Kazuhiko Torishima, primo editor di Dragon Ball e figura chiave nel successo planetario dell’opera di Akira Toriyama, è tornato a parlare della serie durante una recente puntata radiofonica di J-WAVE’s TOKYO MAAD SPIN. Oggi lontano dal franchise (ricopre il ruolo di outside director per Bushiroad), Torishima ha immaginato cosa farebbe se avesse ancora il controllo creativo sul futuro del brand. La sua idea si muove verso la realizzazione di spin-off incentrati su prospettive singole, come quella di Goku o di Bulma, con un’impostazione fortemente orientata al battle manga.
Secondo l’ex editor, le cui parole sono state riportate da Naz Chris su X, il cuore che ha reso Dragon Ball un fenomeno globale non era la ricerca delle Sfere del Drago né i momenti di avventura più leggeri, ma la costruzione serrata di scontri e tensioni che definivano i personaggi. In questa logica, Torishima non ha risparmiato critiche al più recente progetto animato, Dragon Ball DAIMA, accusandolo di ridimensionare la forza e il carisma dei protagonisti. La scelta di rimpicciolire i personaggi e proporre avversari minori, secondo lui, ripete gli errori della prima fase di Dragon Ball, all’epoca ritenuta la meno apprezzata dal pubblico.

Il valore dei professionisti e l’eredità del franchise
Un altro punto centrale del discorso di Torishima riguarda il processo di produzione stesso. Ha sottolineato come il trionfo di Dragon Ball in animazione sia stato possibile grazie alla fiducia riposta in mani esperte. Ha citato, in particolare, Kouzou Morishita di Toei Animation, responsabile della pianificazione di numerosi progetti legati al brand, lo sceneggiatore Takao Koyama, definito “genio” per la sua capacità di strutturare le saghe più memorabili, e il produttore Kenji Shimizu di Fuji TV.
Per Torishima, il segreto sta proprio nel lasciare che figure con esperienza e sensibilità propria possano lavorare senza vincoli eccessivi, portando avanti la visione con professionalità e rispetto per il materiale originale. Come ha spiegato, “la persona a cui viene affidato un lavoro deve affrontare il compito seriamente, con la tensione che deriva dall’essere stata scelta per quel ruolo.“
L’intervento, come spesso accade quando parla Torishima, non si limita alla nostalgia, ma apre un dibattito sul futuro del franchise. C’è chi vede in queste parole un invito a tornare all’essenza marziale e competitiva della saga, magari con spin-off che esplorino nuove angolazioni senza perdere di vista lo spirito del combattimento. In un panorama in cui Dragon Ball continua a reinventarsi, il pensiero del suo primo editor suona come un richiamo all’origine di un mito che, quarant’anni dopo, continua a far discutere.
