempre. Nessuna mappa con una X rossa ad indicare lo scrigno, nessuna possibilità di recuperare la chiave dal proprietario.
È proprio il caso di dirlo: i parenti, almeno per ora, rimarranno a “wallet” vuoti!

Matthew Mellon era terrorizzato dagli hacker!

I parenti del miliardario sono ovviamente preoccupati per la situazione. Descrivono il loro caro defunto come un maniaco della sicurezza, con una paranoia fortissima e il timore costante d’essere derubato.
Mellon aveva persino telecamere di sorveglianza all’entrata della sauna!

Dopo la delusione dei Bitcoin, Mellon ha deciso di investire due milioni di dollari in Ripple, la criptovaluta riconosciuta e utilizzata dalle banche internazionali. Dopo una vita di investimenti falliti, aveva finalmente ottenuto il suo riscatto: era riuscito a rivendere le sue criptovalute a un prezzo incredibilmente più alto, facendo milioni su milioni.

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La bella vita lo aspettava, finalmente: Ferrari, Lamborghini, feste e regali agli amici. Mellon, però, si sentiva costantemente  sotto minaccia degli hacker che potevano derubarlo della sua fortuna, riportandolo alla vita di prima.
Il suo patrimonio era diviso in dozzine di conti correnti sotto falso nome e in cassette di sicurezza sparse per gli Stati Uniti.
Forbes stima che il suo tesoro raggiungesse i 500 milioni di dollari.

L’anno scorso, però, Mellon è ricaduto nella sua dipendenza dalle droghe. Dopo svariati tentativi di cura, è deceduto lo scorso aprile. Secondo i medici, le cause del decesso non sono naturali.

Il patrimonio perduto

Ora non è chiaro quale sarà il destino di questo incredibile patrimonio. Il miliardario era così paranoico da non aver detto a nessuno, nemmeno i suoi più fidati amici, i codici di accesso alle criptovalute Ripple. Senza l’indirizzo del wallet, né la password, è impossibile poter accedere al tesoro di Mellon, nemmeno se si tratta dei parenti.

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Matthew Mellon sarà stato un po’ fissato, ma le sue paure non erano esagerate. Il pericolo hacker esiste, e non sono solo loro a minacciare i patrimoni di monete virtuali. Abbiamo raccontato in questo articolo come una start up di gestione criptovalute è “scappata col bottino”, lasciando solo… “peni”.

Resta da vedere se i parenti del defunto miliardario riusciranno mai ad accedere alla sua fortuna.
Mellon avrebbe dovuto fare uno smart contract per garantire ai parenti di poter accedere al fondo dopo la sua morte. È una soluzione sicura e automatizzata in cui potrete indicare gli eredi del vostro patrimonio.

Commodoriani, pensate che ci sia una soluzione a questa situazione così complicata? Quanto ne sapete di criptovalute?

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