La trasposizione live-action di One Piece potrebbe presto affrontare la sua controversia più grande, legata a uno dei personaggi più amati e complessi della saga.
Un successo che nasconde ancora rischi
Quando Netflix annunciò l’adattamento live-action di One Piece, in molti si prepararono al peggio: l’ombra dei flop legati ad altre trasposizioni anime era pesante. Invece, la serie si è rivelata un trionfo, convincendo fan e pubblico mainstream e conquistandosi lo status di uno dei prodotti più riusciti della piattaforma.
Eppure, come leggiamo anche su Comic Book, il viaggio è stato tutt’altro che privo di ostacoli: alcune scelte di casting – basti pensare al caso Vivi – hanno già sollevato polemiche e diviso la community. Ora, però, l’attenzione si sposta su un personaggio che potrebbe rappresentare la sfida più delicata di tutte: Bon Clay.
Bon Clay, l’eroe incompreso di One Piece

Mr. 2 Bentham, meglio conosciuto come Bon Clay, è uno dei volti più iconici dell’arco di Alabasta. Prima nemico, poi alleato insospettabile, ha saputo conquistare i fan grazie al suo coraggio, al suo senso dell’amicizia e a un’umanità che traspare dietro l’eccentricità. Tuttavia, portarlo sullo schermo potrebbe rivelarsi complicato. La sua identità di okama – termine giapponese difficile da tradurre senza cadere in fraintendimenti culturali – rischia infatti di essere percepita come stereotipata o addirittura offensiva, soprattutto da un pubblico occidentale meno avvezzo alle sfumature del termine.
Okama: storia di un termine controverso

In Giappone, okama è nato come insulto, ma nel tempo è stato in parte riappropriato. Indica persone che sfidano i confini estetici di genere, senza coincidere però con concetti occidentali come il crossdressing o la cultura drag. Con Ivankov e il regno di Kamabakka, Oda ha spinto l’acceleratore verso una rappresentazione volutamente esagerata, che in più di un’occasione è stata criticata come caricaturale. Bon Clay, invece, ha sempre mantenuto una dimensione più positiva e rispettosa, tanto da diventare uno dei personaggi secondari più amati e uno dei simboli di fedeltà alla ciurma di Luffy.
Un banco di prova per Netflix
Trasporre Bon Clay in live-action significherà muoversi in equilibrio tra fedeltà al materiale originale e sensibilità contemporanea. Un’interpretazione superficiale rischierebbe di generare accuse di transfobia o stereotipizzazione.
Al contrario, un adattamento intelligente potrebbe trasformare Bon Clay in un manifesto di inclusione e coraggio, rispettando l’anima del personaggio e aggiornandone la rappresentazione. Dopo le polemiche su Vivi e i dubbi su Chopper, Netflix si gioca una carta cruciale: dimostrare che One Piece può portare sullo schermo anche i personaggi più complessi senza tradirne lo spirito.
