All’età di 73 anni, Liam Neeson sceglie di chiudere uno dei capitoli più iconici della sua carriera come quello che lo ha visto protagonista nei film d’azione. Dopo oltre un decennio in cui ha incarnato l’archetipo dell’eroe maturo e implacabile, l’attore nordirlandese ha scelto di farsi da parte. Una decisione annunciata in un’intervista a Variety, dove ha ammesso che l’idea di combattere “con un bastone o un deambulatore” non lo entusiasma più aggiungendo: “Il primo Taken è uscito diciotto anni fa, avevo 54 anni. Mi sembra passata una vita… Ho 73 anni, per l’amor del cielo”.
Il riferimento al classico action del 2008, che lo consacrò come volto della vendetta a tempo, non è casuale. Proprio Taken ha segnato l’inizio di una seconda carriera per Liam Neeson, che dopo Schindler’s List e Gangs of New York, si è trasformato in uno dei protagonisti più richiesti del cinema adrenalinico. Ma oggi il discorso cambia: “Non voglio insultare il pubblico se guardano intere scene di lotta e non sono io. Fino a poco tempo fa mi piaceva fare le mie scene di combattimento. Ora no”.
Una riflessione sincera e priva di retorica, che fotografa un attore consapevole dei propri limiti e della propria eredità. Anche se lascia la porta socchiusa (“magari ce ne sarà un altro là fuori”), la sensazione è quella di una chiusura definitiva per un filone che lo ha accompagnato per quasi due decenni.

Dal bastone da combattimento al bastone comico: Liam Neeson eredita la saga di Frank Drebin
Nel momento in cui si allontana dal genere action, Liam Neeson si avventura in un ambito all’apparenza opposto ma non meno iconico, ovvero la commedia demenziale. È infatti protagonista del remake di Una pallottola spuntata, interpretando Frank Drebin Jr., figlio del leggendario detective interpretato da Leslie Nielsen nei film originali degli anni ’80 e ’90.
Un’eredità non da poco, quella di Nielsen, che ha segnato l’immaginario comico con un mix di assurdità, serietà fuori luogo e tempi comici impeccabili. Neeson ha però affrontato il progetto senza il peso della nostalgia: “Non ho rivisto i film precedenti. Mi sono semplicemente fidato della sceneggiatura. E sapevo che sarebbe migliorata man mano che ci lavoravano”. Alla scrittura ha collaborato anche Akiva Goldsman, affiancato da un altro autore costantemente presente sul set, a proporre varianti e battute alternative. Una lavorazione creativa, dinamica e ben lontana dalla rigidità di molte produzioni moderne.
Il cast include volti noti e curiosi, da Pamela Anderson a Dave Bautista, passando per Busta Rhymes, CCH Pounder, Paul Walter Hauser e Liza Koshy. E proprio la presunta relazione tra Liam Neeson e la Anderson, alimentata dai media in questi giorni, ha aggiunto ulteriore visibilità a un progetto che, tra omaggi e reinvenzioni, si prepara a riportare la comicità demenziale sul grande schermo. Liam Neeson, che un tempo seminava nemici al telefono con frasi minacciose, ora fa ridere senza dover sparare un colpo. E forse, proprio in questo passaggio di registro, c’è il vero atto d’equilibrismo della sua carriera.
