Un lotto di caffè macinato a marchio Happy Dì è stato richiamato dai supermercati e negozi in tutta Italia per un possibile rischio chimico legato alla presenza di ocratossina A, una micotossina potenzialmente pericolosa per la salute. L’avviso è stato diffuso il 26 giugno 2025 dal Ministero della Salute tramite la sua piattaforma ufficiale dedicata agli allarmi alimentari, dando così massima trasparenza e informazione ai consumatori.

Il lotto interessato è identificato con il codice B26A, con termine minimo di conservazione fissato al 26 febbraio 2027, e riguarda confezioni da 250 grammi di caffè prodotto da Gruppo Gimoka S.p.A., nello stabilimento di Andalo Valtellino (Sondrio). Il prodotto è commercializzato per conto di Selex Gruppo Commerciale S.p.A., realtà della grande distribuzione presente su tutto il territorio nazionale con insegne come Famila, A&O e C+C, oltre a vari marchi regionali.
L’allerta è stata attivata in via precauzionale, dopo che analisi di laboratorio hanno rilevato livelli di ocratossina A superiori ai limiti stabiliti dalla normativa vigente. Tale micotossina è prodotta da alcune muffe che contaminano alimenti come cereali, caffè e frutta secca. La sua presenza in quantità elevate rappresenta un rischio per la salute umana, in quanto può essere genotossica e cancerogena, in particolare per il rene, come evidenziato da studi recenti dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Il Ministero della Salute ha quindi invitato chiunque avesse acquistato confezioni appartenenti a questo lotto a non consumarle e a restituirle al punto vendita per ottenere un rimborso o la sostituzione del prodotto. Nel frattempo, le confezioni incriminate sono state rimosse dagli scaffali dei supermercati per garantire la sicurezza pubblica.

Ocratossina A: un nemico silenzioso nel caffè e nei cibi quotidiani
L’ocratossina A è una sostanza tossica che spesso passa inosservata ma che può rappresentare un serio problema di sicurezza alimentare. Prodotta da muffe del genere Aspergillus e Penicillium, questa micotossina si sviluppa soprattutto in condizioni di conservazione non ottimali di alimenti come cereali, caffè, vino e frutta secca. Il caffè, in particolare, è un alimento ad alto rischio poiché la tostatura non sempre elimina completamente queste sostanze.
L’EFSA ha aggiornato la valutazione dei rischi legati all’ocratosina A, sottolineando che la sostanza può danneggiare il DNA e, quindi, agire come agente cancerogeno. La contaminazione prolungata e a dosi elevate può avere effetti tossici soprattutto sui reni, ma anche sul sistema immunitario e sullo sviluppo fetale.
In risposta a questi pericoli, le normative europee hanno fissato limiti rigorosi per la presenza di ocratossina A negli alimenti e nei mangimi, con controlli regolari su tutta la filiera produttiva. La recente segnalazione sul caffè Happy Dì testimonia l’importanza di tali controlli e della trasparenza verso il consumatore, che deve poter contare su prodotti sicuri e certificati. Questa vicenda riporta l’attenzione su quanto sia fondamentale mantenere standard elevati di qualità e sicurezza nel settore alimentare, soprattutto per prodotti di consumo quotidiano come il caffè, amatissimo dagli italiani e da milioni di persone nel mondo.
