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Midnight Murder Club Recensione

Midnight Murder Club – la Recensione: un party game che vive e muore al buio

Gli appassionati di sparatutto e di atmosfere tese hanno strizzato gli occhi quando gli è stata presentata un’insolita proposta videoludica da parte di Sony, intitolata Midnight Murder Club. Il titolo ci porta in un mondo tanto caotico quanto oscuro, dove il terreno di gioco non è un campo di battaglia aperto, ma una gigantesca e sinistra villa popolata da avversari in carne e ossa. Passato in sordina rispetto ad altre produzioni PlayStation nonostante 5 mesi di test e accesso anticipato, questo titolo, sviluppato da Velan Studios, si distingue per un’idea di base tanto semplice quanto promettente, ovvero l’utilizzo del buio come arma.

Disponibile per PC su Steam e per PlayStation 5 dal 14 agosto 2025, il gioco ha cercato di farsi spazio in un genere già saturo, puntando tutto su una meccanica di gameplay originale che mischia furtività, tensione e caos. Proprio meccaniche originali sono ciò che cercano i videogiocatori, i quali hanno bisogno di freschezza per essere convinti a provare un gioco di questo genere e costruito su un modello storicamente difficile da elevare a successo come quello dei live-service.

Le promesse di Midnight Murder Club sembravano interessanti e la cupa atmosfera emergeva ovunque, dal sito ufficiale, alla presentazione del game director Eric Feurstein sul PlayStation Blog, passano per il Guest Pass, ovvero la possibilità di acquistare il gioco e condividerlo con ben 5 amici, per ampliare il numero di giocatori. Ma a prescindere dall’idea, è importante riuscire a comprendere al meglio il gioco, qualcosa che l’assenza di un tutorial complica. Vediamo tutto nel dettaglio nella nostra recensione personale di Midnight Murder Club.

Midnight Murder Club recensione
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La base di Midnight Murder Club

Midnight Murder Club si presenta come una scommessa, un tentativo di Sony di espandere il proprio portfolio con un gioco live-service che, a differenza di molte altre produzioni, non mira alla massa ma si concentra su un’idea ben precisa e intrigante. Si tratta di uno sparatutto competitivo per un massimo di 12 giocatori, ambientato in una villa oscura e inquietante, la Wormwood Manor, dove la luce non è un semplice vezzo estetico, ma il vero e proprio fulcro del gameplay.

In un mondo dove i corridoi e le stanze sono avvolti dal buio più totale, ogni giocatore è armato di un revolver e di una torcia. Scegliere di accendere quest’ultima garantisce un po’ di visibilità, ma allo stesso tempo trasforma il giocatore in un faro per gli avversari, rendendolo un bersaglio facile. Spegnere la torcia, invece, lo rende quasi invisibile, costringendolo a muoversi con cautela, affidandosi unicamente ai suoni come passi, porte che si aprono o spari lontani. Questa meccanica crea un’atmosfera di tensione e paranoia costante, regalando al contempo momenti di comicità involontaria, specialmente quando si gioca con gli amici e si sentono urla e risate attraverso la chat vocale di prossimità.

Le meccaniche centrali si estendono a diverse modalità di gioco, dalle classiche Free-for-All e Team Deathmatch fino alla più creativa Wildcards. Quest’ultima, che sembra essere la modalità di punta del gioco, offre un twist particolare: all’inizio di ogni partita, i giocatori votano una delle carte a disposizione, ognuna con un effetto diverso che cambia le regole del gioco. Si può finire per giocare in un mondo dove tutti sono rimpiccioliti, dove le luci delle torce lasciano scie colorate o dove le armi sono più potenti.

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Un’esperienza che si perde nel buio

Se l’idea di base è un lampo di genio, l’esecuzione lascia purtroppo a desiderare. Midnight Murder Club soffre di un’accessibilità quasi nulla per i nuovi giocatori. Non esiste un vero e proprio tutorial e l’unico modo per imparare le meccaniche è gettarsi a capofitto nelle partite online. Sebbene siano disponibili match con i bot, questi non sono sempre utili a familiarizzare con il gioco. La modalità Wildcards, per quanto divertente, può confondere ulteriormente i novizi, e la modalità cooperativa Graveyard Shift (accessibile anche in solitaria), incentrata sulla difesa da ondate di nemici controllati dall’AI, si rivela presto ripetitiva e piatta.

Un altro problema cruciale è la gestione dei contenuti. Il gioco si basa su un’unica, enorme mappa, la Wormwood Manor. Se nelle prime battute il labirinto di corridoi e stanze aggiunge un senso di claustrofobia e mistero, dopo poche ore diventa pesante, trasformando la tensione in noia. Vagare nel buio per gran parte della partita alla ricerca di un avversario non è divertente, ed è un’esperienza che si ripete costantemente a causa del matchmaking. La mancanza di una progressione avvincente e la scarsa varietà di mappe e modalità, la maggior parte delle quali giocabili solo con un gruppo completo, fanno sì che l’entusiasmo iniziale si spenga rapidamente.

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Le restrizioni di Sony e l’incognita del multiplayer

Il problema più grande che affligge Midnight Murder Club è senza dubbio la sua comunità di giocatori, o meglio, la sua quasi totale assenza. Le code di matchmaking sono spesso eterne e, anche quando si riesce a trovare una partita, è molto probabile che uno o più giocatori abbandonino, squilibrando le squadre e rovinando l’esperienza. Il gioco è pensato per essere giocato in gruppo. Non a caso, offre la possibilità di invitare gratuitamente fino a cinque amici con un Guest Pass. Tuttavia, in assenza di un gruppo predefinito, il titolo si rivela quasi ingiocabile.

Un aspetto che rende il tutto ancora più frustrante è la limitazione imposta da Sony per la versione PC. Nonostante il gioco sia disponibile su Steam, è necessario possedere un account PlayStation Network (PSN) per poterlo avviare. A peggiorare le cose, Midnight Murder Club include anche delle restrizioni regionali che, sebbene siano state rimosse da Sony per i giochi single-player, continuano a essere presenti in questo titolo. Ciò significa che il gioco è inaccessibile in più di 130 Paesi, un’enorme barriera che penalizza ingiustamente un’ampia fetta di potenziali giocatori, contribuendo ulteriormente alla ridotta utenza.

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Conclusioni

Paradossale per una recensione, ma non c’è molto altro da dire. Midnight Murder Club è questo: un titolo che ha avuto un’idea grandiosa ma che non è riuscito a realizzarla pienamente. L’intuizione di usare il buio come meccanica principale è brillante e regala momenti di gioco unici, che dimostrano quanto si possa ancora innovare in un genere saturo come quello degli sparatutto. Purtroppo, la mancanza di contenuti, un’utenza bassissima e i problemi di accessibilità rendono il gioco una potenziale delusione, trasformandolo da un’esperienza promettente a un party game che non dura più di una sera.

Il voto che diamo non è un riflesso della qualità del gioco nel suo stato attuale, che si meriterebbe un voto più basso. È piuttosto un voto di incoraggiamento, un riconoscimento del lavoro svolto dagli sviluppatori e dell’audacia di aver osato con un’idea così originale. È un voto che spera in un futuro, in aggiornamenti post-lancio che possano risolvere i problemi tecnici, espandere i contenuti e, soprattutto, far crescere la community.

Midnight Murder Club

Voto - 6

6

/10

Midnight Murder Club è uno sparatutto fino a 12 persone sviluppato da Velan Studios, disponibile su PC via Steam e PlayStation 5, con Guest Pass dove un utente può condividere gratuitamente la sua copia con altre 5 persone.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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