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L’editor di Dragon Ball Kazuhiko Torishima critica i manga moderni, definendoli “fast food narrativi”

Kazuhiko Torishima, figura cardine dell’editoria manga tra gli anni Ottanta e Duemila e storico editor di Dragon Ball, ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni sul futuro dell’industria fumettistica giapponese. Lo ha fatto attraverso un saggio appena pubblicato, dal titolo traducibile come “Le tecniche di lavoro “non gradite” del leggendario caporedattore di Weekly Shonen Jump“. Nel volume, Torishima mette in discussione l’approccio moderno adottato dalle case editrici, troppo focalizzato, a suo dire, sull’analisi dei dati e sulle tendenze del pubblico.

Per il veterano editor, le strategie attuali si basano quasi esclusivamente su raccolte di preferenze dei lettori, sondaggi e proiezioni statistiche, riducendo drasticamente lo spazio per la visione autoriale e la creatività originale. “Storie brevi, pensate per attirare subito il pubblico, ma destinate a durare poco“, sintetizza Torishima, paragonando i manga contemporanei a prodotti da fast food. Secondo il suo giudizio nella maggior parte dei casi, le nuove serie non riescono nemmeno a superare i tre anni di serializzazione, mancando la profondità e l’ambizione delle opere che hanno segnato epoche precedenti.

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L'editor di Dragon Ball Kazuhiko Torishima critica i manga moderni, definendoli "fast food narrativi" 3

Dal successo con Toriyama al grido d’allarme di Torishima

Torishima parla con l’autorità di chi ha vissuto in prima linea l’età dell’oro del manga. Classe 1952, oggi settantaduenne, ha collaborato con Akira Toriyama fin dal 1980, prima su Dr. Slump e poi sull’intramontabile Dragon Ball, contribuendo in modo decisivo a definirne il successo globale. Dopo aver lasciato il ruolo di editor diretto, ha guidato la celebre rivista Weekly Shōnen Jump come caporedattore fino al 2001, in un’epoca in cui il magazine lanciava titoli destinati a entrare nella storia del fumetto giapponese.

La sua critica non è rivolta solo agli editori, ma anche al meccanismo stesso che regola oggi la produzione. L’eccessiva attenzione verso algoritmi, classifiche di gradimento e risposte immediate da parte del pubblico avrebbe, secondo lui, portato a una perdita di coraggio creativo. Le storie che durano, quelle in grado di segnare generazioni, non si costruiscono su dati previsionali ma servono idee forti, visioni lungimiranti e la volontà di rischiare.

Persino One Piece non è scampato alle critiche, con Torishima che ha puntato il dito verso il troppo coinvolgimento di Oda negli adattamenti della sua opera, anche se ha specificato che la responsabilità di questi problemi non è degli autori, ma delle politiche editoriali di Shōnen Jump, che, a suo dire, mancano di standard rigorosi.

Il libro, seppur incentrato sul lavoro redazionale, è anche un manifesto nostalgico di un’epoca in cui editor e autori si prendevano il tempo per costruire mondi e personaggi che potessero sopravvivere al tempo e alle mode. Per Torishima, oggi questa capacità sembra essersi indebolita, minacciata da un mercato che punta più alla quantità e all’immediatezza che alla costruzione di un’eredità narrativa.

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Andrea Moffa

Andrea Moffa

Eroe numero 50 di Overwatch 2. Appassionato di notizie videoludiche. Esploro e condivido le avventure e le ultime info di questo mondo in continua espansione.

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