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Hawkeye, la nostra recensione: Anatomia di un (super)eroe

Dopo aver esplorato il dolore e il lutto in WandaVision, le ingiustizie e il razzismo in The Falcon and the Winter Soldier, il senso di identità e il libero arbitrio in Loki e le infinite possibilità del multiverso in What If, è il momento di immergersi nel clima natalizio, intimo e famigliare di Hawkeye, la prossima serie Marvel in arrivo su Disney+ il 24 novembre.

Grazie a Disney abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi della serie con Jeremy Renner e Heilee Steinfeld. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Hawkeye e i supereroi senza superpoteri

Per anni i Marvel Studios ci hanno abituato a prodotti (cinematografici prima e seriali poi) dedicati a supereroi nel senso stretto del termine tanto da farci quasi dimenticare dell’esistenza di uomini e donne comuni, senza superpoteri, senza legami di parentela con divinità o entità celesti, senza aiuti da parte della tecnologia, senza sieri che gli donano abilità sovrumane ma ugualmente straordinari.

Clint Barton è questo. Una persona comune che si trova a combattere fianco a fianco con uomini e donne dotati di poteri e abilità che farebbero impallidire chiunque. Ciononostante non sfigura, anzi, porta a termine egregiamente il suo lavoro, non senza dolori, sofferenze e perdite. E questo lo rende uno dei Vendicatori più forti.

Di tutte le serie prodotte finora dai Marvel Studios, Hawkeye è quella più umana, in cui è più facile immedesimarsi. Niente panorami alieni, niente magie: solo la storia di un uomo comune che ha imparato suo malgrado a non esserlo.

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Le frivole atmosfere natalizie potrebbero ingannare, lasciando trasparire l’idea di una serie allegra e spensierata, quasi una commedia. Hawkeye è anche questo, ma non solo. Si tratta di un prodotto introspettivo che scava a fondo nella natura umana andando a toccare temi importanti: gli affetti famigliari, l’inesorabile scorrere del tempo, le bugie, le insicurezze, l’avarizia e l’ingordigia.

Tutto raccontato attraverso le vicende personali di due individui e delle loro famiglie. Hawkeye è una favola natalizia dalla doppia faccia: oscilla tra le risate e il pianto, tra la luce e il buio ma ha un suo messaggio che vuole consegnare allo spettatore.

Clint Barton e Kate Bishop: a cavallo tra chi non vuole più essere un eroe e chi vuole diventarlo

I due protagonisti non potrebbero essere più diversi.

Clint Barton è un eroe che non vuole più esserlo. Ha combattuto i chitauri, ha combattuto Ultron, ha combattuto Thanos e sente di doversi fare da parte per dedicarsi alle cose che gli stanno più a cuore: sua moglie e i suoi figli.

Non gli interessano gli attestati di stima della gente, non vuole essere celebrato come un eroe, non apprezza i fan accaniti che gli chiedono una foto, si sente a disagio quando la gente lo ringrazia per le sue gesta. Ora è un uomo con un solo scopo, tornare a casa in tempo per Natale per passarlo con la sua famiglia.

Suo malgrado però è comunque un eroe. Ha salvato la città, il pianeta, l’universo intero e ha lasciato una forte eredità al mondo: l’ispirazione. Le sue gesta hanno ispirato uomini e donne, bambini e bambine a fare il meglio di sé per essere, a loro modo, degli eroi come lo sono stati gli Avengers.

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Kate Bishop è una di queste persone. La sua è una storia fatta di dolore, sofferenza, voglia di combattere e ispirazione. Il suo passato l’ha fatta diventare la donna che è adesso e, tra le sue fonti di ispirazione figura anche un certo Vendicatore munito di arco e freccia.

Se da un lato Clint non vuole più essere un eroe, Kate lo vuole diventare. Due percorsi diametralmente opposti, ma che per una serie di fortuite coincidenze si incontreranno e si scontreranno.

La ragazza non perderà l’occasione di vestire i panni di un eroe appena se ne presenterà l’occasione. Purtroppo per lei, però, i panni non potrebbero essere i più sbagliati e portano il nome di Ronin. Ed è qui che entra in gioco Occhio di Falco. Il passato del Vendicatore tornerà prepotentemente a bussare alla sua porta. Un passato fatto di violenza e sofferenza che credeva essersi lasciato ormai alle spalle ma con il quale sente di dover chiudere una volta per tutte. Anche se questa missione rischia di compromettere il suo Natale in famiglia.

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Una direzione decisa ma ancora confusa

I primi due episodi di Hawkeye sono fortemente introduttivi com’è giusto che sia, vista la necessità di presentare nuovi personaggi e tutto ciò che li circonda. Sembra di conoscere Kate Bishop da una vita, ma questo è anche merito dell’attrice che la interpreta e della forte chimica tra lei e un Jeremy Renner in gran forma. Dopo anni e anni da comprimario (spesso trascurato e bistrattato) era ora che anche lui avesse il giusto spazio per far esprimere al meglio il suo personaggio.

D’altro canto, al termine dei primi due episodi, a fronte di una conoscenza meticolosa di vita morte e miracoli dei due protagonisti, sappiamo veramente poco (se non niente!) su comprimari e antagonisti, sulla loro storia, sui loro piani e sulle loro motivazioni.

Non fraintendeteci, la serie è abile nel far capire (alcune volte esplicitamente, altre volte meno) la direzione che vuole intraprendere. Lo fa però in modo confuso.

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Avendo solo sei episodi a disposizione, il rischio è quello di ritrovarsi con una trama fin troppo approssimata e veloce, che non permette una giusta caratterizzazione dei personaggi.

Se ci sono voluti due episodi per introdurre i protagonisti, ce ne dovranno volere almeno altrettanti per caratterizzare bene gli antagonisti e per tessere le trame che, ad ora, sono state solo debolmente abbozzate. A quel punto resteranno solo due episodi per chiudere il tutto. Questo timing sarà sufficiente per confezionare una serie godibile e per scongiurare un evitabilissimo affrettamento negli episodi conclusivi? Ai posteri l’ardua sentenza.

Hawkeye è una serie godibile, che si prende i suoi tempi e che scava a fondo nella natura umana. Un prodotto ben diverso da come ce lo saremmo aspettato. I primi due episodi sono solidi e convincenti. Meritano sicuramente una visione, come la merita anche il resto della serie.

C’è da capire se, tra sei settimane, parleremo di Hawkeye come della serie che ha dato giustizia a Occhio di Falco e introdotto egregiamente nuovi personaggi nel MCU o se si tratterà dell’ennesima occasione riuscita a metà che, a fronte di una qualità realizzativa eccellente e in linea con gli altri prodotti dei Marvel Studios, si perde per strada e fallisce del dare il giusto spazio e il giusto tempo alle storie che racconta. La paura è quindi quella di trovarsi di fronte ad un altro The Falcon and The Winter Soldier.

Fino ad allora giudizio sospeso. Nel frattempo godiamoci il viaggio.

Hawkeye sarà disponibile in esclusiva su Disney+.

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Gabriele Pati

Gabriele Pati

Cresciuto con libri di cibernetica, insalate di matematica e una massiccia dose di cinema e tv, nel tempo libero studia ingegneria, pratica sport e cerca nuovi modi per conquistare il mondo. Vanta il poco invidiabile record di essere stato uno dei primi con un account Netflix attivo alla mezzanotte del 22 ottobre 2015.

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