Dopo anni di silenzio, Ken Levine è tornato a parlare del suo nuovo progetto Judas, sviluppato da Ghost Story Games. Il celebre autore di BioShock è tornato consapevole di aver lasciato il pubblico in attesa per molto tempo, ma comunque non ha cercato scusanti, bensì ha voluto condividere le ragioni dietro la lunga assenza di aggiornamenti.
In un primo devlog ha spiegato come tutte le energie del team sono state dedicate al completamento del gioco, mettendo in secondo piano trailer e materiali promozionali. “Fare trailer e materiali promozionali richiede tempo“, ha dichiarato Levine, sottolineando come l’obiettivo sia ora quello di costruire un rapporto più diretto e costante con la community grazie a devlog meno rifiniti, ma più frequenti.
Il progetto si presenta come un’impresa ben più ardua rispetto a quanto affrontato in passato. Levine stesso ha ammesso che Judas è stato “molto, molto più difficile da realizzare rispetto a BioShock“, confermando così l’ambizione e la complessità dietro ogni scelta di design. Non sorprende quindi che il team abbia preferito concentrarsi sul cuore dell’esperienza piuttosto che su strategie di marketing anticipate. Intanto, nel devlog ha voluto anche condividere la prima key art di Judas in stile Drew Struzan, confermando l’attenzione estetica che da sempre caratterizza i progetti di Levine e posando il tassello iniziale per la nascita del progetto.

Villainy e scelte morali: un sistema che cambia la storia di Judas
Il primo focus del devlog ha svelato “Villainy“, una delle meccaniche più affascinanti di Judas. Al centro ci sono “The Big 3“, tre personaggi fondamentali che possono stringere legami di amicizia con la protagonista oppure trasformarsi nei suoi più temibili antagonisti. L’elemento chiave è la relazione, in quanto ignorare uno di loro troppo a lungo lo porterà a diventare un nemico, dotato di poteri unici per sabotare il giocatore.
Levine ha dichiarato che l’obiettivo è quello di generare legami emotivi autentici, capaci di rendere la perdita di un alleato un’esperienza simile alla rottura di un rapporto personale. “Vogliamo che perdere uno di loro sia come perdere un amico“, ha spiegato, citando anche l’influenza del sistema Nemesis di Shadow of Mordor come fonte di ispirazione.
A rendere il tutto ancora più intrigante è l’ampiezza della narrazione promessa, la quale garantirà oltre 100 personaggi con cui interagire, una storia ramificata e la possibilità di vivere scelte morali di grande impatto Per ora, però, nessuna data di uscita è stata fissata. L’unica certezza è che Ghost Story Games sta lavorando senza sosta e che, come affermato dal suo direttore creativo, “Judas non sarà davvero un gioco finché non sarà nelle mani dei giocatori“.
