La tensione tra Mosca e le piattaforme di messaggistica straniere ha raggiunto un nuovo punto critico proprio in queste ore, quando il governo della Russia ha iniziato a limitare le chiamate su WhatsApp e Telegram, accusando i servizi di non collaborare con le autorità in casi legati a frodi e terrorismo. Mentre i messaggi testuali e le note vocali restano per ora disponibili, la mossa rappresenta un ulteriore passo verso un controllo capillare dello spazio digitale nazionale.
WhatsApp, di proprietà di Meta, ha reagito accusando Mosca di voler impedire a oltre 100 milioni di russi di accedere a comunicazioni sicure e crittografate end-to-end, promettendo di continuare a offrire i propri servizi in Russia. Telegram, invece, ha sottolineato il proprio impegno nella lotta contro contenuti dannosi e frodi, ricordando che i suoi moderatori, supportati da strumenti di intelligenza artificiale, eliminano milioni di messaggi malevoli ogni giorno.
Secondo i dati di Mediascope riportati da Reuters, a luglio 2025 WhatsApp aveva una portata mensile di 97,3 milioni di utenti in Russia, seguita da Telegram con 90,8 milioni e da VK Messenger, il servizio statale, con 17,9 milioni. Tuttavia, con una popolazione di oltre 140 milioni di persone, il potenziale impatto delle restrizioni è enorme.

La risposta della Russia e il rischio di isolamento digitale
La mossa arriva in un contesto in cui il Cremlino sta promuovendo con forza MAX, una nuova app di messaggistica sotto controllo statale che sarà integrata con i servizi governativi. Politici di spicco stanno già migrando verso la piattaforma, incoraggiando i loro sostenitori a fare lo stesso. Per i critici, si tratta di un tentativo di concentrare il flusso di informazioni in un ambiente totalmente monitorabile.
Mikhail Klimarev, direttore della Internet Protection Society, ha commentato che l’obiettivo finale sembra essere “controllare gli utenti e le informazioni che ricevono“. Tuttavia, ha avvertito che MAX potrebbe non reggere un passaggio di massa immediato, suggerendo una transizione graduale. Anche l’accettazione sociale resta un problema: “Le persone non amano essere costrette a registrarsi su una nuova piattaforma“, ha sottolineato. Nel frattempo, diversi utenti segnalano cali di connettività e malfunzionamenti, come avvenuto nella regione di Krasnodar, dove persino i tassisti hanno dovuto organizzarsi con mappe offline per sopperire alla mancanza di navigazione in tempo reale.
Human Rights Watch ha recentemente avvertito che la Russia sta “meticolosamente ampliando strumenti legali e tecnologici” per isolare la propria porzione di internet. Una nuova legge appena approvata intensifica la censura, imponendo multe a chi cerca contenuti considerati “estremisti”, anche se utilizzati attraverso VPN, confermando un trend verso un web nazionale sempre più chiuso e sorvegliato.
