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ChatGPT invitato a una cena di classe dagli studenti: “C’è sempre stato per noi”

Viviamo in un periodo storico dove ChatGPT è diventato uno strumento ormai imprescindibile nella nostra quotidianità, che può aiutarci a svolgere diversi tipi di mansione, e anche tra gli studenti è diventato uno strumento di largo uso non sempre ben visto per il fatto che sostituisca il ragionamento umano per offrire una soluzione comoda.

ChatGPT invitata a una cena di classe!

L’Italia è diventata anche teatro di una divertente storia che ha fatto sorridere e riflettere proprio sull’uso dell’AI nelle scuole: una classe ha invitato ChatGPT alla cena di classe per commemorare la fine dell’anno scolastico in quanto visto come un compagno virtuale che per ogni studente c’è sempre stato sottoforma di supporto sia negli studi che sul piano personale. Alcuni studenti hanno confidato di aver utilizzato il chatbot di OpenAI non solo come ancora di salvezza per completare i compiti, ma anche come confidente con cui sfogare il proprio stress.

L’episodio mette luce su come i giovani d’oggi utilizzino il chatbot. Utilizzarlo come valvola di sfogo o per supporto personale è un qualcosa che fa anche chi sta scrivendo quest’articolo, ed è una pratica diffusissima: grazie al fatto che il chatbot non giudichi in alcun modo chi scrive, molti cercano in esso una “terapia” in cui parlare dei propri problemi, dell’affrontare un lutto e i traumi. Uno studio della Harvard Business Review sottolinea come ormai questo tipo di richieste abbiano superato di gran lunga quelle più tradizionali come scrittura o aiuti nell’organizzare lo studio.

ChatGPT

Da una parte noi persone possiamo trovare un supporto sempre disponibile e mai propenso al giudizio, ma c’è un’ombra da non sottovalutare: la mancanza di relazioni umaneLaura Turuani, psicoterapeuta dell’Istituto Minotauro di Milano, sostiene che l’AI rischia di sostituire delle relazioni autentiche, e che sul piano scolastico e lavorativo offre una zona di comfort a rischio zero che rischia di far diminuire le nostre capacità di ragionamento di fronte a problemi e difficoltà. Bisogna dunque saper utilizzarlo con cognizione di causa, in quanto come sempre non è lo strumento il problema, ma il suo utilizzo.

L’episodio del chatbot invitato a cena dagli studenti – che hanno simulato la sua presenza con un cartonato – riassume perfettamente sia le luci che le ombre delle nuove tecnologie, che da una parte non si possono non abbracciare ma dall’altra bisogna farlo in maniera neanche troppo esagerata, per evitare che i danni del loro utilizzo superino i benefici.

ChatGPT

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Yoel Carlos Schincaglia

Yoel Carlos Schincaglia

Nato il 14 febbraio 1997 a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Grande appassionato principalmente di anime, poi anche di videogiochi e manga. Credo nella canzone che ho nel cuore!

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