Scarlett Johansson ha raccontato un lato poco noto delle riprese di Lost in Translation, il film cult del 2003 diretto da Sofia Coppola, rivelando che lavorare al fianco di Bill Murray non fu affatto semplice per il cast e la troupe.
In una recente intervista a Vanity Fair, l’attrice ha descritto l’atmosfera sul set di Lost in Translation come carica di tensione: “Tutti erano sulle spine intorno a lui, inclusa la nostra regista e l’intera troupe, perché stava attraversando un periodo difficile.” Johansson, che all’epoca aveva appena 17 anni, ha aggiunto di non aver mai lavorato con un attore in quello stato mentale prima di allora.
Senza entrare nei dettagli di cosa stesse affrontando Murray, l’attrice ha sottolineato quanto l’esperienza sul set sia stata particolare anche dal punto di vista umano. La pellicola, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui un Oscar per la miglior sceneggiatura originale, racconta la storia di un attore in declino che stringe un legame profondo con una giovane donna in un albergo di Tokyo.
Lost in Translation, Scarlett Johansson sul film: “tutti erano in tensione intorno a Bill Murray”

Johansson ha anche parlato del suo recente incontro con Murray, in occasione del 50° anniversario del Saturday Night Live, dove ha notato un cambiamento: “È una persona molto diversa oggi. Penso che la vita lo abbia umiliato.”
Alla domanda se si riferisse anche alle accuse di cattiva condotta che hanno colpito l’attore nel 2022 sul set del film diretto da Aziz Ansari, Johansson ha risposto: “Certamente sì, è stato davvero brutto. Ma credo anche che il Covid sia stato un momento difficile per lui. Tutto ciò lo ha portato a essere chiamato a rispondere di certi comportamenti. Ma sapete una cosa? È meraviglioso quando le persone riescono a cambiare.”

Le accuse contro Murray includevano il comportamento inappropriato verso una collega, che lo accusò di averla baciata indossando la mascherina durante la pandemia. L’attore, che all’epoca parlò di “un malinteso”, ha recentemente cercato di spiegare l’accaduto, sostenendo che si trattava di un gesto che in passato aveva sempre suscitato ilarità. “Pensavo fosse divertente,” ha detto. “Non c’è stato contatto fisico diretto, avevamo entrambi la mascherina.”
La complessità di Lost in Translation
Queste nuove rivelazioni di Johansson contribuiscono a rileggere con occhi diversi uno dei film più iconici degli anni 2000, sottolineando come dietro la delicatezza della storia raccontata in Lost in Translation, si celasse un ambiente lavorativo segnato da tensioni emotive e fragilità personali.