L’annuncio di Nintendo Switch 2 ha acceso la scena videoludica sin dall’inizio del 2025. Con la rivelazione ufficiale a gennaio e un approfondito Nintendo Direct ad aprile, la nuova console ha finalmente mostrato al pubblico il suo volto, accompagnato da titoli attesissimi come Mario Kart World. Ma non tutti sono rimasti estasiati. Tra i più critici figura un nome di peso nell’industria: Shuhei Yoshida, ex presidente di Sony Interactive Entertainment Worldwide Studios.
Ospite del podcast Easy Allies, Yoshida ha espresso una visione piuttosto netta. Secondo lui, Nintendo avrebbe perso la sua identità. “Per me, Nintendo è sempre stata sinonimo di esperienze nuove, dove hardware e giochi venivano progettati in simbiosi per creare qualcosa di sorprendente”, ha dichiarato. Una filosofia che ha dato vita a successi rivoluzionari come la Wii o l’ibrida Switch originale. Tuttavia, Yoshida considera la nuova iterazione un semplice “miglioramento tecnico”, privo di quell’elemento di rottura che da sempre contraddistingue la casa di Kyoto.
E in effetti, se guardiamo alla Switch 2, le novità si concentrano soprattutto su specifiche migliorate: schermo più grande, processore potenziato, supporto al 4K e prestazioni fino a 120 fps. Per Yoshida, si tratta di un approccio troppo simile a quello di PlayStation e Xbox, che da tempo preferiscono aggiornamenti incrementali alle rivoluzioni concettuali.

Il rischio della “normalizzazione” e la sfida dell’identità Nintendo
Il cuore della critica di Yoshida non riguarda tanto la qualità della console, quanto l’assenza di una visione sorprendente. Il fatto che la presentazione sia stata guidata da un ingegnere hardware, in stile “Sony o Microsoft”, è per lui emblematico. “Il concetto alla base della Switch 2 è semplicemente ‘abbiamo migliorato le cose’. Ma questo è quello che fanno sempre gli altri.”
Nintendo, nella sua storia, ha spesso osato. Dalla doppia schermata del DS al 3D senza occhiali del 3DS, fino all’idea dell’ibrido domestico/portatile con la prima Switch. Ogni volta, l’azienda ha puntato sull’unicità dell’esperienza, anche a costo di sacrificare la potenza pura. E se è vero che il mercato oggi richiede compatibilità, prestazioni elevate e supporto per i giochi di terze parti, come la futura presenza di Elden Ring su Switch 2 dimostra, è anche vero che questa svolta più “convenzionale” potrebbe far perdere a Nintendo quella scintilla che l’ha sempre resa unica.
Yoshida ha infine osservato che il supporto third-party è entusiasmante solo per chi possiede solo console Nintendo. In un’epoca in cui molti giocatori alternano più piattaforme, vedere titoli già disponibili altrove approdare su Switch 2 non rappresenta più un valore aggiunto, ma piuttosto una normalizzazione. Resta da vedere se Nintendo smentirà queste preoccupazioni nei prossimi mesi, magari mostrando giochi che sfruttano la nuova macchina in modi ancora inimmaginabili. Ma per ora, per alcuni osservatori, Switch 2 sembra più una “evoluzione sicura” che una “rivoluzione audace”.
