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Il satellite “pastore” di Astroscale: così il Giappone vuole guidare la pulizia dello spazio

Astroscale, azienda giapponese leader nella sostenibilità spaziale, si confronta con una delle sfide più urgenti dell’esplorazione orbitale, ovvero la crescente presenza di spazzatura spaziale. Nell’orbita terrestre, infatti, insieme ai satelliti operativi, circolano migliaia di detriti come vecchi satelliti dismessi e stadi di razzi abbandonati, che viaggiano a velocità fino a 28.000 km/h.

Questi oggetti pongono rischi sempre maggiori per la sicurezza delle missioni spaziali e l’integrità delle infrastrutture in orbita. Per affrontare questa crisi, Astroscale ha recentemente ottenuto un brevetto statunitense per un sistema innovativo basato su una strategia a doppio veicolo. Secondo quanto riportato da SpaceNews, il primo elemento del sistema è il cosiddetto servicer, un satellite progettato per intercettare e agganciare i detriti orbitali, anche quelli più massicci. Dopo aver assicurato il carico spaziale, entra in gioco il secondo veicolo, soprannominato shepherd o “pastore”.

Quest’ultimo ha il compito fondamentale di accompagnare i detriti in una traiettoria di rientro controllato, facendoli bruciare in modo sicuro sopra zone remote del pianeta, come gli oceani. Il dettaglio più significativo dell’intero approccio è che, a differenza di molti altri sistemi di rimozione, i satelliti di Astroscale sono pensati per essere riutilizzati, di conseguenza una volta completato il trasferimento del carico al pastore, il servicer può tornare in orbita e prepararsi per la successiva missione.

Astroscale satellite pulizia
Il satellite "pastore" di Astroscale: così il Giappone vuole guidare la pulizia dello spazio 3

Economia orbitale e sicurezza spaziale a lungo termine per i satelliti di Astroscale

“Questo approccio ci permette di riutilizzare i nostri servicer avanzati, capaci di catturare oggetti di svariate tonnellate, invece di farli bruciare al rientro con i detriti”, ha dichiarato Mike Lindsay, direttore tecnico di Astroscale, sottolineando l’importanza della sostenibilità non solo tecnologica ma anche economica del progetto. Questo significa abbattere i costi delle operazioni di pulizia, evitare ulteriori rifiuti atmosferici e ottimizzare l’efficienza del lavoro spaziale.

L’azienda non è alla sua prima iniziativa nel campo. È in fase di sviluppo il satellite ELSA-M, progettato per il recupero dei detriti in orbita geostazionaria, il cui lancio è previsto per il 2026. Ancora più ambiziosa sarà la missione ADRAS-J2, che tenterà di deorbitare uno stadio di razzo grande quanto un autobus entro la fine del decennio. Tali operazioni non sono semplicemente mosse pionieristiche ma risultano fondamentali per garantire che le orbite restino agibili anche per le generazioni future, in un contesto dove sempre più aziende e nazioni intendono accedere allo spazio.

La capacità di affrontare in modo concreto e riutilizzabile il problema dei detriti orbitali potrebbe rappresentare un punto di svolta per tutto il settore aerospaziale. Non solo per ridurre i rischi di collisione, ma anche per costruire un futuro in cui lo spazio sia davvero uno spazio condiviso e protetto.

satellite pulitore spaziale
Il satellite "pastore" di Astroscale: così il Giappone vuole guidare la pulizia dello spazio 4

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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