La recente denuncia a carico dello YouTuber Once Were Nerd, noto per le sue recensioni di periferiche hardware e console dedicate al retrogaming, ha sollevato un vespaio di polemiche. Nel video “MI HANNO DENUNCIATO. ADDIO o ARRIVEDERCI?…”, lo stesso creatore di contenuti racconta di essere indagato dalla Guardia di Finanza per la promozione di console Anbernic e simili. Tuttavia, leggendo i documenti ufficiali condivisi da lui stesso, emerge una situazione più articolata rispetto a una semplice recensione.

Il problema principale riguarda una presunta violazione della legge sul copyright. Secondo il testo dell’accusa, Once Were Nerd avrebbe “detenuto per la vendita o per la distribuzione, ha distribuito, posto in commercio, concesso in noleggio o ceduto a qualsiasi titolo” console contenenti duplicazioni abusive di giochi Nintendo e Sony. La denuncia quindi non si concentra sulla recensione in sé, ma sull’ipotesi di vendita o distribuzione di materiale contraffatto o software pirata, come specificato nell’articolo 171ter della legge sul diritto d’autore.

Le contestazioni legali a Once Were Nerd
Nel video, Once Were Nerd dichiara di non aver mai promosso la pirateria a scopo di lucro, non avendo utilizzato link referral o coupon per guadagnarci. Tuttavia, è emerso un link nella chat del suo canale Telegram che sponsorizzava una console Powkiddy RGB20S, datato luglio 2022. Inoltre, alcune aste pubblicate sempre tramite Telegram mettevano in vendita console Anbernic e simili, elemento che potrebbe aggravare la posizione legale dello YouTuber. Di seguito le foto, per cui diamo i crediti e ringraziamo la testata q-gin per la condivisione.



Questo caso mette in evidenza il delicato equilibrio tra l’attività di content creator e la responsabilità legale nell’ambito della promozione di hardware e software. Se da un lato le recensioni di prodotti per il retrogaming sono molto apprezzate dalla community, dall’altro il rischio di incorrere in problemi legali aumenta quando tali prodotti sono legati a software con licenze non regolari o piratate. L’indagine in corso rappresenta dunque un monito per chi opera nel settore tecnologico e dell’intrattenimento digitale, sottolineando quanto sia importante conoscere e rispettare la normativa sul copyright anche nella comunicazione e nella promozione online.