Il mondo di One Piece è un universo vasto e intricato, dove ogni dettaglio, anche il più piccolo, può nascondere un significato profondo o un tributo inaspettato. Le SBS, le rubriche di domande (spesso basiche o divertenti) e risposte di Eiichiro Oda presenti nei volumi del manga, sono una miniera d’oro per i fan che desiderano scoprire retroscena, curiosità e aneddoti direttamente dalla mente del maestro. Il volume 112 non fa eccezione, rivelando un segreto sorprendente che ha lasciato a bocca aperta persino l’autore stesso.
La prima domanda delle SBS 112 ha innescato una rivelazione molto curiosa che trova radici non tanto nella lore di One Piece, quanto nella carriera dell’autore. Il lettore in questione, evidentemente molto attento ai dettagli e ai possibili easter egg, ha posto la seguente domanda su un personaggio stato per molto tempo sotto gli occhi di tutti, ma che solo i veri fan di Oda potevano riconoscere: “L’uomo con gli occhiali da sole apparso nel Capitolo 1096 è Gil Bastar?“
La risposta è stata sorprendente per i molti fan: “Sì. È un personaggio nascosto – In realtà, il protagonista di un manga che ho disegnato quando avevo 17 anni. Come hai fatto a capirlo?! LOL“. Per referenza, il personaggio menzionato e visto in questo capitolo è il cecchino dei Rocks Pirates che ha partecipato all’incidente di God Valley, ed era stato fino ad ora un personaggio di sfondo, la cui presenza era stata notata solo dai più acuti osservatori.
La sua storia prende una piega ancora più interessante quando Oda rivela un aneddoto aggiuntivo su di lui, ovvero che, dopo la sua morte, il suo cadavere è stato recuperato da Gecko Moria, e ha fatto la sua comparsa anche durante l’arco di Thriller Bark nel Capitolo 450. Oda stesso lo definisce “il tipo di personaggio a cui non presteresti affatto attenzione“, rendendo il riconoscimento del fan ancora più impressionante.


Il passato di Oda e l’opera realizzata in giovane età
L’affermazione di Oda riguardo a Gil Bastar come protagonista di un manga che ha disegnato quando aveva 17 anni apre un affascinante squarcio sul passato creativo dell’autore, forse non così noto ai fan. L’opera da cui proviene è intitolata Wanted!, un one‑shot western di circa 31 pagine realizzato sotto lo pseudonimo Tsuki Himizu Kikondo. Fu premiato al 44° Tezuka Award, aggiudicandosi il secondo posto e il premio in denaro, segnando l’esordio professionale di Oda.
La storia di questo one-shot si apre con Gil braccato da cacciatori di taglie che cercano gloria e denaro, ma che vengono facilmente sopraffatti dalla sua abilità con la pistola. Tuttavia, dopo aver ucciso il temuto cacciatore Wild Joe, il suo spirito torna a tormentarlo, possedendo il suo corpo e spingendolo a sfidare un altro letale avversario come l’assassino Sino Phoenix. Durante lo scontro finale, Gil riesce a sconfiggere Phoenix e liberarsi dalla maledizione, dimostrando non solo la propria forza, ma anche la sua determinazione a vivere secondo un codice d’onore tutto suo. La storia si chiude lasciando in sospeso la natura ambigua di Gil, a metà tra fuorilegge e giustiziere.
Il personaggio è descritto come un pistolero con una taglia altissima, accusato di aver ucciso molte persone, anche se lui afferma sempre di aver agito in legittima difesa. Caratterialmente è impulsivo, spavaldo ma anche scanzonato. Usa trucchi e astuzia come un cowboy un po’ “furbetto”, un mix tra Luffy e Usopp, se vogliamo fare un paragone in casa. L’idea che questo personaggio venga rievocato, anche se in maniera marginale, in One Piece, è indubbiamente affascinante e ci conduce alla scoperta delle radici profonde della prima fase della carriera di Oda.
Questa rivelazione ci ricorda che ogni pannello, ogni battuta e ogni personaggio in One Piece può contenere un segreto, un richiamo a qualcosa di più grande, rendendo l’esplorazione di questo mondo un’avventura senza fine. La sua integrazione ci rivela l’affetto e la profonda connessione dell’autore per le sue creazioni passate e soprattutto la sua abilità nel tessere collegamenti che abbracciano decenni di lavoro in un’opera così vasta e complessa, dimostrando ancora una volta la sua maestria narrativa.
