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Jurassic World – La Rinascita, la recensione: il ritorno moderno alla paura primordiale

Jurassic World – La Rinascita rappresenta un nuovo inizio per un franchise che, negli ultimi anni, aveva lentamente deviato dalla sua identità originale. Dopo la trilogia diretta da Colin Trevorrow, il testimone passa a Gareth Edwards, regista noto per la sua capacità di combinare spettacolo visivo e atmosfera cupa. E la differenza si percepisce sin da subito. Questo nuovo capitolo, scritto da David Koepp (storico sceneggiatore del primo Jurassic Park), riporta l’attenzione su ciò che rese la saga celebre, ovvero il pericolo, l’imprevedibilità della natura, e soprattutto il ruolo dominante dei dinosauri come antagonisti primari.

Se nei precedenti Jurassic World il focus si era spostato sempre più sugli esseri umani e sulle loro ambizioni, con creature preistoriche ridotte quasi a simbolo o strumento narrativo, La Rinascita sceglie consapevolmente di ripristinare l’equilibrio. I dinosauri tornano ad essere i veri protagonisti, le forze indomabili da cui fuggire, con cui scontrarsi e che, in fondo, rappresentano il nucleo pulsante di ogni capitolo riuscito della saga. È una pellicola che cerca di staccarsi nettamente dalle derive precedenti, tagliando ponti con personaggi ricorrenti e sottotrame ormai esaurite, e che abbraccia un tono più serio e diretto, pur non rinunciando del tutto all’intrattenimento mainstream.

La volontà di dare una nuova forma a questo universo narrativo è evidente in ogni scelta stilistica e narrativa. Niente più parchi a tema, come lo si era capito dal trailer ufficiale, qui ci troviamo in un mondo che ha ormai inglobato la presenza dei dinosauri come parte del quotidiano, ma in cui gli umani vogliono ancora affrontarli per uno scopo più grande. Una premessa affascinante e per certi versi anche audace, che restituisce alla saga il suo spirito originario, aggiornandolo però a una sensibilità più contemporanea. Ecco dunque la nostra recensione sul film, con un piccolo appello agli spoiler perché, dato il superamento abbondante della data di uscita al cinema, vorremmo parlare di elementi che meritano di essere discussi.

Jurassic World - La Rinascita con Scarletto Johannson
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La storia di Jurassic World – La Rinascita: una missione ad alto rischio tra scienza, mercenari e dinosauri

La narrazione prende il via cinque anni dopo gli eventi dell’ultimo Jurassic World. Il mondo ha ormai imparato a convivere con i dinosauri, o quantomeno ad accettarne la presenza. Alcuni esemplari vivono in cattività, altri vagano liberamente, ma il fenomeno ha perso la sua eccezionalità. Nessuno si stupisce più di vedere un Brontosauro che blocca la strada scappato da uno zoo, anzi è solo arrabbiato per il ritardo a lavoro. Tuttavia, su un’isola tropicale equatoriale, lasciata incontaminata e inaccessibile, vive ancora una vasta popolazione di dinosauri, molti dei quali estremamente pericolosi.

Ed è proprio qui che si innesca la trama principale. Una potente multinazionale farmaceutica scopre che alcune delle specie più grandi e antiche custodiscono un patrimonio genetico in grado di rivoluzionare la medicina moderna, prolungando la vita umana e curando patologie cardiache. Ovviamente, per ottenere ciò che serve, bisogna prelevare campioni biologici. Il problema è che l’accesso all’isola è illegale, vietato da ogni governo internazionale. Ma quando in gioco ci sono profitti miliardari, i limiti etici e giuridici diventano ostacoli facilmente aggirabili.

Il compito viene quindi affidato a Zora Bennett (Scarlett Johansson), mercenaria esperta e dal passato misterioso, che accetta l’incarico dopo una breve esitazione, attratta da una ricompensa economicamente generosa. Zora mette insieme una piccola squadra, accompagnata dall’esperto paleontologo Dr. Henry Loomis e il dirigente dell’azienda Martin Krebs che si è occupato del reclutamento e che investe i soldi, il classico burattinaio senza scrupoli che deve necessariamente verificare di persona l’esito dell’operazione. Il film si presenta inizialmente come un survival d’azione serio, incentrato su soldati preparati e scienziati competenti, pronti ad affrontare la missione in modo lucido.

Ma presto la storia devia su binari più familiari alla saga. Una famiglia civile, dispersa vicino all’isola a causa di un attacco di un dinosauro marino, viene intercettata dal gruppo, introducendo un ulteriore elemento narrativo. I membri della famiglia, inizialmente diffidenti, finiscono inevitabilmente coinvolti nella storia. Nonostante non ostacolino il compito del team, la loro presenza spezza il ritmo e reintroduce momenti già visti, come le classiche sequenze di fuga o salvataggio. Se da un lato queste scene sono ben costruite e riescono a rievocare l’atmosfera dei primi film della saga, dall’altro si sente il peso di una storia che poteva osare di più, restando ancorata a un impianto narrativo più adulto e militare.

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Il principale difetto della trama risiede in alcune soluzioni narrative troppo comode. I protagonisti, nonostante i pericoli costanti, sembrano salvarsi troppo facilmente, grazie a una dose di fortuna che risulta eccessiva e poco credibile. Coincidenze che salvano la vita, oggetti che cadono perfettamente nelle mani giuste, e dinosauri che cambiano obiettivo con un semplice rumore o fonte luminosa. Elementi che, pur comprensibili all’interno del genere, finiscono per ridurre la tensione e compromettere il realismo.

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Un’esperienza sensoriale avvolgente

Uno degli aspetti più convincenti del film è sicuramente il comparto tecnico, sia dal punto di vista visivo che sonoro. Gareth Edwards si conferma abile nel costruire atmosfere immersive e visivamente potenti. L’isola tropicale dove si svolge gran parte della narrazione è resa con grande attenzione, trasportando lo spettatore in un ecosistema vivo, ostile e affascinante. Le scenografie naturali, gli strapiombi vertiginosi e le fitte foreste restituiscono quella sensazione di pericolo costante che ogni buon film giurassico dovrebbe trasmettere.

Anche i dinosauri sono resi con grande qualità, soprattutto nelle loro versioni “mutate“. Qui si introduce una componente più audace e al limite del fantasy, con creature ibride che richiamano i Kaijuu del MonsterVerse. Non più semplici T-Rex, ma versioni modificate con arti aggiuntivi, muscolature alterate e capacità sorprendenti. È un’evoluzione interessante, che rompe con la rappresentazione scientifica tradizionale, nonostante una delle chiavi principali di Jurassic World – La Rinascita fosse quella di usare dati e fatti scientifici reali. Va sottolineato, però, come gli ibridi vanifichino un po’ il ruolo del Dr. Loomis, teoricamente esperto ma purtroppo spesso ignaro davanti a queste mutazioni, generando momenti di forzatura narrativa. D’altronde dare

Sul piano audio, la colonna sonora composta da Alexandre Desplat è un valore aggiunto fondamentale. Le musiche accompagnano perfettamente le fasi narrative, alternando tensione, malinconia e azione. La storica theme del franchise viene riproposta in una versione rinnovata e orchestrale, che riesce a emozionare pur non risultando mai nostalgica o ridondante. Anche il sound design merita un plauso, con ruggiti, passi pesanti, fruscii nella giungla e rumori ambientali che contribuiscono a creare un’esperienza sonora avvolgente. Ogni incontro con un dinosauro è preceduto da un crescendo uditivo che aumenta l’ansia, rendendo ogni scena più coinvolgente.

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Conclusioni – Un primo passo solido verso una nuova era

Jurassic World – La Rinascita è, a tutti gli effetti, un esperimento riuscito. Non è un film perfetto, e alcuni elementi come l’introduzione della famiglia civile o certe soluzioni narrative fin troppo semplificate rischiano di indebolirne l’impatto. Tuttavia, l’operazione di rilancio è solida e intelligente. Si torna a parlare di dinosauri come vere minacce, si reintroduce il senso del pericolo, e si abbandonano le derive eccessivamente fantascientifiche e inconsistenti del recente passato.

La regia di Gareth Edwards funziona, portando coerenza visiva e un tono più maturo. Il cast è ben scelto, i personaggi sono riconoscibili e ben scritti, e anche se alcune dinamiche risultano prevedibili, funzionano all’interno della cornice narrativa proposta. Ci sono spunti interessanti per futuri sviluppi, come la presenza di ibridi, le implicazioni bioetiche dell’uso del DNA dei dinosauri e la possibilità di un mondo sempre più ostile e diviso tra umanità e creature preistoriche.

In definitiva, il film segna un punto di svolta. Con una storia autonoma, una buona miscela di azione, umorismo e tensione, e un comparto tecnico curato, La Rinascita riesce nell’intento di far rinascere davvero il franchise, modernizzandone il linguaggio senza dimenticarne l’anima. Una pellicola da 7 su 10, che getta basi solide per un futuro promettente e, si spera, ancora più audace. Jurassic World – La Rinascita è uscito il 2 luglio 2025 e continua ad essere proiettato in diverse sale italiane, per cui se volete un parere se andare o meno al cinema a vederlo, il nostro consiglio è Sì, anche per supportare il vostro cinema locale.

Jonathan Bailey e Scarlett Johansson in Jurassic World: La Rinascita
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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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