Nel pieno di una fase evolutiva del mercato gaming, Sony continua a difendere con fermezza la propria strategia su PlayStation Plus, nonostante il malcontento crescente di una parte dell’utenza. A prendere parola è stato Nick Maguire, vicepresidente dei servizi globali PlayStation, che ha ribadito in un’intervista a GameFile la volontà dell’azienda di raggiungere e mantenere un livello qualitativo sempre più alto. Maguire si è detto fiducioso che “la qualità dei giochi stia migliorando di anno in anno“, pur riconoscendo che la percezione non è sempre unanime.
L’incremento dei prezzi del servizio, tema su cui Sony ha preferito mantenere il silenzio, ha suscitato reazioni forti, ma per l’azienda si tratta di una mossa che ha portato benefici visibili. L’aumento degli abbonati ai tier Extra e Premium, che secondo Maguire coinvolge quasi il 40% degli utenti, ha generato nuove risorse da reinvestire nel catalogo. In sostanza, più abbonati nei piani superiori significano anche la possibilità di introdurre titoli più importanti, anche se spesso si tratta di produzioni di terze parti già disponibili altrove.
La visione di Sony, almeno sulla carta, è quella di costruire un’offerta che possa parlare a pubblici diversi, sacrificando però la coerenza qualitativa tra un mese e l’altro. “La nostra strategia è offrire qualcosa per tutti,” ha spiegato Maguire, ammettendo però che in un panorama così variegato sarà inevitabile scontentare parte del pubblico in alcune occasioni. L’equilibrio tra quantità e qualità resta dunque instabile, con l’impressione, per molti utenti, che l’enfasi sulla varietà stia diluendo il valore percepito del servizio.

L’esclusività first-party e l’identità di PlayStation
A rendere più netta la distanza tra le aspettative dei fan e la direzione di Sony è la posizione, ormai ribadita più volte, di non portare i titoli first-party su PlayStation Plus al lancio. Una scelta diametralmente opposta rispetto a quella di Microsoft con Xbox Game Pass, che punta proprio sul “day one” per le proprie esclusive. Sony, invece, continua a valorizzare il lancio retail e digitale tradizionale dei suoi blockbuster, sostenendo che un’uscita simultanea su PlayStation Plus indebolirebbe il valore stesso delle sue produzioni.
Eppure, a complicare ulteriormente il rapporto con la community è anche la recente decisione di rimuovere dal catalogo alcuni titoli storici PlayStation, tra cui Resistance e Infamous, due saghe che hanno definito l’identità della piattaforma nelle scorse generazioni. Il motivo, secondo Sony, sarebbe quello di “mantenere fresco” il catalogo, rimuovendo giochi meno giocati per fare spazio a nuove aggiunte. Un approccio che però rischia di compromettere proprio uno dei punti di forza percepiti del tier Premium, ovvero l’accesso al patrimonio storico del brand.
Se da un lato Sony mostra attenzione, leggendo i commenti e raccogliendo feedback (lo stesso Maguire ha ammesso di frequentare personalmente il PlayStation Blog), dall’altro le decisioni chiave restano fedeli a un modello più conservatore. Una strategia che mira a proteggere l’immagine del prodotto premium, ma che oggi deve fare i conti con un’utenza sempre più consapevole, abituata a offerte più dinamiche e aggressive altrove. In un mercato che evolve rapidamente, tra concorrenza serrata e modelli in abbonamento sempre più pervasivi, la sfida non è solo offrire di più, ma offrire meglio. E l’impressione è che la fedeltà del pubblico, costruita in anni di grandi esclusive e fiducia, non basti più da sola a giustificare rincari e scelte impopolari.
