Il mondo del giornalismo italiano si trova ad affrontare una nuova minaccia, questa volta non legata alla libertà di stampa ma alla sicurezza informatica. L’Ordine dei Giornalisti di Roma e del Lazio ha infatti subito un attacco ransomware che, secondo le prime verifiche, potrebbe aver compromesso i dati personali di oltre ventimila iscritti. La conferma è arrivata attraverso una PEC inviata a tutti i professionisti registrati e da un avviso ufficiale pubblicato sul sito dell’ente, entrambi firmati dal presidente Guido D’Ubaldo.
Il cyberattacco, avvenuto tra l’8 e il 28 agosto, è stato scoperto solo alla riapertura della sede dell’Ordine dei Giornalisti. Ad attribuirsene la responsabilità è stato un collettivo di hacker dell’Est Europa, che ha avanzato una richiesta di riscatto. La risposta dell’Ordine è stata immediata e ferma, con D’Ubaldo che ha dichiarato di non aver nessuna intenzione di pagare o di imbastire una trattativa con i criminali informatici. Una scelta coraggiosa che riflette la linea dura assunta da molte istituzioni e aziende di fronte al fenomeno del ransomware, ormai una delle piaghe più gravi del panorama digitale globale.

Le contromisure e le incognite sul futuro dei dati dell’Ordine dei Giornalisti
Dopo la scoperta dell’attacco, sono state attivate tutte le procedure previste in caso di violazioni informatiche. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il Garante per la protezione dei dati personali sono stati avvisati immediatamente, mentre una denuncia è stata depositata alla Polizia postale, incaricata delle indagini. Resta però un nodo cruciale da sciogliere, ovvero capire se i dati sensibili degli iscritti siano stati effettivamente trafugati e, nel caso, fino a che punto.
Al momento non ci sono prove di un uso illecito delle informazioni, ma la rivendicazione del collettivo criminale e la richiesta di riscatto mantengono alta la preoccupazione. L’Ordine dei Giornalisti ha promesso di tenere costantemente aggiornati i giornalisti coinvolti, informandoli su qualsiasi sviluppo. In un passaggio della comunicazione ufficiale si legge infatti: “Sarà nostra cura, anche al fine di essere reso a conoscenza di qualsiasi problematica afferente il tuo profilo, informarti su eventuali ulteriori sviluppi“.
L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di crescente vulnerabilità delle istituzioni italiane agli attacchi informatici. Negli ultimi anni, ospedali, comuni e aziende pubbliche hanno subito violazioni analoghe, spesso con conseguenze pesanti sulla continuità dei servizi e sulla tutela dei dati personali. Il caso dell’Ordine dei Giornalisti mette in evidenza quanto sia urgente rafforzare le difese digitali anche in ambiti apparentemente lontani dall’universo tecnologico, ma che custodiscono informazioni delicate e potenzialmente appetibili per i criminali.
