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La Cina bandisce OnlyFans, definendolo spazzatura: l’occidente sotto accusa

La scelta è stata concretizzata il 21 luglio 2025, ma la Cina ha messo ufficialmente al bando OnlyFans, la piattaforma britannica nota per i suoi contenuti a pagamento a sfondo sessuale. Definita molto brutalmente come “spazzatura occidentale immorale e corrotta“, il divieto arriva dopo mesi di altalene normative. Inizialmente autorizzata nel novembre 2024, la piattaforma era già stata temporaneamente bloccata un mese dopo. L’accesso era rimasto tecnicamente possibile solo tramite VPN, ma ora il blocco è totale, accompagnato da un attivo monitoraggio degli utenti che tentano di aggirarlo.

Con oltre 305 milioni di iscritti nel mondo, OnlyFans rappresenta uno dei simboli contemporanei della sessualità digitale. La sua chiusura in Cina non è quindi solo una questione tecnica o commerciale, ma una presa di posizione netta e ideologica. Le autorità del paese non hanno usato mezzi termini nel condannare la piattaforma, identificandola come parte di un’influenza straniera ritenuta pericolosa per l’ordine sociale e morale nazionale. In un contesto dove anche Facebook, Instagram, YouTube e WhatsApp sono banditi, la decisione di estromettere OnlyFans si inserisce in un percorso di censura coerente con la strategia di “difesa culturale” portata avanti da Pechino.

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La Cina bandisce OnlyFans, definendolo spazzatura: l'occidente sotto accusa 3

Sessualità, libertà e identità in una battaglia tra mondi

Al centro di questa vicenda c’è un’intera visione del mondo. OnlyFans non è stato vietato unicamente per il contenuto esplicito, ma per ciò che rappresenta, tra cui espressione personale non regolata, individualismo digitale, monetizzazione del corpo e libertà autogestita. Tutti concetti in netta antitesi con il modello cinese, che da anni combatte ciò che definisce “inquinamento spirituale”, un’etichetta che comprende pornografia, dissenso politico e qualsiasi devianza dalla norma morale di stato.

Tuttavia, questa scelta non si ferma ai confini cinesi, ma apre interrogativi che inevitabilmente rimbalzano anche in Occidente. TheDailyMail nel suo articolo riguardante il ban ha posto una domanda profondamente scomoda: perché così tante donne, spesso giovani e istruite, scelgono volontariamente di vendere la propria immagine in contesti erotici? Cosa dice questo fenomeno su come il corpo, il lavoro e il valore di sé vengono vissuti in una società che si definisce libera?

Nel breve periodo in cui OnlyFans era stato accessibile in Cina, online si è assistito a un curioso dibattito. Da un lato, alcuni utenti ironizzavano sull’idea di diventare content creator come risposta alla disoccupazione giovanile. Dall’altro, c’era chi metteva in guardia dai rischi penali di un sistema legale che punisce duramente la produzione di contenuti per adulti. Alla fine, il clima è rapidamente tornato alla rigidità abituale, ma la mossa di Pechino è, in fondo, anche un promemoria per l’Occidente, dove la libertà di espressione sessuale e il diritto all’autodeterminazione digitale, si scontrano sempre più spesso con le conseguenze di un mercato che trasforma tutto, anche l’intimità, in un prodotto.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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