Durante la Gamescom 2025, Motoi Okamoto, producer di Silent Hill f, ha messo fine ai dubbi più discussi tra i fan, spiegando che il nuovo capitolo non rientra nella categoria dei soulslike. L’etichetta, secondo lui, viene usata in modo troppo superficiale. Basta inserire un indicatore di resistenza o una schivata per essere immediatamente paragonati a Dark Souls o ai suoi eredi, ma la verità è più complessa. Okamoto ha ricordato che già nei vecchi Silent Hill erano presenti sistemi simili, ad esempio in Silent Hill 3 c’era una barra di stamina, mentre in Silent Hill 4 era disponibile un indicatore di carica per gli attacchi, antenato diretto del nuovo indicatore di concentrazione.
Per il producer, molte delle meccaniche oggi associate ai giochi FromSoftware sono in realtà parte del DNA di diversi titoli action horror di epoche precedenti. “Sono elementi che esistono da molto tempo, non sono una novità esclusiva dei Souls”, ha sottolineato in un’intervista con IGN. La volontà del team è quella di riportare in primo piano lo spirito originale della saga, con un sistema di combattimento metodico e teso, senza però cedere a definizioni troppo riduttive.

Un ritorno alle radici dell’action horror per Silent Hill f
Silent Hill f viene quindi presentato non come l’ennesimo tentativo di inseguire la formula Souls, ma come un horror d’azione fedele alle sue origini. In un contesto dove i giochi FromSoftware costruiscono mondi ostili e votati alla sfida punitiva, Silent Hill ha sempre puntato su tensione psicologica, atmosfera opprimente e un senso di vulnerabilità costante. In questo nuovo capitolo, il combattimento non sarà pensato per replicare schemi già noti, ma per amplificare l’esperienza horror, rendendo ogni scontro un momento di sopravvivenza più che di conquista.
L’uscita del gioco è fissata per il 25 settembre 2025 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. La curiosità resta altissima e Silent Hill f non solo segna il ritorno di una saga storica, ma porta con sé la sfida di ridefinire cosa significhi oggi “action horror”, senza doversi piegare a confronti forzati.
