Google sta ridefinendo l’esperienza di lettura su Chrome, puntando a trasformare il browser in un vero e proprio hub audio. Dopo la funzione “Ascolta questa pagina“, che leggeva i testi con voce sintetica, la nuova fase è rappresentata da “Listen to the feed“, un sistema che genera riassunti audio degli articoli presenti nella sezione Discover. Non più una voce monotona, ma un racconto con stile conversazionale, sulla scia di quanto già sperimentato con NotebookLM.
La funzione è stata individuata dallo sviluppatore Leopeva64 su Chrome Canary per Android ed è ancora in fase sperimentale, ma secondo quanto emerso, presenta già un’interfaccia intuitiva simile a un lettore multimediale. Controlli per la pausa, lo skip di 10 secondi, il ritorno indietro e persino la possibilità di passare all’articolo successivo o precedente rendono l’esperienza fluida e familiare. Nei test attuali, l’attivazione richiede un solo tocco e in pochi secondi l’articolo viene convertito in una sintesi audio pronta per l’ascolto, quasi come se fosse un podcast on demand.

La svolta audio di Google, sempre a discapito degli articolisti
L’aspetto che colpisce maggiormente è la capacità di Chrome di proporre l’audio in un formato dialogico. Due voci AI interagiscono tra loro per spiegare, riassumere e commentare i contenuti, dando vita a una narrazione più naturale e coinvolgente rispetto al tradizionale “text-to-speech”. Questo approccio, ancora in fase di perfezionamento, mira a ridurre l’affaticamento dell’ascolto prolungato e a creare un’esperienza vicina a quella di un talk show.
Il potenziale è enorme. I pendolari possono ascoltare articoli senza dover guardare lo schermo, chi ha difficoltà visive ottiene un nuovo strumento di accessibilità, mentre chi preferisce un’informazione rapida trova un riassunto immediato dei contenuti più lunghi. Non mancano ancora limiti, come la pronuncia a volte artificiale o il tono poco espressivo, ma la direzione mostra come Google voglia fare di Chrome non solo una finestra sul web, ma una voce capace di raccontarlo.
Secondo le prime indiscrezioni, il rollout globale potrebbe arrivare già entro la fine del 2025, a conferma di quanto l’azienda stia spingendo verso una navigazione sempre più personalizzata e “umana”. Se l’esperimento avrà successo, il web stesso potrebbe diventare un immenso feed audio, pronto a trasformarsi in podcast personalizzati per milioni di utenti in tutto il mondo.
C’è però un lato meno luminoso di questa evoluzione. Se gli utenti si limiteranno ad ascoltare versioni riassuntive dei contenuti, il lavoro degli articolisti rischia di perdere visibilità e valore. Una fruizione rapida e mediata dall’intelligenza artificiale potrebbe ridurre il traffico diretto ai siti, indebolendo il rapporto tra autore e lettore e mettendo in discussione la sostenibilità del giornalismo online.
