Nelle ultime ore, Crunchyroll è finita nuovamente al centro dell’attenzione, e non per un nuovo record di streaming o una première esclusiva. A scatenare il malcontento è stato l’imbarazzante caso di Necronomico and the Cosmic Horror Show, la nuova serie firmata Studio Gokumi, le cui versioni sottotitolate sono diventate virali… ma per i motivi sbagliati. Gli utenti hanno infatti segnalato un’inquietante quantità di errori nei sottotitoli e frasi senza senso, grammaticalmente scorrette, e addirittura annotate con espliciti riferimenti a “ChatGPT“, come se fossero trascrizioni automatiche mai (o mal) revisionate.
La frase “Is gameorver. if you fall, you are out“, apparsa in un episodio, è stata simbolo dell’intera debacle, attirando l’attenzione anche fuori dalla nicchia degli appassionati. Il dettaglio più inquietante è che alcuni sottotitoli iniziavano con “ChatGPT said”, lasciando poco spazio ai dubbi sul coinvolgimento palese dell’intelligenza artificiale. Il web è pieno di esempi, con frasi del tipo “Traduzione a cura di: Nome Traduttore”, a indicare l’assenza di un vero traduttore umano.
La questione suona come una contraddizione rispetto a quanto dichiarato da Rahul Purini, presidente di Crunchyroll, che solo pochi mesi fa aveva rassicurato i fan dicendo che “Crunchyroll non considera l’uso dell’AI nei processi creativi“, precisando che l’azienda non intendeva impattare doppiatori e autori con strumenti automatizzati. Tuttavia, la stessa leadership aveva ammesso di stare esplorando l’uso dell’AI per migliorare la scoperta e la localizzazione dei contenuti.

Un problema ricorrente e una community sempre più delusa
Il caso Necronomico non è un episodio isolato. Già nell’ottobre 2024, la piattaforma era stata criticata per i sottotitoli imprecisi della terza stagione di Re:Zero, costringendo l’azienda a intervenire in meno di 24 ore. Anche se la correzione fu rapida, i fan non dimenticarono l’accaduto. Lo scorso anno, su Reddit si è fatta strada l’ipotesi che Crunchyroll stesse usando da tempo sistemi di sottotitolazione automatica per alcune delle sue serie più popolari, tra cui One Piece, Solo Leveling e Mobile Suit Gundam: The Witch from Mercury.
Purini stesso, in una conversazione con The Verge, aveva confermato che l’azienda stava testando soluzioni di speech-to-text per migliorare i tempi di localizzazione globale, nel tentativo di avvicinare sempre più l’uscita internazionale a quella giapponese. Ma a quanto pare, il problema non è nella tecnologia in sé, quanto nella mancanza di supervisione umana. Una sottotitolazione automatica non revisionata può diventare un danno d’immagine, oltre che una mancanza di rispetto verso contenuti di qualità e verso un pubblico sempre più esigente.
La community, storicamente attenta a ogni dettaglio, non ha tardato a farsi sentire. Il fatto che Crunchyroll abbia recentemente eliminato la sezione commenti dalla sua piattaforma e ridotto la promozione di titoli come Dandadan, ha contribuito ad alimentare una narrazione di distanza tra azienda e pubblico. L’impressione diffusa è che la corsa all’efficienza, tramite AI o altri strumenti automatizzati, stia erodendo il valore umano e culturale dell’esperienza anime.
