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Coronavirus, Ue fissa il 15 aprile per chiarire il tracciamento app

Nonostante le difficoltà, abbiamo (più o meno tutti) fatto l’abitudine con l’obbligo di restare a casa. Una pandemia non è molto facile da contenere e limitare i contagi, anche nei mesi che ci aspettano, rimane la priorità. Quando una persona risulta positiva al Coronavirus, le autorità sono chiamate a ricostruire i suoi ultimi movimenti. Una prassi fondamentale, ma non proprio immediata. In virtù di questo, abbiamo già visto come si stia provando a sfruttare anche i nostri smartphone. Una tematica delicata, perché entrano in gioco aspetti poco trascurabili, come la privacy personale. L’Ue ha allora fissato il 15 aprile come ultima data per chiarire l’intenzione dell’utilizzo del tracciamento degli smartphone a scopi medici.

Tracciarci può limitare il Coronavirus

Quando parliamo di privacy, camminiamo su uno strato di ghiaccio molto sottile. Il confine con la violazione di dati personali non è poi così marcato. Il fatto che lo smartphone nella nostra tasca raccolga informazioni su di noi, infatti, non piace a molte persone. Soprattutto considerando le periodiche bufere che colpiscono anche le grosse aziende. Quando si tratta, però, di salute e protezione della comunità, è lecito mettere da parte una questione che ci sta tanto a cuore? A quanto pare, sembrerebbe una via sempre più realizzabile in Europa. Con una ragione completamente lontana dal marketing, l’Ue si sta muovendo anche in questo senso per scegliere una strategia efficiente e uniforme all’interno dell’Unione. Ogni nazione dovrà riportare chiaramente la propria filosofia riguardo ad applicazioni che usino il tracciamento per limitare il Coronavirus. L’utilizzo dovrà essere esclusivamente medico, stabilendo strumenti e metodi che rispettino i diritti fondamentali delle persone. Tutto questo dovrebbe portare all’allineamento delle app utilizzate, considerando in particolare le nuove fasi a cui andremo incontro.

Garante della privacy

Il potenziale di un semplice smartphone in queste circostanze non può essere ignorato. Specialmente se unito alle informazioni che già raccoglie quotidianamente per fini diversi. Capiremo allora se queste applicazioni potranno essere realtà, portando un aiuto concreto e rispettando la privacy delle persone. Vedremo poi se l’Unione Europea, dal canto suo, riuscirà nella gestione e coordinamento di questo aspetto. Per scoprirlo, l’appuntamento è fissato al 15 aprile.

FONTE: ANSA

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