Tra un sequel e l’altro di Avatar, James Cameron si prepara a dirigere Ghosts of Hiroshima, uno dei progetti più personali e delicati della sua carriera, tratto dal libro di saggistica di Charles Pellegrino. Il regista canadese ha annunciato di voler girare il film in 3D non per spettacolarizzare, ma per avvicinare lo spettatore a una verità storica difficile da guardare. “Voglio che vediate com’era. Sarete proprio lì, testimoni della storia, testimoni di quello che è davvero accaduto”, ha dichiarato Cameron in un’intervista rilasciata a Discussing Film.
Il film, ancora in fase di scrittura, verrà realizzato tra Avatar 3 – Fuoco e Cenere, in uscita il 17 dicembre 2025, e Avatar 4, già in sviluppo. Ghosts of Hiroshima nasce dalla volontà di perpetuare la memoria del bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki attraverso le parole dei sopravvissuti. Protagonista della narrazione sarà Tsutomu Yamaguchi, ingegnere giapponese noto per essere sopravvissuto a entrambe le esplosioni nucleari. Un simbolo vivente della tragedia e della resilienza umana, attorno al quale si costruirà una storia che, nelle intenzioni di Cameron, dovrà colpire l’anima, senza diventare pornografia del dolore.
Il rapporto tra Cameron e Pellegrino non è nuovo, i due si sono conosciuti nel 1997 durante il montaggio di Titanic, di cui Pellegrino fu consulente scientifico, e hanno collaborato anche per Avatar. Proprio questa amicizia decennale e la comune ossessione per la verità scientifica e storica hanno reso possibile un progetto tanto ambizioso quanto fragile.

Realismo, trauma e responsabilità artistica per Ghosts of Hiroshima
L’uso del 3D in Ghosts of Hiroshima sarà funzionale a rendere l’esperienza cinematografica il più immersiva possibile, ma senza perdere il rispetto per la gravità del tema trattato. Cameron si è detto consapevole del rischio: “Non ho ancora chiara al 100% la mia strategia su come voglio vederlo, come voglio proteggere il pubblico dall’orrore ma al tempo stesso essere onesto.” Non è solo una questione tecnica ma una sfida etica e artistica.
Ghosts of Hiroshima è basato su più di 20 testimonianze raccolte da Pellegrino, non sarà solo un’opera storica. Cameron intende esplorarne anche le implicazioni filosofiche ed emotive, alla ricerca, come lui stesso ammette, di una “poesia, di bellezza o di epifania spirituale” all’interno della tragedia. Un compito che, per sua stessa ammissione, potrebbe non essere alla sua portata: “Forse non sono neanche all’altezza del compito, ma questo non mi ha mai fermato prima.”
Nel raccontare una delle più grandi ferite dell’umanità, Cameron abbandona per un attimo i mondi immaginari di Pandora per tornare su un pianeta reale, fatto di carne, fuoco e memoria. Ghosts of Hiroshima non sarà un film comodo, né uno spettacolo ma una testimonianza. E probabilmente anche un atto di coraggio.
