Superman e il nuovo DC Universe di James Gunn promette di portare una ventata d’aria fresca nel genere dei cinecomic e di distinguersi radicalmente dal colosso Marvel Cinematic Universe (MCU). In una recente intervista con Entertainment Weekly, Gunn ha rivelato un dettaglio sorprendente che cambierà il modo in cui il pubblico vivrà le storie dei supereroi: nel suo DCU, i metahumans non sono una novità. Al contrario, gli esseri dotati di superpoteri esistono e sono noti all’umanità da circa 300 anni prima dell’arrivo di Superman.
Un mondo già abituato ai supereroi
Secondo Gunn, questo approccio eliminerà buona parte dell’esposizione narrativa necessaria nei film di origine e renderà più naturale l’introduzione di personaggi con poteri straordinari. «Se vedessi un uomo-squalo per strada, probabilmente vomiteresti e moriresti dalla paura,» ha scherzato il regista. «Nel nostro mondo invece, vederne uno sarebbe come incontrare Paul McCartney a New York: sorprendente, ma non traumatico.»
Il film di Superman, in uscita l’11 luglio, presenterà un mondo in cui i supereroi sono già integrati nella società. Tra questi troviamo la Justice Gang, un team già formato che include Green Lantern (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced) e Mister Terrific (Edi Gathegi). La squadra è finanziata dal magnate della tecnologia Maxwell Lord (Sean Gunn), un dettaglio che potrebbe complicare la loro moralità.

Superman in un mondo cinico
Gunn ha spiegato che questi eroi «sono buoni, ma non sono santi». L’idea di supereroi corrotti o manipolati da interessi aziendali richiama atmosfere già viste in serie come The Boys, ma inserire Superman, simbolo di purezza e speranza, in un simile contesto potrebbe essere il modo perfetto per rinnovare il personaggio e renderlo più attuale.
In genere, Superman è raffigurato come il primo supereroe, un pioniere in un mondo ancora privo di giganti. Stavolta, invece, si troverà a fare i conti con un pianeta abituato alla presenza di metahumans e forse disilluso. Questa scelta narrativa potrebbe rappresentare un’evoluzione significativa rispetto alla formula classica.
Una scelta rischiosa ma innovativa
Tuttavia, creare un universo narrativo con 300 anni di storia alternativa pone sfide notevoli. La presenza di metahumans avrebbe potuto influenzare eventi storici, culturali e sociali, un aspetto difficile da gestire senza creare incoerenze. Il paragone con film come Bright (2017), criticato proprio per non aver sfruttato a fondo il suo worldbuilding, è inevitabile.
Rispetto al Marvel Cinematic Universe, dove fino al 2008 (con Iron Man) il mondo era pressoché identico al nostro, il DCU di Gunn si presenta più stratificato sin dall’inizio. Questo potrebbe permettere una narrazione più snella e meno legata a continue spiegazioni.

Il futuro del DCU secondo James Gunn
Il debutto di questo nuovo corso arriverà con Superman, atteso al cinema l’11 luglio. Sarà allora che i fan potranno scoprire se la visione audace di Gunn riuscirà a ridefinire i canoni del cinecomic moderno e a distinguere il DCU dall’ormai consolidato MCU.