La sonda New Horizons è stata uno degli strumenti più rivoluzionari della NASA. Lanciata nel 2006, ha riscritto la nostra percezione del Sistema Solare esterno mostrando, per esempio, per la prima volta Plutone con un livello di dettaglio inimmaginabile prima della sua operatività. Nel periodo del suo passaggio ravvicinato nel luglio 2015, il pianeta nano non era altro che una macchia indistinta anche per i telescopi più potenti. Le immagini restituite dalla sonda hanno invece svelato un mondo complesso, con catene montuose, pianure ghiacciate e tracce di un’attività geologica sorprendentemente giovane.
Nonostante la straordinarietà di quei risultati, il futuro della missione è oggi incerto. Dal 7 agosto 2025, New Horizons si trova ufficialmente in una fase di ibernazione, la più lunga da quando ha lasciato la Terra. L’annuncio è arrivato direttamente dalla NASA, che ha dovuto fare i conti con i tagli previsti al budget per il 2026. La sonda, a 9,2 miliardi di chilometri di distanza, vaga nella fascia di Kuiper e inviare un segnale alla Terra richiede oltre otto ore e mezza di attesa. La sua pausa, programmata ma forse definitiva, pesa come una sospensione nel grande vuoto interplanetario.

Il destino di New Horizons appeso a un filo
Durante l’ibernazione gli strumenti di bordo continueranno a registrare dati sull’eliosfera esterna, lo spazio in cui il vento solare incontra i confini invisibili dell’interazione con il mezzo interstellare. Tuttavia, queste informazioni potranno arrivare a destinazione solo se la missione riceverà un’estensione di finanziamento. Se i fondi verranno trovati, il risveglio della sonda è previsto per giugno 2026, altrimenti New Horizons rimarrà silente, con la prospettiva di concludere così la sua straordinaria avventura.
La possibilità di spegnere una missione del genere è una questione tecnica, culturale e scientifica. New Horizons rappresenta l’unica testimone diretta delle regioni più remote del Sistema Solare, questo perché non sono previste altre esplorazioni simili nei prossimi decenni. La sua capacità di studiare oggetti transnettuniani, rilevare particelle e osservare fenomeni ai margini dell’eliosfera, offre uno sguardo unico sul confine con lo spazio interstellare.
In un’epoca in cui l’umanità guarda con crescente interesse a Marte e alle lune ghiacciate di Giove e Saturno, il rischio è quello di dimenticare che l’orizzonte della conoscenza è ben più vasto. New Horizons, forse per sempre addormentata, resta un simbolo a metà tra la necessità di bilanciare le risorse economiche e l’urgenza di non smettere di esplorare. Ogni volta che una missione di frontiera si spegne, una parte del futuro rimane in sospeso.
