Un attacco improvviso, uno sfogo di rabbia immotivato, e migliaia di spettatori testimoni in diretta. È quanto accaduto l’8 maggio a Jinnytty, tra le più note IRL streamer su Twitch, mentre stava tranquillamente esplorando le strade di Tolosa, in Francia, come parte del suo solito format di viaggi in diretta. Con oltre un milione di follower solo sulla piattaforma di Amazon, Jinny è ormai un volto riconoscibile per gli amanti della categoria “in real life”, grazie al suo modo spontaneo e coinvolgente di raccontare il mondo.
Tuttavia, durante quella che sembrava una giornata ordinaria di streaming, la situazione è degenerata improvvisamente. Mentre parlava con i suoi spettatori di un’app per i passaggi in auto, un uomo su uno scooter ha iniziato a seguirla, ha fermato il mezzo, l’ha insultata e ha colpito violentemente la sua telecamera. Il segmento della live in questione è recuperabile nella sua stream completa, al minuto 06:18:27 o più semplicemente nella clip condivisa dagli utenti su X. Secondo quanto riportato da fonti francesi, l’aggressore ha anche rivolto insulti razzisti, scambiandola erroneamente per una cittadina cinese.
“Perché stai filmando? P**tana sporca. Vattene da qui!”, ha urlato l’uomo, prima di allontanarsi. Jinny, visibilmente scioccata, ha cercato di spiegare: “Stavo filmando il mio viso. Non lo stavo nemmeno inquadrando, era solo finito sullo sfondo. È un’area pubblica“. Nonostante le insistenti richieste del pubblico di denunciare l’accaduto, la streamer ha deciso di non rivolgersi immediatamente alla polizia, affermando di non credere che ci fosse qualcosa che potessero fare per aiutarla.

La violenza contro le streamer IRL: un problema crescente
Quello di Jinny non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio e preoccupante: l’aumento delle aggressioni ai danni delle streamer donne, spesso durante le loro dirette. Solo a marzo, Valkyrae e Cinna sono state coinvolte in un episodio simile al Santa Monica Pier, dove sono state attaccate da un uomo. E nello stesso periodo, Amouranth è sopravvissuta a un tentativo di rapina armata nella propria abitazione, durante il quale è stata salvata grazie all’intervento armato del marito. Ad aprile, invece, la streamer russa Gilticus ha subito un’aggressione da un uomo a Tokyo per “riprese senza consenso”.
La risposta pubblica all’aggressione di Jinny è stata immediata. Emilion Esnault, vicesindaco di Tolosa, ha espresso il proprio sostegno alla streamer con un messaggio netto: “Pieno supporto a Jinnytty. Come troppe persone a Tolosa, è stata vittima di un comportamento inaccettabile. La giustizia deve essere ferma per porre fine a questa impunità”. Anche online si è alzata una voce collettiva di protesta, con utenti sui social hanno condiviso la clip dell’incidente, taggando le autorità francesi e chiedendo provvedimenti immediati contro l’aggressore.
Il fatto che tutto sia avvenuto sotto gli occhi di migliaia di spettatori rende l’episodio ancora più grave, segnando l’ennesimo campanello d’allarme sul tema della sicurezza delle donne nel mondo digitale e nello spazio pubblico. In un’epoca dove l’IRL streaming è diventato un genere mainstream, e dove l’interazione tra online e offline è sempre più sfumata, è chiaro che servano strumenti, regole e protezioni più efficaci. E la questione non può più essere ignorata, soprattutto quando lo schermo non basta più a fare da scudo.
