Con la conferma del 4 settembre 2025 come data di lancio, Hollow Knight: Silksong non è più soltanto uno dei titoli più attesi degli ultimi anni, ma anche un fenomeno capace di influenzare profondamente il calendario delle uscite videoludiche. Non capita spesso che un singolo gioco sia così imponente da spingere altri sviluppatori a rinviare le proprie produzioni, e gli unici precedenti recenti con un impatto simile che ci vengono in mente sono stati Elden Ring: Shadow of the Erdtree, o più in generale GTA 6, capace di stravolgere il 2025 prima del suo spostamento al 2026.
Il successo del primo Hollow Knight, che ha superato i 15 milioni di copie vendute, ha innalzato l’asticella delle aspettative per Silksong, al punto che molti studi indipendenti hanno deciso di non rischiare un lancio in contemporanea. Per chi non dispone di grandi budget pubblicitari, la finestra di lancio è tutto e l’attenzione dei giocatori nei primi giorni è fondamentale per garantire visibilità e, di conseguenza, la sopravvivenza stessa di un progetto. Complici l’entusiasmo dei fan e una community che da anni alimenta l’attesa, l’uscita di Silksong è diventata una sorta di buco nero capace di risucchiare l’attenzione generale.

Tra rinvii e gratitudine: la risposta degli sviluppatori a Silksong
Le reazioni degli studi non si sono limitate a semplici comunicati tecnici. Alcuni, come il team di Aeterna Lucis, hanno dichiarato apertamente che il loro gioco era pronto, ma che pubblicarlo accanto a Silksong sarebbe stato uno spreco degli sforzi profusi. “Competere con un fenomeno di tale portata non solo sarebbe ingiusto nei confronti dell’impegno del nostro team, ma anche nei confronti di voi, la community.” hanno spiegato, aggiungendo parole di stima per Team Cherry e riconoscendoli come ispirazione diretta per la loro saga.

Un discorso simile è stato fatto dagli sviluppatori di Faeland, che avevano fissato il debutto della versione 1.0 al 9 settembre, solo cinque giorni dopo Silksong, una scelta abbandonata per non condannarsi a un’uscita in sordina. Anche il team di CloverPit, un rogue-lite dalle meccaniche originali, ha rimandato il lancio sottolineando come “Silksong è il gioco più atteso e più desiderato su Steam” e che quindi qualsiasi altro titolo pubblicato a ridosso rischierebbe di essere oscurato.


Non mancano neppure esempi ironici: Baby Steps, con un post scherzoso in cui il protagonista Nate si arrampica su una statua di Hollow Knight e annuncia che “Nate è allergico agli hornets”, ha rimandato la sua uscita al 23 settembre. Demonschool, invece, ha scelto una nuova finestra di lancio fissata al 19 novembre, sempre per lasciare spazio al fenomeno firmato Team Cherry.

Questi rinvii non vengono percepiti come una sconfitta, ma piuttosto come un atto di rispetto verso un’opera destinata a segnare un momento chiave nella scena videoludica. Allo stesso tempo noi cerchiamo di offrire supporto e visibilità a questi progetti, menzionandoli e lasciando i link alle loro pagine di Steam, nella speranza che qualche appassionato li aggiunga alla lista dei desideri e decida in seguito di supportare gli sviluppatori. Eppure, in tutto questo, emerge un messaggio chiaro: quando un titolo diventa icona culturale, l’industria nel suo complesso ne riconosce il peso, anche a costo di rallentare i propri piani.
