Il ritorno del celebre musical Jesus Christ Superstar di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice all’Hollywood Bowl di Los Angeles ha già acceso un vivace dibattito, ben prima del debutto. Protagonista della discussione è Cynthia Erivo, attrice britannica che interpreterà il ruolo di Gesù in questa nuova edizione dello spettacolo. La scelta ha immediatamente scatenato reazioni contrastanti, con l’accusa principale di blasfemia sollevata dal pubblico.
La reazione è stata suscitata soprattutto dalla combinazione di tre elementi che sembrano disturbare i più conservatori: il fatto che sia una donna, che sia nera, e che appartenga apertamente alla comunità queer. Un mix che, secondo una parte del pubblico, renderebbe inappropriata la sua interpretazione di una figura come Gesù. Sui social, le critiche si sono moltiplicate, tra chi usa toni ironici, chi grida allo scandalo religioso, e chi semplicemente si rifiuta di accettare l’idea di una rappresentazione alternativa.
C’è da sottolineare anche che la provocazione è parte del DNA di Jesus Christ Superstar. Fin dalla sua prima rappresentazione nel 1970, il musical ha fatto discutere per il suo approccio umanizzante al personaggio di Gesù, presentato come un uomo tormentato e vulnerabile, più vicino al pubblico che al dogma. L’opera è da sempre una rilettura molto differente, dove la dimensione sacra si intreccia con quella emotiva, musicale e politica. Non è un catechismo da palcoscenico, ma una riflessione artistica e teatrale. L’idea del pubblico, tuttavia, è che questa non possa essere una giustificazione adeguata alla scelta compiuta.

Cynthia Erivo risponde alle accuse, sottolineando la libertà del teatro musicale
Alla pioggia di critiche, Cynthia Erivo ha risposto con ironia. In un’intervista a Billboard, l’attrice ha ricordato come molti di quelli che protestano sembrano non cogliere il contesto del musical: “È uno spettacolo di tre giorni all’Hollywood Bowl, dove posso cantare fino allo sfinimento. Spero che vengano e si rendano conto: ‘Oh, è un musical, il posto più gay del mondo’“, ha dichiarato.
La sua risposta è volta a specificare come il teatro musicale sia, per sua natura, uno spazio aperto alla sperimentazione, al simbolismo e alla libertà espressiva. Nel mondo di Jesus Christ Superstar, la figura di Gesù è una lente narrativa attraverso cui esplorare altre storie e raccontare prospettive e interpretazioni differenti. Il genere, con il suo linguaggio visivo e sonoro, ha sempre giocato con l’immaginario per stimolare domande, non per dare risposte scolpite nella pietra.
Cynthia Erivo non è la prima a rompere le convenzioni in un ruolo iconico e non sarà l’ultima. Tuttavia, in un momento storico in cui l’industria dell’intrattenimento è chiamata a confrontarsi con la propria rappresentazione, sorgono inevitabilmente interrogativi su dove tracciare il confine. Quando si tratta di figure religiose e simboli profondamente radicati, un limite potrebbe esistere, forse, e non dovrebbe essere oltrepassato con leggerezza. È proprio questa la sensazione che una parte del pubblico sembra voler comunicare all’industria. Non tutte le rappresentazioni, a prescindere che essi siano film, serie tv o persino musical, sono aperte a ogni tipo di reinterpretazione, specialmente quando toccano corde così intime e significative per la fede di molti.
