Grazie al telescopio spaziale James Webb, gli astronomi della NASA hanno individuato un corpo celeste mai osservato prima in orbita attorno a Urano lo scorso 2 febbraio. La scoperta è stata fatta con la NIRCam (Near-Infrared Camera) del telescopio durante una serie di dieci esposizioni lunghe quaranta minuti ciascuna.
Il satellite – denominato provvisoriamente S/2025 U1 – si trova a circa 56.000 chilometri dal centro del pianeta e misura appena 10 chilometri di diametro, una dimensione che lo ha impercettibile da altri telescopi finora.
Nonostante le piccole dimensioni, rimane comunque una scoperta significativa – come dichiarato dalla responsabile del progetto, Maryame El Moutamid – e fa salire a 29 il numero delle lune conosciute del pianeta. Ma anche James Webb ne esce rafforzato, andandosi a riconfermare come strumento capace di spingersi oltre i limiti imposti dalle missioni passate.

Un sistema complesso ancora da svelare
Urano si distingue per la sua intricata famiglia di satelliti, composta sia da grandi lune (Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon), sia da una fitta schiera di corpi più piccoli che interagiscono con l’anello planetario. Il prossimo passo sarà l’assegnazione di un nome ufficiale, ispirato come da tradizione ai personaggi di Shakespeare e Alexander Pope.
Con l’ingresso di S/2025 U1, i satelliti che orbitano all’interno della fascia dei maggiori diventano 14, riconfermandosi come l’unico pianeta ad avere così tante lune: “Nessun altro pianeta possiede così tante piccole lune interne, e le loro relazioni con gli anelli suggeriscono una storia turbolenta“, ha commentato Matthew Tiscareno dell’Istituto SETI.