Se n’è andato all’età di 41 anni Jesto, nome d’arte di Justin Yamanouchi, una delle voci maggiormente fuori dagli schemi del panorama hip hop italiano. La notizia è arrivata nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto, diffusa prima tramite i social da artisti e creator vicini al rapper romano, come Fedez, Andrea Tarquini e gli Arcade Boyz, e infine confermata dal fratello Hyst, anche lui musicista, con un messaggio carico di spiritualità.
“Nella notte del 31 di luglio ci lascia Justin Jesto Rossi Yamanouchi. Astro del Rap italiano e uomo di immensa levatura spirituale“, ha scritto Taiyo Yamanouchi, in arte Hyst, in un post su Instagram. Ma non è il dolore l’elemento dominante nel suo ricordo, bensì l’eredità morale e creativa che Jesto lascia dietro di sé. “Non si dica che lascia un vuoto, perché non è così. Lascia invece un’eredità di valore incalcolabile ed uno slancio all’elevazione morale e spirituale che le anime affini sapranno cogliere e sfruttare”.
Il funerale si terrà martedì 5 agosto alle ore 11, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, ma l’accesso sarà riservato a parenti e amici stretti. Chi vorrà salutare il rapper potrà comunque farlo in piazza, come comunicato dalla famiglia.

Dalla stima di Fedez al culto underground: l’eredità di Jesto
In un panorama musicale che negli ultimi anni ha spesso inseguito le mode e le piattaforme, Jesto ha rappresentato l’opposto, mostrandosi come artista indipendente, spesso provocatorio, sempre fedele a una visione personale, anche quando questa lo poneva ai margini dell’industria. Il suo percorso, iniziato nei primi anni Duemila, è costellato di freestyle, mixtape autoprodotti, dischi concettuali, dissacranti e spirituali allo stesso tempo. Con la sua arte, ha saputo unire comicità, autoanalisi e denuncia sociale in una formula che difficilmente trovava imitatori.
Fedez, in una storia su Instagram, lo ha ricordato ripensando al 2thebeat, lo storico contest di freestyle in cui si sfidarono nel 2010: “14 anni fa partecipavo al mio primo 2thebeat in cui gareggiava anche Jesto, vederlo fare freestyle mi fece capire cosa significasse avere carisma sul palco. Un punto di riferimento per il movimento, in un’epoca in cui si rappava solo per la fotta e la passione. Riposa in pace leggenda del rap (quello vero)”.

Il suo impatto sulla cultura hip hop italiana, in particolare su quella underground, è difficile da quantificare, da YouTube ai palchi dei centri sociali, dalle jam ai podcast, dalle collaborazioni agli sketch ironici in cui usava la musica come lente per decifrare l’ansia contemporanea. Jesto ha sempre camminato sul confine tra il rapper e il poeta urbano, tra l’influencer e il predicatore laico. Ed è proprio lì, su quel crinale incerto, che ha lasciato la sua impronta più profonda.
