Fare la doccia in giardino durante l’estate, nel proprio spazio privato, non dovrebbe avere nulla di straordinario. E invece, per un 56enne di Gallipoli, quel momento di normalità è diventato l’origine di una complessa vicenda giudiziaria che ha trascinato Google davanti al Tribunale di Lecce. Il motivo sarebbe il suo essere stato immortalato a torso nudo, intento a lavarsi nel proprio giardino, da una delle auto di Google Street View. La scena è finita online, pubblica e accessibile a chiunque, con un volto inizialmente visibile e solo successivamente sfocato, ma in modo, a detta del protagonista, del tutto insufficiente.
Stando a quanto riportato da SkyTG24, il diretto interessato ha raccontato di essere diventato bersaglio di scherni e imbarazzo da parte di conoscenti, vicini e amici, tanto da vedere compromessa la sua quotidianità e la sua dignità. Per questo ha richiesto un risarcimento fino a 80.000 euro. Assistito dall’avvocato De Vittorio, ha sostenuto che la ripresa sia avvenuta all’interno del suo spazio privato, e che perfino la strada da cui è stata effettuata l’inquadratura, secondo una perizia di parte, non sarebbe pubblica.
Google, dal canto suo, ha respinto ogni accusa attraverso i suoi legali (tra cui Marco Berliri e Massimiliano Masnada), sostenendo che la persona ripresa si trovasse in realtà sulla pubblica via, fuori dal cancello e in costume da bagno, e che l’immagine fosse sfocata a sufficienza per renderla irriconoscibile, anche con uno zoom. Inoltre, l’azienda ha chiarito che la responsabilità della gestione delle immagini non spetterebbe direttamente a Google LLC, che si occuperebbe solo degli aspetti pubblicitari.

Il precedente in Argentina rafforza la posizione dell’uomo contro Google
La causa ha portato a toni accesi anche tra le due parti legali, con accuse incrociate di linguaggio inappropriato. L’udienza decisiva è fissata per il 2 ottobre presso il Tribunale di Lecce, dove si potrebbe arrivare a una proposta concreta di risarcimento o addirittura a una sentenza di primo grado. A rafforzare le speranze del cittadino salentino è arrivato di recente un caso molto simile, ma dall’altra parte del mondo.
In Argentina, un uomo si è visto pubblicare su Google Street View mentre camminava nudo nel proprio giardino, protetto da una recinzione alta oltre due metri. L’immagine conteneva dati identificativi come via e numero civico, ed è diventata virale sui social locali. Inizialmente, la sua richiesta di risarcimento è stata respinta, con il tribunale che lo aveva accusato di “essere in condizioni inappropriate”. Ma la Corte d’Appello ha poi ribaltato tutto, con la foto che è stata considerata una “palese violazione della privacy e della dignità“, obbligando Google a pagare un risarcimento di 12.500 dollari.
Quel verdetto potrebbe rappresentare un precedente importante anche in Europa. Se i giudici italiani dovessero riconoscere la stessa violazione del confine tra sfera pubblica e privata, la causa del 56enne di Gallipoli potrebbe chiudersi con un risarcimento, magari non da 80.000 euro, ma comunque significativo. Al giorno d’oggi la tecnologia è ovunque e il caso non è più solo se una foto sia sfocata o meno, ma quanto spazio ha ancora la nostra privacy in un mondo di occhi digitali che osservano (e archiviano) tutto.
