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L’Albania punta sull’intelligenza artificiale per combattere la corruzione del governo

L’Albania ha deciso di sperimentare l’intelligenza artificiale come strumento per affrontare decenni di corruzione e accelerare il percorso verso l’ingresso nell’Unione Europea. L’utilizzo scelto di questa tecnologia è un vero e proprio salto nel futuro, ovvero riguarda l’insediamento dell’AI al governo, dandole il potere di regolare il paese e debellare finalmente il doloroso cancro che tanti cittadini sostengono sia alle redini.

Se da una parte l’Europa cerca di regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, dal’altra il primo ministro Edi Rama ha dichiarato che l’AI potrebbe diventare il “membro più efficiente del governo“, capace di portare trasparenza in un sistema spesso accusato di nepotismo. Il ministro non si è limitato alle parole e, secondo quanto riportato da Politico, ha persino lanciato l’idea di un ministero guidato da un modello di intelligenza artificiale e invitato sviluppatori locali a progettare soluzioni che un giorno potrebbero agire da ministri virtuali, se non addirittura da primo ministro.

La tecnologia è già entrata nella vita istituzionale del Paese. Droni e satelliti sorvegliano costruzioni abusive e piantagioni illegali di cannabis, mentre sistemi automatizzati monitorano gare d’appalto e transazioni fiscali. A questo si aggiunge il portale e-Albania, che con un assistente virtuale ha semplificato l’accesso ai servizi pubblici, facendo risparmiare ai cittadini centinaia di milioni di euro. I sostenitori sottolineano come un sistema basato su AI non possa essere corrotto o manipolato con bustarelle, a differenza degli uomini.

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Tra opportunità e timori dell’Albania: l’AI come banco di prova europeo

Rama vede nell’intelligenza artificiale anche un alleato strategico per rispondere più velocemente agli standard richiesti dall’UE. Uno degli ostacoli maggiori all’adesione è infatti l’allineamento della legislazione nazionale a quella europea, un processo lungo e complesso. L’idea è che modelli di AI possano velocizzare analisi e adeguamenti normativi, accorciando drasticamente i tempi.

Secondo alcuni osservatori vicini al governo, l’Albania potrebbe diventare un laboratorio politico, un piccolo Stato che utilizza l’innovazione per superare inefficienze croniche e sbloccare la macchina istituzionale. Ma non mancano le voci critiche. L’opposizione ricorda che gran parte del bilancio statale passa attraverso appalti pubblici spesso senza gare trasparenti, e che se le regole di base non cambiano, l’intelligenza artificiale rischia di mascherare le stesse storture con una veste più moderna.

L’esperimento albanese si muove quindi in equilibrio tra entusiasmo e scetticismo. Se da un lato apre la strada a una nuova idea di governance, dall’altro pone domande cruciali: un governo digitale può davvero sostituire la volontà politica? O finirà per essere un sofisticato specchio che riflette gli stessi problemi che da anni frenano il Paese?

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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