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Un Oceano nel cuore della Terra: la sorprendente scoperta che rivoluziona la geologia

Per decenni, la struttura interna della Terra è stata interpretata come una sequenza di strati rocciosi sempre più caldi e densi, dominati da movimenti geologici estremi ma prevedibili. Tuttavia, a partire dal 2009, grazie al lavoro del geochimico Graham Pearson, si è aperta una finestra su un possibile oceano nascosto a circa 700 chilometri di profondità, celato non sotto deserti esotici o catene montuose remote, ma ben oltre il confine visibile della crosta.

La svolta arriva con l’identificazione della ringwoodite, un minerale precedentemente riscontrato solo nei meteoriti, estratto da una roccia brasiliana. La sua unicità non sta solo nella rarità, ma nel suo potere di trattenere acqua all’interno della struttura cristallina. Fino ad allora, l’idea che il mantello terrestre potesse contenere significative quantità d’acqua era considerata quasi eretica. Ma la ringwoodite ha dimostrato il contrario. Lì, dove la pressione e la temperatura sfidano l’immaginazione, si nasconderebbe una zona di transizione in grado di contenere un volume d’acqua pari a quello degli oceani superficiali.

Per molto tempo, gli scienziati hanno esitato a trarre conclusioni definitive. Il timore che si trattasse di un fenomeno isolato rallentava l’entusiasmo. Eppure, il seme del dubbio, o meglio, della curiosità, era stato piantato. Il mantello non era più solo un motore geologico, ma forse anche un gigantesco serbatoio idrico che potrebbe essere identificato come un oceano nel cuore della terra.

terra oceano nascosto sotto crosta
Un Oceano nel cuore della Terra: la sorprendente scoperta che rivoluziona la geologia 3

Un ciclo nascosto: come l’oceano sotterraneo potrebbe spiegare il respiro profondo del pianeta

Il tassello decisivo arriva nel 2022, grazie all’analisi condotta in Botswana dalla fisica Tingting Gu e riportata sulla rivista scientifica online Scientific American. Anche in questo caso, la presenza di ringwoodite ha confermato le ipotesi precedenti secondo cui l’acqua non solo esiste in profondità, ma è diffusa e strutturalmente integrata nelle rocce del mantello. Non si tratta di un oceano liquido, certo, ma di un’acqua intrappolata a livello molecolare, compressa in una forma stabile solo a quelle profondità estreme.

L’idea di un “ciclo dell’acqua profonda” inizia così a prendere forma. Secondo questa teoria, l’acqua del mantello potrebbe contribuire al rinnovamento delle placche tettoniche, alla formazione di magma, all’attività vulcanica e persino alla regolazione della temperatura interna del pianeta. Un meccanismo di equilibrio complesso, che cambia radicalmente la comprensione delle dinamiche terrestri.

Se questa acqua è davvero distribuita su larga scala come se stesse formando un oceano, allora le stime attuali della composizione interna della Terra devono essere riviste. Le condizioni che hanno permesso la nascita dell’atmosfera e degli oceani superficiali potrebbero dipendere direttamente da questo ciclo nascosto. L’umanità ha sempre guardato al cielo per comprendere l’origine della vita, ma forse la risposta più affascinante si nasconde sotto i nostri piedi.

C’è anche un aspetto poetico in tutto ciò. L’intuizione visionaria di Jules Verne, nel suo Viaggio al centro della Terra, si intreccia oggi con i dati scientifici più avanzati. La finzione che anticipa la realtà. Le rocce parlano, e ciò che raccontano ha la forza di riscrivere interi capitoli della storia geologica. Questa nuova prospettiva costringe a guardare la Terra non più come un pianeta statico e prevedibile, ma come un sistema vivente e dinamico, capace di custodire addirittura un oceano nascosto nelle sue profondità, segreti degni dei racconti più avventurosi. Una lezione di umiltà e meraviglia che ribadisce quanto la scienza, a volte, sappia stupire più della fantascienza.

Viaggio al centro della Terra Trailer
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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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