AMD e Nvidia, protagoniste nella vendita di chip per intelligenza artificiale destinati al mercato cinese, sono al centro di una notizia recente che ha suscitato scalpore poiché il governo degli Stati Uniti riceverà una fetta dei ricavi generati da queste vendite. Questa svolta, definita “altamente inusuale” da più fonti, rappresenta un vero e proprio cambio di rotta rispetto al precedente divieto imposto ad aprile sull’esportazione di tali tecnologie verso la Cina.
L’accordo, frutto di un incontro tra il CEO di Nvidia Jensen Huang e il Presidente Trump, prevede che le due aziende versino il 15% dei ricavi derivanti dalle vendite dei chip AI, come il modello H20 di Nvidia e il MI308 di AMD, al governo federale americano. La mossa ha permesso di sbloccare le licenze di esportazione che fino a poco tempo fa erano state fortemente limitate, dando così il via libera alle esportazioni verso Pechino.
Secondo quanto riportato da Reuters, la decisione è stata giustificata con una duplice motivazione, ovvero evitare che un divieto totale favorisca la cinese Huawei, permettendole di rafforzarsi senza concorrenza, e allo stesso tempo generare introiti importanti per il governo statunitense, stimati in oltre 2 miliardi di dollari nel solo 2025. È un approccio che unisce ragioni economiche e di sicurezza nazionale, trasformando il governo in un vero e proprio partner commerciale nelle vendite di tecnologia strategica a un competitor globale.

Critiche e dubbi sull’accordo tra Stati Uniti e Nvidia-AMD
Non sono mancate però le forti critiche da parte di esperti di sicurezza e di ex funzionari governativi. Liza Tobin, ex direttrice per la Cina presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha definito questo accordo “un autogol”, accusando l’amministrazione di “vendere la sicurezza nazionale in cambio di profitti aziendali”. Molti temono infatti che questa strada apra la porta a ulteriori pressioni da parte della Cina per ottenere concessioni simili su altre tecnologie sensibili.
Inoltre, viene contestata la narrativa che i chip oggetto della vendita siano obsoleti. Il chip H20 di Nvidia rappresenta un potente acceleratore per le capacità AI della Cina, e quindi una risorsa strategica tutt’altro che marginale. Questo rende l’accordo ancora più controverso, poiché la sicurezza nazionale potrebbe essere compromessa in cambio di vantaggi economici.
L’approccio “interventista” e “transazionale” adottato in questa occasione segna un precedente quasi unico nella storia delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. In un momento cruciale per la supremazia globale nell’intelligenza artificiale, la mossa mette in luce il delicato equilibrio tra interesse economico e tutela della sicurezza nazionale, nonché la complessità della competizione tecnologica tra le due potenze.
